Canzone d’autunno di Paul Verlaine: poesia simbolista

Canzone d’autunno di Paul Verlaine rivela carattere e atteggiamento artistico del poeta. Nel 1944 alcuni versi annunciarono via radio lo Sbarco in Normandia.

Verlaine poesia autunnoPaul Verlaine (Metz, 30 marzo 1844 – Parigi, 8 gennaio 1896) poeta francese, figura del poeta maledetto riconosciuto come mastro dei poeti del suo tempo nel 1866 pubblica i “Poèmes saturniens”, opera in cui è possibile apprezzare l’influenza di Charles Baudelaire.

A Verlaine va riconosciuto inoltre il merito di aver reso celebri gli autori che raccoglie nella sua opera “Les poètes maudit” del 1884. Verlaine stesso spiega che per “poeti maledetti”, intende “poeti assoluti”, “assoluti per l’immaginazione, assoluti nell’espressione”.

La poesia di Verlaine è caratterizzata dal gusto del vago e del malinconico, del linguaggio simbolico, evocativo e musicale, con versi brevi e fluidi anticipando diversi aspetti del Simbolismo e contribuendo in maniera determinante all’evoluzione della poesia.

“Avremmo dovuto dire Poeti Assoluti per restare nella calma, ma oltre al fatto che la calma poco si addice di questi tempi, il nostro titolo ha questo, che risponde in modo adeguato al nostro odio e, ne siamo sicuri, a quello dei sopravvissuti tra gli Onnipotenti in questione, per la volgarità dei lettori elitari – una rude falange che ben ce lo rende.
Assoluti per l’immaginazione, assoluti nell’espressione, assoluti come i Rey-Netos dei migliori secoli.
Ma maledetti!…”

La “Canzone d’autunno” di Paul Verlaine

Paul Verlaine inserisce la poesia “Canzone d’autunno” nella raccolta “Poèmes saturniens” pubblicata a sue spese nel 1866. Il paesaggio rappresentato esprime in modo simbolico l’interiorità del poeta: egli sembra immergersi negli elementi naturali da cui sprigiona un senso di profonda malinconia. La parola e il verso esprimono sfumature musicali che, secondo la poetica di Verlaine, costituiscono l’essenza stessa dell’arte poetica del suo tempo.

“I singhiozzi lunghi
dei violini d’autunno
mi feriscono il cuore
con languore
monotono.
Ansimante
e smorto, quando
l’ora rintocca,
io mi ricordo
dei giorni antichi
e piango;
e me ne vado
nel vento maligno
che mi trascina
di qua e di là
come la foglia
morta.”

L’autunno viene metaforicamente rappresentato come una melodia struggente: le note prolungate e dolenti dei violini infondono nel cuore del poeta un senso di estenuazione senza fine. L’autunno produce un senso di malinconia opprimente e un senso di infinita stanchezza prodotta dal vento che simboleggia la fatica di vivere.

L’autunno del tempo e l’autunno dell’anima

Questa è una delle più celebri poesie di Verlaine che con poche frasi riesce a definire perfettamente uno stato d’animo, in cui molti possono rispecchiarsi. L’autunno non rappresenta semplicemente una stagione, ma una fase della vita, un passaggio nel percorso che ci conduce alla morte. Rappresenta una fine e un inizio, rappresenta la malinconia e la nostalgia.

Secondo la concezione poetica di Verlaine, chiaramente espressa nel suo componimento “Arte poetica”, la poesia deve essere musica, deve penetrare nell’essenza delle cose, cogliere e trasmettere impressioni vaghe e indefinite, deve suggerire emozioni. Essa deve pertanto evitare il carattere intellettualistico, non deve essere retorica e declamatoria.

“La musica prima di tutto
e dunque scegli il metro dispari
più vago e più lieve,
niente in lui di maestoso e greve.
Occorre inoltre che tu scelga
le parole con qualche imprecisione:
nulla di più amato del canto ambiguo
dove all’esatto si unisce l’incerto.”

“Canzone d’autunno” è una chiara dimostrazione di questo modo di intendere la poesia: i versi brevi e tutte le scelte lessicali di Verlaine concorrono a creare un effetto musicale e un atmosfera rarefatta, in cui la malinconia del paesaggio autunnale si confonde con quella del poeta: ogni verso determina una pausa nel ritmo che risulta spezzato, come singhiozzante.

Avvolto nella sua malinconia il poeta si rifugia nei ricordi del passato con rimpianto (…ricordo / dei giorni antichi / e piango) e senza voglia di lottare per affrontare il presente, il vento maligno che lo travolge. Le note prolungate e dolenti di un violino sembrano singhiozzi e ben si prestano ad accompagnare il pianto dell’anima.

La similitudine finale, che vede il poeta trascinarsi come la foglia morta, sottolinea la consapevolezza della propria fragilità, che suscita in lui solo pianto: egli è in balìa della vita come una foglia staccata dal ramo.

Verlaine e lo sbarco in Normandia

VerlaineForse non tutti sanno che “Chanson d’automne” venne utilizzata per l’annuncio dello Sbarco in Normandia alla resistenza francese, dato  il 1° giugno del 1944 con una frase in codice trasmessa da Radio Londra: i primi tre versi, “Les sanglots longs / des violons / de l’automne” (“I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno”), avvertirono i francesi situati nella regione d’Orléans di compiere azioni di sabotaggio alla rete logistica tedesca nei giorni successivi.

Da quel momento tutte le trasmissioni radio dovevano essere continuamente ascoltate in attesa della seconda metà della strofa, “Blessent mon coeur / d’une langueur / monotone” (“Mi feriscono il cuore con un monotono languore”), che venne trasmessa il 5 giugno, e che diede il segnale che l’invasione sarebbe avvenuta entro 48 ore.

Questo perché tutti i messaggi inviati dagli alleati alla resistenza si dividevano sempre in due gruppi: il primo era detto di “allerta” per una imminente azione da compiere nel giro di 24 ore. Il secondo gruppo era detto di “azione”, ed era l’effettivo ordine di mettere in atto le azioni di guerriglia assegnate.

Maurizio Marchese

Fonti:

Verlaine, Poesie, Newton Compton, Roma, 1973

Paul Verlaine, I poeti maledetti, Il Saggiatore, 2010

Verlaine, Poesie,, Rizzoli, Milano, 1974

David Fraser, Rommel – L’ambiguità di un soldato, Milano, Mondadori, 2009

Larry Collins, D-Day. La storia segreta, Milano, Mondadori, 2005