È stato pubblicato un nuovo interessante saggio sulla straordinaria figura di Elena d’Aosta, protagonista della storia italiana della prima metà del ‘900.
Quella di Elena d’Aosta (1871-1951) è una figura tanto eccezionale quanto dimenticata della storia italiana. Membro della famiglia reale francese degli Orléans, e moglie del duca Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, condusse la sua esistenza tra Francia, Italia e Gran Bretagna. In questo volume (edito dal Terebinto Edizioni), Giuseppe Cipolletta ne ricostruisce la biografia, tra amori principeschi, avventure militari, opere benefiche e viaggi africani.
Una figura da riscoprire
Nonostante la straordinarietà della figura di Elena d’Aosta, in pochi studiosi si sono interessati a lei. Nell’Introduzione, l’Autore si
L’esperienza della guerra
Durante la Grande Guerra, Elena d’Aosta ricoprì il ruolo di ispettrice nazionale delle infermiere volontarie della Croce Rossa, guadagnandosi presto l’appellativo di “Generalissima” per la sua fermezza e per il rigore delle sue ispezioni. Alla fine del conflitto, venne premiata con la Medaglia d’argento al Valore Militare. Da quella tragica esperienza nacque anche una delle numerose opere di Elena d’Aosta: Accanto agli eroi (Roma 1930), con prefazione di Benito Mussolini.
Elena d’Aosta e l’irredentismo
Per molti, quella italiana della Grande Guerra era stata la «vittoria tradita». Nonostante la vittoria, ottenuta col sacrificio di molte vite, il problema dei territori italiani ancora non annessi allo Stato Italiano restava in larga parte irrisolto. Elena d’Aosta si recò così nella Fiume occupata nel 1919 da Gabriele d’Annunzio, suscitando le ire del Presidente del Consiglio Nitti. Anche a questa causa la principessa diede il suo contributo, con la fondazione dell’ONAIR (Opera Nazionale di Assistenza all’Italia Redenta).
La lunga residenza napoletana
I viaggi africani
L’altra grande passione di Elena d’Aosta fu l’Africa, che ebbe modo di visitare – non senza rischi – in diverse occasioni. L’Autore, seguendo i diari della principessa, documenti di grande interesse come Viaggi in Africa (Milano 1913), ha ricostruito le esplorazioni dell’«eterna camminante», mettendone in evidenza la grande voglia di comprendere e conoscere le variegate culture del continente nero, riuscendo ad andare oltre quei pregiudizi razziali – allora presentati da molti come scientifici – che pure le appartenevano. Il volume presenta anche un’ampia sezione con suggestive immagini tratte proprio dai Viaggi in Africa di Elena d’Aosta.
Ettore Barra