Taxus baccata: la storia dell’albero della morte e delle donne

Il Tasso europeo, scientificamente denominato Taxus baccata, è un albero appartenente all’ordine delle conifere anche conosciuto come albero della morte. Oggi è diffuso come siepe ornamentale e ampiamente noto per le sue proprietà tossiche e curative. Ma qual è la sua biologia? Perché viene chiamato albero della morte? Qual è stato il suo ruolo nella storia dell’uomo? Cerchiamo di fare chiarezza su questi ed altri aspetti legati a quest’albero.

Taxus baccata
Particolare dell’ arillo di Taxus baccata, l’unica parte non tossica della pianta

Biologia del Taxus baccata

Taxus baccata è un albero, talvolta un arbusto, con fiori maschili e fiori femminili (specie dioica); questi ultimi si trasformano in arilli (pseudo frutti che circondano il seme). Sono noti molti esemplari secolari, talvolta millenari, appartenenti a questa specie.

Quest’albero ha una riproduzione ornitogama, cioè è dipendente dagli uccelli per la dispersione dei semi, in particolare turdidi (merli e tordi); infatti gli uccelli, che generalmente si cibano solo dell’arillo, rilasciano il seme non digerito nell’ambiente. In questo modo il seme può germinare lontano dall’ombra prodotta dalla pianta madre.

Quest’albero, che si aggira attorno ai 15-20 metri d’altezza, ha una crescita estremamente lenta, tipica delle conifere; un seme può trascorrere fino a due anni su un terreno favorevole prima di germinare e dare origine ad un nuovo esemplare. Inoltre, quest’albero è in grado di produrre semi solo dopo 35 anni, se si trova in luogo privo di competizione per le risorse, e fino 120 anni in luoghi con vegetazione fitta.

Il Taxus baccata è originario di gran parte dell’Europa, di parte dell’Asia e del Nord Africa. Nonostante il suo vasto areale, il Tasso è stato abbattuto e rimosso da molte località per le più varie ragioni durante la storia dell’uomo. Oggi è una specie protetta: le foreste che ospitano il Tasso sono state designate come zone di protezione speciale dalla Comunità europea (direttiva Habitat 92/43/CEE).

La capacità adattativa

Nonostante la riduzione del suo habitat, Taxus baccata è riuscito a sopravvivere alle glaciazioni del Quaternario; inoltre, l’ampiezza ecologica e l’elevato potenziale riproduttivo gamico ed agamico conferiscono al Tasso un’elevata capacità adattativa.

Questa specie è capace di riprodursi anche per via vegetativa; infatti, i rami a contatto col suolo sono in grado di promuovere la crescita di radici avventizie, dando origine ad un nuovo esemplare.

Il Tasso europeo ha però una scarsa capacità di resistere a prolungati periodi di freddo e, ancor meno, a raffiche di vento ghiacciato; il fattore climatico è la componente che maggiormente limita l’espansione dell’areale della conifera verso il Nord Europa.

Per contro, Taxus baccata è ben più idoneo a resistere a periodi di siccità; in questo senso, in condizioni di stress idrico, la pianta risponde con adattamenti spiccatamente xeromorfici; riduce l’area fogliare, induce un ispessimento della cuticola e riduce il numero di stomi sulla superficie fogliare in modo da far fronte allo stress ambientale.

Taxus baccata
Illustrazione di tutte le parti dell’albero di Taxus baccata

Perché albero della morte?

Taxus baccata produce un metabolita secondario, la tassina, presente in ogni parte della sua pianta, ed in elevate concentrazioni nelle foglie più vecchie, eccetto che negli arilli. La tassina è un complesso insieme di alcaloidi presente in tutti gli esemplari del genere Taxus.

Questa sostanza è estremamente tossica in quanto viene rapidamente assorbita dall’apparato digerente, interferendo col funzionamento del cuore. La tassina, nell’uomo e in altri mammiferi, agisce principalmente a livello dei miociti cardiaci, con conseguente insufficienza cardiaca e morte. Inoltre, Taxus baccata produce effetti tossici anche a livello epatico.

Secondo uno studio condotto nel 2001, è stata riscontrata una significativa attività antimicrobica degli estratti di durame di tasso raccolti in Turchia; in particolare nei confronti di alcuni batteri gram-negativi, ma non contro i batteri gram-positivi. Inoltre, sono state riscontrate anche proprietà antifungine contro cinque specie di funghi di importanza medica.

La complessa miscela di sostanze di cui è costituita la tassina agisce a livello delle cellule cardiache, provocando la morte del malcapitato che la ingerisce, ragion per cui il Taxus baccata viene definito “albero della morte”.

