Il corvo, analisi del film con Brandon Lee

Il corvo (The Crow) è un film dalle forti tinte dark incentrato sulle tematiche della resurrezione e della vendetta. Il regista australiano Alex Proyas trae ispirazione dall’omonimo fumetto fantasy di James O’Barr per dare vita ad una pellicola avvincente ed originale. Atmosfere cupe, musiche underground e personaggi tenebrosi ricreano con fedeltà il mondo tratteggiato dalla matita di O’Barr. Il corvo appare subito destinato a far scuola. Alle sue torbide atmosfere si rifaranno registi del calibro di Tim Burton, Christopher Nolan e Robert Rodriguez. Questi ultimi due, rispettivamente con Il cavaliere oscuro e Sin City, rendono esplicito omaggio al capolavoro di Proyas.

Al notevole afflusso di spettatori seguono i pareri favorevoli della critica. Nel 1995 la pellicola si aggiudica il premio BMI Film & TV Award per la miglior colonna sonora, realizzata da Graeme Revell. Il film diviene un cult dando origine a tre sequel: Il corvo 2, Il corvo 3 – Salvation e Il corvo – Preghiera maledetta. Nessuno dei citati sequel presenta però continuità di trama con il film originale. A cavallo tra il 1998 ed il 1999 va in onda anche una serie televisiva di 22 episodi che porta il medesimo nome della pellicola. Il film è inoltre circondato da un’alone “maledetto” a causa della tragedia accaduta nel corso delle riprese al protagonista Brandon Lee. L’attore statunitense è infatti morto nel corso delle riprese a causa di un colpo d’arma da fuoco partito accidentalmente durante una scena di sparatoria.

Il corvo

Rinascere dalle proprie ceneri

Il musicista Eric Draven e la sua compagna Shelly Webster abitano in un piccolo appartamento e progettano un felice futuro insieme. Le loro giovani esistenze vengono però spezzate da una violenta aggressione. Ad un anno esatto dalla loro morte, un corvo si posa sulla lapide del chitarrista. Quella notte, come predetto da una lugubre leggenda, Eric torna in vita, deciso a vendicare la propria morte e quella di Shelly. Il protagonista, accompagnato dal nero volatile, eliminerà dunque uno ad uno i suoi carnefici.

Il corvo: la speranza risorge dall’oscurità

Il corvo

Brandon Lee si cala con naturalezza nei panni del personaggio di Eric, aiutato anche da trucco e costumi impeccabili. L’ambientazione del film è lugubre, tetra, uggiosa. Musiche punk, metal e gothic fanno da ideale colonna sonora alla narrazione degli eventi. I protagonisti sono nati e cresciuti in un contesto degradato e sono tutti accomunati da un tangibile senso di disillusione. Il ritorno in vita di Eric Draven rappresenta quindi una positiva eccezione all’interno di un mondo buio e privo di speranza.

Il mondo in cui (ri)vive Eric è analogo alla immaginifica città di Gotham. Il corvo è per lui ciò che per Batman è rappresentato dal pipistrello. Il protagonista del racconto, così come l’eroe mascherato, combatte nell’oscurità e si avvale di essa per terrorizzare i nemici. La sua missione non è finalizzata esclusivamente alla vendetta personale; Eric vuole, infatti, ripulire la propria terra dalla malavita che la corrode. Pioggia ed oscurità permeano gran parte del film per poi cessare col trionfo finale del risorto a danno dei criminali. L’eroe, dopo mille fatiche, “torna a morire”, consapevole di avere portato a termine con successo il compito affidatogli. La sua seconda morte assurge così a definitiva liberazione di carne ed anima.

Davide Gallo