Japanglish: il fenomeno trasformato in lingua

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Il Japanglish è, come già molto intuibile dalla parola stessa, l’unione di due lingue molto complesse e distanti tra loro. Si parla ovviamente dell’inglese e del giapponese, lingue che vanno molto in contrasto tra loro e che sono difficili da apprendere e ancora più difficili da parlare sia per un popolo che per l’altro.

Come nasce il Japanglish

Il Japanglish nasce (come quasi tutti i fenomeni mediatici e importanti dell’ultimo millennio) dal web, anche se non è ancora molto chiaro quando sia nato esattamente.

Si pensa che sia nato solamente negli ultimi anni e che poi si sia diffuso grazie ad Internet in tutto il mondo in poco tempo, passando dall’Asia agli Stati Uniti fino ad arrivare in Europa, colpendo così anche l’Italia. Un’altra teoria invece sostiene che il Japanglish sia nato anni fa stesso in Giappone e che fosse utilizzato solo da poche persone. Ciò avrebbe portato le persone che non si sentivano capite a diffondere questa lingua e quindi a metterla sotto la luce dei riflettori.

Qualsiasi sia la verità, tutto ciò che conta è che il Japanglish è nato in Giappone come necessità del popolo nipponico di poter utilizzare parole non della propria lingua senza essere derisi a causa degli errori di pronuncia.

Cosa significa questo? Come tutti sappiamo il giapponese è una delle lingue più difficili da imparare a causa della sua grammatica particolare, delle pronunce bizzarre e non dimentichiamo che il giapponese ha più di un sillabario (il loro alfabeto, loro comunicano attraverso sillabe).

Scrittura giapponese e pronunce

Il sistema di scrittura giapponese si basa sui due kana, ovvero il katakana e l’hiragana che rappresentano appunto i due alfabeti sillabici. Oltre a ciò però, il sistema di scrittura giapponese comprende anche una terza componente che viene rappresentata dai kanji’, dei sinogrammi molto importanti. Questi sono caratteri di origine cinese (molto simili quindi a quelli attuali della lingua cinese) che sono stati importati nella lingua giapponese per necessità di comunicazione.

Come si può capire da ciò, il popolo giapponese è sempre stato abituato a prendere caratteri di altre lingue e renderli propri dopo alcune modifiche. Questo modus operandi quindi, sebbene abbastanza antico è sempre rimasto nella cultura giapponese ed è sempre servito per aiutare i giapponesi a comunicare. Non c’è da stupirsi quindi se dopo decenni e decenni, il popolo giapponese abbia deciso di prendere la lingua inglese e unirla alla propria per creare un nuovo modo di parlare.

Se per la scrittura quindi non ci sono stati veri e propri problemi grazie ai
kanji’, la questione alla base del Japanglish si trova semplicemente nel parlato, nella pronuncia delle parole. I giapponesi infatti, come è noto in tutto il mondo non utilizzano la lettera l. Questo significa che loro non sanno cosa sia? No, vuol dire che non riescono a pronunciarla correttamente come noi e quindi la sostituiscono con la lettera r.

Ciò porta alla fine ad un popolo linguisticamente incapace di pronunciare alcune parole in maniera chiara e quindi, sentire un giapponese che pronuncia parole con la lettera al proprio interno risulta buffo. E’ un suono per noi estraneo, non riusciamo a comprenderlo perché a noi risulta facile e naturale utilizzare la l. La stessa cosa vale per loro ma al contrario, la lettera l è un suono sconosciuto e quindi non viene assimilata correttamente.

Perché il Japanglish

Se prendiamo tutto quello detto in precedenza, il succo del discorso è che i giapponesi hanno creato un nuovo modo di parlare per non dover utilizzare parole che contengono la l. Ora viene da chiedersi perché tra tutte le lingue del mondo abbiano scelto proprio l’inglese e la risposta giusta alla fine è la più banale: è stato scelto l’inglese perché più diffuso.

Essendo l’inglese la lingua universale, nonostante sia molto lontana dal giapponese per quanto riguarda la radice e quindi le origini, era la scelta più ovvia dato che è la lingua che tutti utilizzano quando si trovano in un paese di cui l’idioma è sconosciuto. E’ la lingua che ci salva quando non sappiamo comunicare con una persona dalle origini diverse rispetto a noi ed è la lingua che di solito viene utilizzata dai turisti.

