San Giovanni a Carbonara: la Chiesa delle Meraviglie

San Giovanni a Carbonara: un tesoro del Trecento

San Giovanni a Carbonara

La chiesa di San Giovanni a Carbonara, gioiello trecentesco nel cuore di Napoli, è poco nota al grande pubblico pur essendo ricchissima di capolavori: dal mausoleo di Ladislao di Durazzo alla Cappella Caracciolo del Sole; dal pavimento maiolicato alla cappella Miroballo. Qui si trova la tomba di Sergianni Caracciolo, amato dalla regina Giovanna che protesse e servì fedelmente. Un personaggio tra i più in vista della Napoli del Quattrocento. Una chiesa straordinaria, San Giovanni a Carbonara, in cui si trovano opere meravigliose: la cappella Caracciolo a Vico, la cappella Somma e un suggestivo dipinto del Vasari.

A Napoli ogni strada o vicolo può regalare sorprese. Così per questa bellissima chiesa che dall’esterno non si apprezza al meglio: rappresenta un sito di straordinaria bellezza dalle caratteristiche uniche. Sotto San Giovanni a Carbonara sorge un altro edificio di culto, la chiesa della Consolazione a Carbonara, di epoca barocca. Poco lontano la chiesa della Pietatella, costruita dai padri agostiniani nel 1383.

La storia della Chiesa

San Giovanni a Carbonara

La chiesa è situata in un luogo che anticamente si trovava fuori la prima cinta muraria di Napoli chiamato Carbonarius. La costruzione inizia tra il 1339 ed il 1343 quando Gualtiero Galeota donò ai padri agostiniani un terreno affinché fosse edificata una chiesa da dedicare al Battista. Il patrizio, filantropo ed amante dell’arte, si distinse anche per la fondazione di un monastero dedicato a San Francesco, a Portici.

Il primo nucleo della chiesa di San Giovanni a Carbonara risale, dunque, all’epoca angioina. Fu il re Ladislao di Durazzo ad interessarsi alla piccola chiesa, individuandola come luogo della sua sepoltura. Fece una serie di donazioni e, in questo periodo, l’edificio fu enormemente arricchito con marmi e decori ed ampliato.

Il mausoleo di Ladislao di Durazzo

San Giovanni a Carbonara

Il re Ladislao, figlio di Carlo III e della regina Margherita di Durazzo è sepolto nella chiesa di San Giovanni a Carbonara in un mausoleo scenografico e spettacolare, alto 14 m, che fu concluso tra il 1414 -anno della sua morte- ed il 1428.

Fu la regina Giovanna II a volere fortemente il mausoleo funebre per celebrare il fratello e la dinastia angioina. Un’opera monumentale che si snoda su quattro livelli ed è tradizionalmente attribuita ad Andrea da Firenze. Al primo livello le statue delle Virtù -cariatidi- che con le loro braccia sostengono la parte soprastante.

La parte centrale contiene le statue di Ladislao e della regina Giovanna II in trono, ai lati altre quattro cariatidi rappresentanti altre Virtù. Al terzo livello la cassa sepolcrale di Ladislao, su un baldacchino con gugliette laterali, benedetta da un vescovo.

In alto campeggia la statua equestre del re Ladislao di Durazzo che domina su tutto il monumento: la spada sguaianata, il portamento fiero. Sotto la statua l’iscrizione Divus Ladislaus.

La tomba di Sergianni Caracciolo e la cappella Caracciolo del Sole

San Giovanni a Carbonara

Nella chiesa di San Giovanni a Carbonara c’è un monumento che ricorda Sergianni Caracciolo, Gran Siniscalco, consigliere fidato ed amante di Giovanna II. Il suo potere crebbe velocemente e riuscì ad acquisire una grandissima fortuna personale accumulando ricchezze e feudi. Ebbe un’influenza enorme sulla regina, condizionandone le scelte e rendendosi inviso alla rissosa nobiltà napoletana. Fu pugnalato a morte nel 1432.

San Giovanni a Carbonara

L’iscrizione sul monumento funebre, di Lorenzo Valla, lo esalta come <<un novello Cesare>>. Ed egli si comportò da vero e proprio re pensando anche alla sua sepoltura.

Il Caracciolo nel 1427 aveva fatto costruire in San Giovanni a Carbonara una splendida cappella a forma ottagonale che ancora oggi emana un fascino particolare. In basso uno zoccolo affrescato con motivi geometrici. Ai lati affreschi di Leonardo da Besozzo con scene di vita della Vergine; Perinetto da Benevento con storie di eremiti; Antonio da Fabriano con scene di santi ed eremiti. Al centro campeggia il sepolcro di Sergianni Caracciolo di Andrea da Firenze.

Cappella Miroballo

San Giovanni a Carbonara

La cappella Miroballo fu costruita nel 1454 e dedicata a San Giovanni Battista, voluta da Troiano Miroballo, homo novus, che volle costruire un monumento che celebrasse la sua potenza. Situata ai lati delle navate della chiesa di San Giovanni a Carbonara riprende -nella struttura- l’Arco di Trionfo, elemento celebrativo per eccellenza. Interamente ricoperta di marmi, all’origine doveva presentare delle decorazioni in stucco dorato. Fu eseguita forse da Iacopo della Pila e comunque presenta elementi di provenienza lombarda.

Cappella Caracciolo a Vico

San Giovanni a Carbonara

Equilibrio, armonia, eleganza e compostezza emergono dalla cappella Caracciolo a Vico in San Giovanni a Carbonara. Esempio mirabile di arte rinascimentale fu voluta da Galeazzo Caracciolo, signore di Vico, nel 1516. Fu poi completata dal figlio Nicola. Un trionfo di marmi bianchissimi, forme geometriche rigorosissime. Fu progettata da un autore anonimo che risentì dell’influenza di Bramante e Sangallo.

L’ambiente è a pianta circolare, il pavimento è in marmi policromi mentre il soffitto a cassettoni è in marmo bianco. I sepolcri di Galeazzo ed Antonio Caracciolo dominano l’ambiente.

Cappella Somma ed il Vasari

San Giovanni a Carbonara

In San Giovanni a Carbonara si trova una splendida cappella gentilizia voluta dalla famiglia Somma. Un ambiente affrescato con scene di vita religiosa di grande suggestione.

Sulla parete destra è collocata la tavola della Crocifissione di Giorgio Vasari, da poco restaurata. Fu eseguita dal grande pittore nel 1545 per la cappella Seripando. Faceva parte di un ciclo di sedici tavole oggi confluite nel Museo Nazionale di Capodimonte.

San Giovanni a Carbonara è una chiesa che riserva sorprese ad ogni angolo. Il sito è un concentrato di capolavori. La controfacciata presenta una seicentesca Madonna con Bambino del Noccherino sovrastata da un altorilievo del Malvito. Una chiesa bellissima, poco conosciuta eppure importantissima, purtroppo lasciata all’incuria. Dall’esterno si può solo lontanamente immaginare ciò che all’interno vi è custodito.

Auspichiamo che questo sito, unico e straordinario per l’importanza delle opere d’arte che vi si trovano, sia oggetto di valorizzazione e promozione culturale al fine di salvaguardarlo e renderlo fruibile al grande pubblico.

Antonietta Mastrocinque

Bibliografia:

  •  Berisio, Napoli nobilissima, Napoli, L’arte tipografica, 1969.
  •  G. B. De Cristoforis, Sergianni Caracciolo. Dramma storico, Napoli, Nabupress, 2012.

Sitografia: