Zaccheo e il cambiamento nel mondo contemporaneo

Vivere nel mondo globalizzato XXI secolo significa avanzare attraverso una serie di mutamenti che corrono veloci, spesso senza offrire l’occasione di essere compresi e analizzati; alla luce della velocità di questi processi, l’uomo contemporaneo non può affrontare le sfide che il mondo propone senza modificare la sua forma mentis, senza prendere parte al cambiamento diventando centro focale di quest’ultimo. Le immagini metaforiche del cambiamento sono numerose: dalla metamorfosi delle farfalle alle opere artistiche e letterarie – la Metamorfosi di Kafka, il mito di Apollo e Dafne; tuttavia per poter analizzare adeguatamente questa tematica dal punto di vista sociale e umanistico, fornendo delle linee guida, è possibile utilizzare come punto di partenza anche un brano tratto dal Nuovo Testamento, più precisamente dal Vangelo di Luca: la vicenda di Zaccheo.

La vicenda di Zaccheo come metafora del cambiamento

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Il testo, come già citato, è tratto dal Vangelo di Luca, l’unico a descrivere uno degli incontri più singolari del Nuovo Testamento: quello fra un peccatore e Gesù, in viaggio verso Gerusalemme. Le prime informazioni che si deducono dal brano riguardano il personaggio soggetto del cambiamento, Zaccheo; egli è descritto ponendo l’attenzione sulla sua bassezza fisica, morale e spirituale. Oltre ad essere «piccolo di statura», Zaccheo è «capo dei pubblicani», quindi un ebreo al servizio del popolo romano che ha procurato la sua ricchezza con la frode – «se ho frodato qualcuno» – e perciò escluso dalla vita sociale.

Ad incorniciare la situazione è il luogo, la città di Gerico, meglio conosciuta come la Nizza della Giudea, per indicare la mondanità che la circondava. Sono dunque presenti, in queste poche righe, tutti gli ingredienti per identificare Zaccheo come un uomo che necessita di un cambiamento. Oltre alla necessità, è possibile sottolineare il desiderio del protagonista: «cercava di vedere quale fosse Gesù». Da questo desiderio prende avvio la vicenda ripartita in tre fasi.

«salì sul sicomoro»

Zaccheo è percorso da tensioni opposte: desidera vedere Gesù ma è bloccato da due ostacoli, uno personale, la statura, l’altro sociale e fisico, la folla. Questa spinta verso la ricerca di un diverso modo di vivere conduce il  pubblicano a compiere un gesto pieno di coraggio e ingegno. Vede un sicomoro e si spoglia dei ruoli sociali, delle convenzioni; allontanandosi dal conformismo, si arrampica in cima. Il gesto diventa il trampolino di lancio verso una nuova vita.

Secondo gli esperti di botanica, il sicomoro è un albero le cui radici emergono all’esterno, formando dei gradini su cui appoggiarsi: questa struttura rende l’ascesa sull’albero molto semplice – anche per un uomo piccolo come Zaccheo – diventando il mezzo principale per predisporsi al cambiamento e per camminare verso una ricerca aperta e spesso senza certezza di riuscita.

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L’opportunità del cambiamento presentata a Zaccheo.

«scendi in fretta»

Il centro focale del brano è l’incrocio di sguardi che passa fra Gesù e Zaccheo. In questo momento è Dio a cercare l’uomo e ad accompagnarlo nella ricerca attraverso uno sguardo carico di passione desideroso di colmare i vuoti di Zaccheo lasciati dalla vita. Nello stesso momento prendono vita le poche, semplici parole che consentono all’uomo ricercatore di raccogliere l’opportunità di cambiare.

«io do la metà dei miei beni ai poveri»

Nessun cambiamento, però, può essere definito tale se non espone una sua testimonianza. Il protagonista del Vangelo di Luca decide di redigere un testamento, dimostrando alla folla che mormorava di essere giunto al termine della sua ricerca, di aver trovato quel cambiamento di vita che l’avrebbe reso un uomo nuovo.

Un’interpretazione non cristiana

L’incontro fra Zaccheo e Gesù, nonostante la presenza della forma evangelica, può essere interpretato anche e sopratutto in forma “non cristiana”. Procediamo per punti:

  • Zaccheo è la metafora perfetta della condizione dell’umanità contemporanea: è abituato a vivere in una città come Gerico, circondato da mancanza di valori, ed è egli stesso capo della bassezza morale;
  • La folla è un impedimento sociale senza tempo: lo era all’epoca della scrittura dei Vangeli e lo è, allo stesso modo, nel mondo laico nel quale il conformismo della folla impedisce la realizzazione dei desideri interiori;
  • Il sicomoro rappresenta la predisposizione al cambiamento;
  • Al versante opposto, un po’ più in basso, vi è Gesù. Oltrepassando la figura religiosa, si può trovare la personificazione del cambiamento intesa come opportunità che si avvicina e tende la mano;
  • Il testamento – o la conversione –  di Zaccheo dimostra, infine, il raggiungimento del mutamento interiore visibile anche esteriormente, necessario per vivere serenamente nell’epoca globalizzata.

Il problema formativo: la nuova pedagogia di Jacques Maritain

La parabola di Zaccheo è un vademecum per il cambiamento interiore dell’uomo. Tuttavia, qual è la corrispondenza pratica? Modificare la propria vita interiore, cognitiva, spirituale, lavorativa è frutto di una processo formativo che è possibile ritrovare nella pedagogia di Jacques Maritain, esponente della cultura cattolica degli anni Trenta al quale si deve l’elaborazione di concetti nuovi di portata antropologica, umanistica e valoriale.

Per poter muovere i primi passi verso un cambiamento duraturo è necessaria una nuova consapevolezza dell’idea di persona, che Maritain propone come un’indissolubile unione di corpo e spirito, allontanandosi dalle prospettive precedenti: l’essenza dell’uomo non può essere ricondotta ad un unica dimensione – razionale, naturale, spirituale; esso va concepito nella sua unità e complessità irriducibile. Maritain recupera intere tradizioni culturali: quella greca (l’uomo è un animale razionale), quella ebraica (l’uomo entra in rapporto personale con Dio) e quella cristiana (l’uomo riconosce la sua essenza peccatrice e la possibilità di salvezza). Da una concezione integrale dell’uomo discende una formazione che segua le stesse caratteristiche. Maritain definisce Umanesimo Integrale la sua  nuova pedagogia: si tratta di un umanesimo rispettoso dell’integrità umana e che accetta tutto ciò che c’è di positivo nelle diverse idee di uomo.

Conclusioni

Attraverso la nuova idea di persona e l’Umanesimo integrale, Jacques Maritain ha posizionato i tasselli per operare un cambiamento nella vita dell’uomo globalizzato. Accanto a queste idee individualistiche, ha introdotto un bagaglio di valori necessario per poter superare – collettivamente – la crisi del mondo contemporaneo. I valori della religione cristiana sono conosciuti da secoli ma, spesso, osservati solo dai fedeli; Maritain definisce la prospettiva del cristianesimo laico cercando così di riprendere i valori cristiani – dignità della persona, libertà, fratellanza – snaturati di qualsiasi intento religioso e utilizzati per costruire una comunità unita e pacifica.

Alessandra Del Prete

Fonti

Bibliografia

R.TASSI, S.TASSI, I saperi dell’educazione,Pedagogie del Novecento, Zanichelli

Sitografia: 

Zaccheo: lo strozzino strozzato