Dato che il Giappone ha molta affluenza di turisti e la lingua più utilizzata da loro è l’inglese (nonostante sia risaputo che in Giappone questa lingua venga utilizzata poco), il popolo nipponico ha dovuto abituarsi al suono delle parole inglesi e piano piano ha cominciato a ripeterle e utilizzarle. La differenza di pronuncia era evidente e per porre fine a ciò, è nato il Japanglish. Il Japanglish è anche chiamato Engrish e Janglish, nonostante il termine più diffuso e quello con cui è conosciuto è senza alcun dubbio il primo.

Fenomeno o lingua?

Alcuni linguisti sono divisi quando si parla del Japanglish perché nonostante la maggior parte sia d’accordo nel dire che esso è effettivamente una lingua vera e propria e non un semplice dialetto (dato che viene parlato in tutto il paese e non solo in qualche zona), altri invece sostengono che sia solo un fenomeno ma che non abbia la caratteristiche reali di una lingua finita.

Le loro obiezioni nascono dal fatto che il Giappone (ma anche tutto l’Oriente) è costantemente bombardato da notizie occidentali, da mode, dall’intera cultura non orientale, specificamente quella americana o meglio, yankee. Ciò porta le persone orientali ad avvicinarsi ad una cultura che non gli appartiene e quindi ad emularla completamente. Secondo alcuni studiosi quindi, ciò porterebbe ad emulare anche il linguaggio e quindi ad utilizzare frasi con una struttura grammaticale simile a quella inglese.

Per quanto ciò possa essere vero, ci sono anche delle cose che non tornano in questo ragionamento. Se come detto tutto l’Oriente è bombardato dalla cultura occidentale, allora non si parlerebbe solo di Japanglish ma anche di altre lingue reali unite poi all’inglese. Cinese e inglese, tailandese e inglese e così via. Ciò invece non accade dato che non ci sono altre lingue che si comportano in questo modo.

Oltre a questo, c’e da dire che il Japanglish lo troviamo ovunque in Giappone; dai negozi, alle scuole e perfino negli anime. E infatti grazie a loro che questa lingua si è diffusa e si è rivelata a tutto il mondo.

Diffusione ed esempi

Possiamo trovare il Japanglish in tantissimi anime ma l’esempio più lampante lo troviamo senza alcun dubbio in JoJo’s Bizarre Adventure. Questo anime oltre ad essere uno dei più amati in tutto il mondo, è anche pieno zeppo di riferimenti alla cultura occidentale e in ogni singolo episodio possiamo trovare esempi di Japanglish. 

Esempi di incorporamento linguistico

I personaggi usano costantemente parole e frasi inglesi e a differenza di altre opere televisive orientali come ad esempio quelle cinesi, dove l’inglese è solo lievemente accennato e utilizzato a sé stante, qui invece è sempre utilizzato all’interno di frasi più grandi o esclamazioni. Per chi guarda gli anime quindi, non è inusuale sentire i propri personaggi preferiti parlare in inglese tra una frase e l’altro in giapponese.

Questa meravigliosa lingua ha anche una canzone dedicata, cantata sia in giapponese che in inglese e che spiega cosa effettivamente è il Japanglish. 

https://www.youtube.com/watch?v=zhGnuWwpNxI

Il cantante e ballerino cino-malese Namawee ha creato questa canzone divenuta popolare in tutto il mondo in cui si diletta nell’imparare e far imparare agli spettatori questa nuova lingua. Makudonarudo è il modo in cui i giapponesi chiamano il fast food più famoso al mondo, ovvero il McDonald’s. Come possiamo vedere la è sostituita dalla r in tutte le parole giapponesi.

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Spiegazione di alcune parole

Nella canzone viene anche detta la frase “you speak Japanglish” che vuol dire letteralmente “tu parli il Japanglish”, facendo così capire che questa è una lingua vera e propria e non un fenomeno qualsiasi, non più ormai. In futuro nelle scuole potremmo vedere come nuova lingua insegnabile proprio il Japanglish.

Donatella De Mena