Negli ultimi tempi si è molto sentito parlare della 46P/Wirtanen, in arte la Cometa di Natale, che ci tiene eccezionalmente con il naso all’insù proprio nel periodo più magico dell’anno. Ma cosa sono le comete?
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La cometa è un corpo celeste composto da un nucleo di ghiaccio, roccia, polveri e metalli, oltre che da sostanze presenti sulla Terra allo stato gassoso, come monossido di carbonio, anidride carbonica e metano. Le dimensioni vanno dalle centinaia di metri fino ad oltre cinquanta chilometri.
Il nome “cometa” deriva dal greco κομήτης, cioè “chiomato”. Quando una cometa si avvicina al Sole, il calore fa sublimare il ghiaccio più esterno, che va a formare una chioma gassosa intorno al nucleo. I gas e le polveri, a causa del vento solare e dalla pressione di radiazione, danno vita ad una coda che si estende dalla cometa in direzione opposta a quella del Sole. La cometa, che è in realtà uno degli oggetti più scuri conosciuti nell’universo, diventa così luminosa, sia perché riflette la luce solare, sia per la ionizzazione dei gas che si formano intorno.
Le comete seguono delle orbite ellittiche che le portano nei pressi del Sole e si dividono in:
Essendo costituite di elementi volatili, le comete hanno vita relativamente breve. Passando vicino al Sole, di volta in volta la cometa perde progressivamente parte del suo nucleo, fino a che la coda non si può più formare. Se il rimanente nucleo roccioso è consistente, la cometa diventa un asteroide, sennò si dissolve in una nube di polvere.
Alcune comete possono andare incontro ad una fine più violenta: possono cadere nel Sole, entrare in collisione con un asteroide o anche con un pianeta. Le collisioni tra pianeti e comete sono piuttosto frequenti su scala astronomica, in particolare con i grandi pianeti gassosi.
La Terra si scontrò una piccola cometa nel 1908, che esplose nella taiga siberiana radendo al suolo migliaia di chilometri quadrati di foresta. Per questo motivo, la collisione di una cometa con un centro abitato, potrebbe causare una vera e propria strage, ma fortuntatamente i luoghi densamente popolati sul nostro pianeta sono estremamente ridotti.
Per lungo tempo gli studiosi non riuscirono a comprendere l’origine e il significato delle comete, limitandosi a registrare il loro passaggio. La svolta si ebbe nel XVI secolo, quando Tycho Brahe comprese che la loro orbita andava oltre la Luna, e che quindi non fossero fenomeni terrestri (ipotesi invece sostenuta da Galileo Galilei)
Nel XVII secolo, Edmond Halley usò la teoria della gravitazione, formulata da Isaac Newton, per calcolare l’orbita di alcune comete. Trovò che una di queste tornava periodicamente vicino al Sole ogni 76 o 77 anni, già dal 66 d.C. Quando questa predizione fu confermata, dopo la sua morte, la cometa prese il nome dell’uomo che ne aveva predetto il ritorno, diventando famosa come la Cometa di Halley.
La seconda cometa riconosciuta come periodica fu la Cometa di Encke, nel 1821. chiamata col nome di chi ne calcolò l’orbita, il matematico e fisico tedesco Johann Franz Encke. La cometa di Encke ha il periodo più breve conosciuto, circa 3 anni, e per questo è anche la cometa della quale si hanno più apparizioni registrate.
Un passo epocale sullo studio delle comete è stato fatto con la missione Rosetta, una sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lanciata nel 2004 e che nel 2016 ha fatto atterrare un lander sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Le comete sono composte, oltre che da polveri e ghiaccio, anche da una varietà di composti organici: sono presenti metanolo, acido cianidrico, formaldeide, etanolo ed etano ma anche molecole più complesse, come lunghe catene di idrocarburi e amminoacidi. Per questo motivo è ormai opinione comune nella comunità scientifica che siano state proprio le comete a portare sul nostro pianeta quei mattoncini fondamentali per la nascita e lo sviluppo della vita.
Notoriamente, la stella cometa è un tipico simbolo natalizio. Secondo la tradizione infatti, i Re Magi furono guidati da una cometa fino alla mangiatoia di Gesù. Nella realtà dei fatti però il Vangelo non parla di una cometa, ma solo di una stella particolarmente luminosa. La tradizione della cometa è di epoca medievale, successiva all’affresco di Giotto de l'”Adorazione dei Magi“, e tutt’oggi ha grande fortuna nella rappresentazione della Natività. Sono state avanzate diverse ipotesi sulla reale natura della Stella di Betlemme, tra cui quella che in realtà fosse la luce emanata dall’esplosione di una supernova.
Le comete però sono anche state sinonimo di cattivi presagi: nel 1456 il passaggio della Cometa di Halley generò un fenomeno di isteria di massa dei popoli dell’epoca che lo consideravano un evento apocalittico. Lo stesso Nostradamus, nelle sue profezie, accosta i passaggi delle comete ad avvenimenti catastrofici e pronostici di morte.
Al giorno d’oggi, accogliamo con gioia il passaggio di una cometa luminosa e ben visibile, in grado di offrirci uno spettacolo di fascino non indifferente che affonda le sue radici nel più antico passato del nostro Universo. E se poi questo accade durante il periodo natalizio, si aggiunge un pizzico di magia in più.
Lucrezia Guarino
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