Alcune zone del Centro e Sud America durante l’epoca precolombiana erano già molto avanzate in molti i campi come quelli scientifici, quelli delle arti plastiche ed anche in quello dell’oreficeria, la lavorazione dell’oro.
L’importanza che ha rivestito l’oro per queste civiltà lo riportano ad esempio le cronache che descrivono i cerimoniali d’iniziazione dei capi nel corso del quale al candidato al termine di un periodo di penitenza che lo rendeva degno d’essere eletto veniva cosparso il corpo di polvere d’oro prima d’essere condotto con una zattera in mezzo al lago sacro dove si tuffava. Alle divinità dei laghi si offrivano gioielli e materiali preziosi tra cui oro in gran quantità, oggetti che sono stati ritrovati su fondali lacustri considerati sacri soprattutto in Colombia.
Inoltre si crede che la maggior parte degli oggetti d’ornamento in oro, soprattutto quelli più antichi, venissero utilizzati nelle funzioni religiose e nei riti funebri.
In certe occasioni i sacerdoti vestivano con tuniche fatte interamente da strisce di lamine d’oro intrecciate come se fossero un vero e proprio grosso tessuto.
Guerrieri, notabili e sacerdoti portavano un ornamento d’oro laminato a forma di disco oppure a forma di ventaglio rovesciato con dei pendenti che veniva agganciato alle narici e che veniva chiamato nariguera. Inoltre erano in uso presso queste popolazioni anche pettorali d’oro ed orecchini d’oro posti sui lobi delle orecchie.
La datazione da cui far partire l’arte orafa precolombiana e le sue evoluzioni è imprecisa. Ciononostante si ha la tendenza ad assegnare al V secolo la cultura Chavin del territorio meridionale ed al VII-VIII secolo le culture Mochica e Nazca, seguita dall’espansione del clan dei Tiahuanaco caratterizzato da un’organizzazione politica, sociale e religiosa molto evoluta che sfocerà nel XIV secolo nell’Impero Inca che avrà il suo centro nella capitale Cuzco.
Le culture andine conoscevano già le tecniche di lavorazione dei gioielli che includeva anche la saldatura, la fusione a cera persa, le leghe (come già prima accennato) e la doratura del rame. In particolare la lega costituita da oro e rame chiamata tumbaga è stata utilizzata sia dalle culture andine che da quelle mesoamericane.
Viene definita Mesoamerica la parte dell’America centrale delimitata teoricamente a nord dallo stato messicano del Sialoa ed a sud dall’Honduras e dal Nicaragua. In queste zone si ebbero manifestazioni artistiche nell’oreficeria che, insieme a quelle andine sono le più rilevanti dell’epoca precolombiana.
L’oreficeria mesoamericana ebbe sviluppo circa un millennio dopo quella andina, perché la regione era povera d’oro. Il metallo prezioso veniva importato dalle regioni centro-meridionali, molto più ricche d’oro. Inoltre si ritiene che in Mesoamerica anche gli orafi venissero importati ed infatti numerosi ritrovamenti fanno pensare che ci sia una radice stilistica andina in epoca di dominio azteco.
Il repertorio degli ornamenti non varia con quello delle regioni meridionali e la forma stilistica è fortemente caratterizzata dall’esaltata espressività che si riscontra nelle manifestazioni artistiche azteche tendenti ad una spietata tipizzazione plastica (le forme più frequenti erano figure antropomorfe e zoomorfe ma venivano utilizzati spesso anche motivi ornamentali quali il disco, le sfere o sferoidi e parti pendule campaniformi).
Con il dominio azteco le cose non cambiarono perché gli orafi erano sempre di origine andina e se i loro temi formali subirono delle variazioni la sostanza stilistica delle opere rimase invariata. L’Impero Azteco occupava la maggior parte dell’attuale Messico con capitale Tenochtitlan (ora Città del Messico). L’Impero ottenne il dominio della Valle del Messico solo nel XV secolo.
Con la fine del XV secolo, in un’epoca in cui la ricchezza di uno Stato si misurava in base a quanto oro si possedeva, successivamente alla scoperta dell’America da parte di Colombo e con l’inizio del periodo dei conquistadores spagnoli nel Centro e Sud del continente, dove vennero ritrovate ingenti quantità di questo materiale, fiorirono leggende che legavano questi luoghi ad immense ricchezze come quella dell’Eldorado.
Le società precolombiane davano all’oro un potere solo simbolico per lo più associato alle divinità del Sole ed al contrario degli europei non lo concepivano come merce di scambio.
La conquista spagnola segnò la fine delle attività artistiche nell’oreficeria precolombiana. Nei centri ove la ricchezza dei giacimenti lo consente, ciò che rimane dell’artigianato indigeno tutt’oggi è stato adattato ad una produzione che, per l’introduzione di elementi spagnoli, costituisce uno stile ibrido.
Malgrado i molti saccheggi e le spoliazioni della conquista spagnola ci sono molti pezzi d’oreficeria precolombiana d’oro che sono conservati in varie parti del mondo sia in musei, che in collezioni private, che in mercati d’antiquariato.
Giulia Cesarini Argiroffo
Bibliografia:
Charline, Eric (2013), 50 Minerali che hanno cambiato il corso della Storia, Roma, Ricca Editore.
Gregorietti Guido (1969), Il gioiello nei secoli, Milano, Mondadori Editore.
Fonti immagini:
precolombino.cl
simboloabierto.wordpress.com
fiveprime
Link d’approfondimento:
http://www.treccani.it/enciclopedia/civilta-precolombiane_(Dizionario-di-Storia)/
https://culturadelgioiello.wordpress.com/2012/06/14/i-miti-delloro/
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