L’esercito dei morti: una tradizione medievale

Il culto dei morti è presente un po’ in tutte le culture, e ha a che fare molto di più con le tradizioni folcloriche che con la religiosità, ed è perciò maggiormente legato alle «superstizioni» popolari. La festa della commemorazione dei morti venne istituita intorno al XI secolo, in un periodo storico particolare, in cui la Chiesa si preoccupava di cristianizzare molte tradizioni popolari, fra cui anche il culto dei morti; nel caso specifico, infatti, esso venne istituito nel territorio di Cluny fra il 1024 e il 1033, divenendo ben presto una delle festività più sentite della cristianità. E fra le tradizioni popolari legate ai defunti e, in generale, al mondo dell’aldilà, ricordiamo quella dell’esercito dei morti.

L’esercito dei morti

All’epoca giravano molte voci intorno a presunte apparizioni di fantasmi, in particolare molti affermarono di aver visto un intero esercito di morti aggirarsi fra un villaggio e un altro. Abbiamo alcune testimonianze “oculari” di chi vi s’imbatté; Raul il Glabro, un monaco che visse presso i monasteri della Borgogna, intorno al 1014 vide una torma di cavalieri marciare verso Occidente e dissolversi poi d’improvviso.

Ancora Raul il Glabro ha riportato nelle sue Storie l’apparizione avuta da un altro monaco, Vulfiero di Mountiers-Saint-Jean, riguardo anime vestite di bianco e porpora che, capeggiati da un sedicente vescovo, affermavano di essere i cristiani morti in guerra.

esercito dei morti
Battaglia dei Campi del Pelennor, “Lord of rings”

Racconti del genere però non nacquero, tuttavia, specificamente in epoca medievale, dal momento che che già Tacito ne parla, seppur di striscio, nella Germania. E a tal proposito si è ipotizzato che fossero racconti di area germanica trasferiti in Occidente insieme con le invasioni barbariche, così come si è notata una certa similitudine fra le strutture della società feudale con quella dell’esercito dei morti, che assumerebbe, perciò, una valenza simbolica morto forte, giacché parrebbe esserne la versione rovesciata.

La famiglia Hellequin

È anche vero che tutte queste storie di apparizioni e spiriti erranti, nell’ottica di assimilazione della Chiesa, erano tollerati e spiegati come una sorta di espiazione dei peccati commessi in vita; erano anime che in qualche modo stavano offrendo ai vivi anche un monito, avvisandoli di cosa li aspettava se non avessero tenuto un certo comportamento.

Tuttavia, si deve tener presente che a un certo punto la Chiesa rigettò tali credenze, le stesse che aveva tentato di cristianizzare almeno tra l’XI e il XII secolo. Perché? Verso la fine del XII secolo prendeva vita l’idea di una realtà intermedia, un luogo adatto all’espiazione dei peccati commessi in Terra; è così, secondo Jacques Le Goff, che nasce l’idea del purgatorio, ragione per cui le credenze precedenti furono superate, anzi, esse assunsero caratteristiche quasi diaboliche.

esercito dei morti
Army of dead, in “Lord of rings”

Da questo momento in poi, infatti, l’esercito dei morti s’identificherà con la famiglia Hellequin. È Orderico Vitale che nella Storia ecclesiastica, risalente al 1140, utilizzerà tale dicitura a proposito di un’apparizione avuta da un prete nel 1091, quando i morti si presentarono guidati da un gigante che minacciò il prete normanno con una clava. Il racconto procede con altri dettagli terrificanti, poiché fra di essi vi erano anche demoni intenti a torturare delle anime e donne a cavallo, torturate anch’esse. A conclusione della macabra sfilata vi erano i cavalieri che issavano stendardi neri, e proprio questi ultimi avrebbero ucciso il povero prete se egli non avesse invocato con tutte le sue forze l’aiuto della Vergine Maria, e concordato un periodo di penitenza.

Addirittura in alcune storie la famiglia Hellequin s’identifica col personaggio di re Artù alla testa di cacciatori: è il domenicano Stefano di Boubon a riportarci tale ambiguità, quando scrive “familia Allequin vulgariter vel ArturiSiamo di fronte ad una nuova interpretazione dell’esercito dei morti, non più identificabili come anime che espiano peccati ma come demoni ingannatori.

Dama abonde

Da queste prime rappresentazioni demoniache si è sviluppato poi il sabba delle streghespostando l’attenzione su spiriti femminili dell’abbondanza domestica. In questo caso troviamo uno spirito che si ferma in una casa saziandosi con del cibo, lasciando in cambio l’abbondanza; nel caso in cui le venisse negato di mangiare, lascerebbe la disgrazia. Attestazioni letterarie circa lo spirito di Dame Abonde ritorneranno nel Roman de la Rose, in cui si parla della credenza secondo cui i terzogeniti, almeno tre volte la settimana debbano volare insieme con la dama dell’abbondanza; s’instaura così un legame, ancora una volta, con l’aldilà, dal momento che è solo l’anima a viaggiare insieme con lo spirito dell’abbondanza.

Attorno alla sua figura s’intesseranno storie su storie che si ascrivono perfettamente nell’ottica popolare di contadini che volevano garantirsi l’abbondanza attraverso la commemorazione superstiziosa dei morti. Eppure da una visione tutto sommato positiva delle anime dei morti, si è passanti ad una completamente negativa e demonizzata.

Roberta Fabozzi

Fonti:

Jean-Claude Schmitt, Medioevo «superstizioso», Laterza editore, traduzione a cura di Maria Garin, 2007.

Immagine in evidenza: ph Spencer Tunick