Napoli e Campania

Vallata: la tradizione del Venerdì Santo

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Vallata è un piccolo borgo antico, parte integrante della bella e verde Irpinia.

Nasce su un colle ai piedi dell’alta Trevico, bagnato dall’Ufita e dal Calaggio; esso confina con i territori di Scampitella, Bisaccia, Guardia De Lombardi e Carife.

Paesino in provincia di Avellino, ha origini medievali dove la Chiesa Madre di San Bartolomeo insieme al resto dell’edilizia religiosa, rappresenta una delle massime attrattive del posto.

Immerso in un rigoglioso paesaggio boschivo, Vallata vanta una storia secolare che lo vede come piccola realtà agricolo-pastorale dove negli anni si è fatto largo l’artigianato di vimini, l’industria calzaturiera e d’abbigliamento.

Tra le viuzze e i vicoletti stretti di questa minuscola parte di mondo quasi dimenticata, è possibile scoprire antichi palazzi dai portali in pietra che narrano silenziosi l’eco di un tempo che fu.

E’ proprio qui, in questo recondito angolo irpino che oltre ad eventi come la fiera di San Vito (15 giugno) e il Ferragosto vallatese, ha luogo una delle rappresentazioni più importanti non solo della Campania e del Mezzogiorno ma di tutta Italia, evento del Venerdì Santo.

Un momento particolare per la comunità, dove storia, tradizione, fede e folklore s’intrecciano e confluiscono nella ricorrenza della Pasqua.

Vallata: cenni storici della Passio Christi

Centurione durante la Processione- Vallata

La Passione di Cristo nel comune di Vallata è un evento molto sentito, in quanto rito secolare che dura da ben cinquecento anni e che si fa risalire al 1541, anno in cui la comunità ebraica vi si insediò, prendendo parte, dopo la conversione, alla processione che tutt’oggi si tiene il giorno del Venerdì Santo attirando fedeli sin dalla vicina Puglia e curiosi da ogni dove.

La prima fonte fotografica del suggestivo evento è riconducibile al 1928 e ritrae l’attuale assetto scenografico della suddetta processione che non si presenta come un’ordinaria Via Crucis dalle stazioni recitate, bensì un corteo itinerante che narra il racconto evangelico di San Giovanni attraverso immagini, oggetti, suoni, effigi, simboli … i quali accompagnano gli astanti quasi in un viaggio mistico-sensoriale di quelle che furono le ultime ore della Passione di Cristo.

Ad impreziosire la nota rappresentazione di Vallata, concorrono i Misteri e le tele settecentesche, tra cui, va ricordato il gonfaloniere della morte, in quanto arazzo più antico riguardo cui esisteva la oramai perduta superstizione di essere evitato a vista dalle donne del passato, poiché considerato foriero di sventura.

Questo rito corale, emblema significativo dell’identità, del vanto e dell’orgoglio vallatese, momento di forte emozione, nel 2014 è stato premiato come il miglior evento di Pasqua a livello nazionale.

Vallata: la Processione

L’Addolorata chiude la Processione- Vallata

La Processione del Giovedì e Venerdì Santo che si terrà a Vallata i giorni 29 e 30 marzo, è un appuntamento da non perdere, una spettacolare rappresentazione religiosa a cui vale la pena assistere.

E’ un momento magico, dove fede e cultura s’incontrano, dove è possibile vivere un’atmosfera ascetica e contemplativa che solleva quel sentimento spirituale di devozione mirato ad esaltare il mistero del dolore.

Il feretro del Cristo in processione, portato in spalla dal gruppo di medici, unisce i credenti in un clima cupo ma saturo di rispetto reverenziale al contempo, scandito dal suono ritmico del tamburo, della tromba e dal passo cadenzato dei soldati.

La tradizione, infatti, vuole che i giovani di Vallata si vestano da littori o centurioni come se fosse quasi una sorta di “debutto”, di prova d’iniziazione esibendosi fisicamente, un modo per “affermarsi” con onore dinnanzi alla comunità, partecipando attivamente alla rappresentazione.

Fino a qualche anno fa, vi era l’usanza di indire un’asta pubblica finalizzata a decretare chi si aggiudicasse l’aquila imperiale da portare in processione, uno dei simboli della Roma Antica che costituiva per la gioventù l’apice della tradizione.

Durante il rito processionale, a cui prendono parte circa 200 figuranti, sfilano i Misteri e le tele che raffigurano scene della vita e morte di Cristo, insieme a due numerosi “Squadroni”: uno dei piccoli e uno dei grandi.

Il primo è costituito dai giovani di Vallata e aperto da due alabardieri e la guida che portano l’aquila latina; il secondo è preceduto dall’Imperatore con Lictores, capo squadrone e Pilato.

Il raccoglimento alla riflessione e meditazione è intensificato dalla presenza di “cantori” che, suddivisi per gruppi, intonano i versi della “Passione di Cristo” di Pietro Metastasio, composti dal poeta tra il 1730-1740 e tramandati oralmente o attraverso incerti scritti.

La solenne Processione di Vallata si chiude con la bara di Gesù morto e la statua dell’Addolorata circondata da bambine vestite di nero con in mano bandierine listate a lutto e un prolisso panegirico che, tempi addietro, richiedeva l’intervento di illustri oratori.

L’evento parte dalla Chiesa madre dove i figuranti si radunano e si snoda per il paese, attraversando la piazza per poi tornare nel punto da cui prende abbrivio.

Per concludere, possiamo dire che Vallata, grazie alla sua posizione territoriale immersa nel verde e nello scenario naturalistico, si pone come una tappa rilevante che va ad arricchire il percorso volto alla valorizzazione dell’Irpinia.

Questo borgo di circa 3200 abitanti, ad insaputa ancora di molti, è un centro che ha destato interesse facendo delle sue origini e tradizioni un incentivo per farsi riconoscere ed apprezzare anche fuori Regione.

Inoltre, da menzionare vi è anche l’aspetto culinario non trascurabile che vede nei tipici piatti vallatesi il trionfo anche della cultura irpina in tavola.

Pasqualina Giusto

Sitografia:

Foto: internet

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Pasqualina Giusto

Nata il 12 Settembre 1985. Vive in Irpinia, terra a cui sono ispirati molti dei suoi articoli. Ha frequentato la Facoltà di Scienze Giuridiche presso" Università degli Studi del Sannio" e la Facoltà di Lettere Moderne presso la "Federico II". Appassionata di tradizioni e cultura popolare, ha all'attivo un'esperienza come redattrice per la testata online "La Cooltura" nella sezione "Folklore".

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