Taxus baccata nella storia

Nel Paleolitico, circa 150.000 anni fa, non è certo che fossero note le proprietà tossiche del tasso, ma gli uomini della pietra avevano già apprezzato le ineguagliabili proprietà elastiche del legno di tasso. Uno dei più antichi reperti dell’epoca è una lancia costruita proprio con questo tipo di legno. Sono molte le testimonianze archeologiche sull’uso del tasso per la costruzione di, lance, asce e archi.

Nel Medioevo era utilizzato nella costruzione dei più disparati oggetti tra cui strumenti musicali e mobili, e il legno era così richiesto che fu abbattuto quasi fino all’estinzione in gran parte dell’Europa.

Il potere tossico di questa pianta, invece, era ben noto già prima del Medioevo. I celti usavano la tossina di Taxus baccata per i suicidi rituali e come veleno in cui intingere le punte delle frecce da scagliare contro i nemici. Per i sacerdoti druidi il Tasso era considerato un albero sacro, un simbolo di immortalità per la sua longevità e resilienza.

Il tasso, per il suo potere tossico, nonché per la sua longevità, nella mitologia greca era associato ad Ecate. Figlia di Titani e dea della morte, Ecate è intimamente connessa al concetto di donna, infatti è anche la dea della vecchiaia delle donne e della menopausa.

Nel secondo secolo a.C. Giulio Cesare, nei Commentarii de bello Gallico, documentò la morte per avvelenamento con un estratto di tasso del re degli Eburoni. Ma anche Riccardo Cuor di Leone fu probabilmente ucciso nello stesso modo.

Tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo le popolazioni in India ed Italia usavano preparare decotti di foglie di tasso per indurre l’aborto nelle donne.

Taxus baccata
Il Tasso è associato alla dea greca Ecate

Nella letteratura

Diversi autori, da Plinio il Vecchio a Seneca, associavano il tasso al mondo degli inferi, e la sua stretta connessione con la morte lo vedeva spesso come ornamento nei cimiteri. Tra questi, Virgilio nelle Georgiche parlava del tasso definendolo velenoso e facendogli assumere un potente valore negativo in tutte le sue opere.

Nel periodo medioevale il Tasso era associato ai riti eretici e magici, in questo modo assumeva un valore ancora più esoterico. Seguendo questa scia Shakespeare nel ‘600 scrive Macbeth e nel IV atto la terza strega aggiunge semi di tasso raccolti durante un’eclissi lunare alla preparazione del suo calderone.

Nel ‘900 J. W. McSpadden, nel raccontare le avventure del noto arciere Robin Hood, scriveva di archi di tasso dall’ottima fattura.

Taxus baccata oggi: il ruolo nella medicina

Oggi il tasso si è fortunatamente svestito del suo abito di morte. Negli ultimi anni, infatti, oltre al potere tossico delle sostanze prodotte da questo albero ne sono state scoperte anche le proprietà curative.

In particolare, il tassolo (o taxolo), uno dei componenti costituenti la tassina, è utilizzato come principio attivo di un farmaco chemioterapico chiamato paclitaxel. Questo e altre molecole derivate, tra cui il docetaxel, compongono la famiglia dei taxani, farmaci antineoplastici molto utilizzati per trattare una grande varietà di tumori, tra cui il carcinoma del seno, del polmone e delle ovaie.

Inizialmente questo principio attivo veniva estratto dalla corteccia di un’altra specie di Tasso, Taxus brevifolia, ma si è scoperto che le sole foglie di Taxus baccata contenevano un quantitativo di tassolo fino a 10 volte superiore. Questo non solo ha impedito l’abbattimento di intere foreste della specie brevifolia, ma ha anche in qualche modo riscattato il ruolo di Taxus baccata nella storia.

Conclusioni

Il tasso ha quindi avuto da sempre uno stretto legame, non solo con la morte, le guerre e i combattimenti, ma anche con la rinascita, le donne e la visione di loro come streghe o divinità, nonché con i problemi da affrontare come la scelta di un aborto, l’avvento della menopausa e l’ancora più doloroso avvento di un tumore. Il tasso è resilienza, longevità e cura, perché non scardinarlo dal suo potere tossico e associarlo alle donne piuttosto che alla morte?

Maria Vittoria Bottigliero

Bibliografia

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  • McSpadden J. W. 2010. Le avventure di Robin Hood Biblioteca dell’immaginario. Ed. Castelvecchi.
  • Monaghan P. 2004. Figure di donna nei miti e nelle leggende. Dizionario delle dee e delle eroine. Ed. Red Edizioni, Milano.
  • Thomas P. A. & Polwart A. 2003. Taxus baccata L. Journal of Ecology, 91(3), 489-524.

Sitografia