Voltaire: il pensiero dell’Illuminismo nel Dizionario filosofico

Conosciamo bene il contributo dato da Voltaire all’Illuminismo. Ogni opera dell’autore aggiunge una tessera al radioso mosaico di questa corrente filosofica che ha introdotto molti concetti attuali nel pensiero moderno. Una ripartizione organica di molti di questi è presente del Dizionario filosofico, opera tarda dell’autore (nato nel 1694 e morto nel 1778). L’intento di Voltaire è di fornire un glossario in grado di presentare in maniera chiara gli elementi del pensiero alla base dei suoi contes philosophiques.

Illuminismo

Bene

Voltaire si riferisce in particolare alla locuzione “tutto è bene“, ovvero il principio di Leibniz secondo cui il nostro mondo è stato creato quale il migliore dei mondi possibili, e tutti gli eventi che si verificano sono quanto di meglio possa accadere. Voltaire si fa beffe di questa teoria, e dell’ordine del mondo ottusamente ottimistico che sottende, in scritti come Candido, dove il protagonista si trova a dover constatare che in effetti i mali del mondo sono impietosi ed esistono senza dubbio, confutando suo malgrado le teorie leibniziane trasmesse dal suo precettore, Pangloss. A chi protesta asserendo che anche i mali del singolo fanno parte di un disegno verso un bene superiore, Voltaire nel Dizionario risponde che:

Questo sistema del Tutto è bene non rappresenta l’autore di tutta la natura altrimenti che come un re potente e malefico, che non si preoccupa se quattro o cinquecentomila uomini ci rimettono la pelle […]. Lungi dunque dal consolare, la dottrina del migliore dei mondi possibili è deprimente per i filosofi che l’abbracciano.

Destino

Un altro conte, Zadig, ha per sottotitoloovvero del Destino. Per identificare il destino Voltaire traccia l’immagine del fato degli eroi secondo Omero, a cui anche gli dèi devono sottomettersi. Il filosofo moderno sfrutta la nozione di destino per affermare che il mondo obbedisce ad una serie di leggi naturali necessarie e immutabili, che non ammettono contraddizioni. Molte cose che si credono accadere per caso in realtà obbediscono a precise leggi prestabilite: così, quando sembra che la grandine che distrugge i raccolti sia stata uno sfortunato caso, il sapiente sa che non poteva accadere altrimenti. Voltaire suggerisce inoltre che ciò non deve condurre ad uno sterile fatalismo.

A chi lo accusa di rinnegare in questo modo la libertà, Voltaire risponde di proseguire alla lettera L del dizionario, ed è proprio ciò che faremo.

Libertà

Attraverso la rapida ed immediata forma del dialogo fittizio, Voltaire sembra riconoscere che molto spesso l’uomo non è padrone di mutare gli eventi che lo riguardano da vicino, essendo sottomesso da circostanze che lo obbligano a rinunciare ai suoi intenti a causa dello squilibrio tra volere e potere. In realtà, conclude, l’uomo è libero quando attribuisce alla ragione il primato sulle sue scelte, e risulta libero di fare quanto riconosce di avere potere di fare.

Teista

Il teista è un seguace della religione naturale, ovvero la fiducia in un Ente supremo potente e buono, creatore di ogni cosa, capace di elargire punizioni e doni ai malvagi e ai meritevoli. Il teista non ha bisogno di indagare il comportamento del dio, egli ha solo fiducia nel suo agire con giustizia, con provvidenza. Rifiuta i dogmi, non ha bisogno di associarsi ad altri credenti per rendere culto al dio, è in grado di parlare un linguaggio religioso immediatamente comprensibile; gli basta concentrare la sua devozione nel fare il bene verso il prossimo: così facendo sfugge al fanatismo e alle divisioni tra culti diversi.

Tolleranza

Limando le divisioni tra i culti, si arriva al concetto di tolleranza (ricordiamo il Traité sur la tolérance immediatamente precedente), centrale nell’Illuminismo. Dopo aver tracciato una breve storia delle persecuzioni religiose, Voltaire osserva con ironia di come le ragioni di stato e d’affari permettano di aggirare le differenze di fede.

Rimprovera al Cristianesimo di essere nato come la religione dell’amore e della fratellanza, ma i cui seguaci ben poco si sono conformati all’idea di tolleranza; con la diffusione del Neoplatonismo, il Cristianesimo continuava ad essere leso da lotte intestine, e che infine la parola tolleranza è divenuta temuta da chi è divenuto potente alimentando il fanatismo religioso, allontanando il Cristianesimo attuale dal credo che Cristo aveva voluto diffondere. I cristiani sono quindi soggetti all’errore, deboli come il resto degli uomini, e demonizzano le religioni che sono ad essa sorelle. Del resto, conclude:

Una canna piegata dal vento nel fango dice forse alla canna vicina, piegata in senso contrario: «Prostrati come me, miserabile, o presenterò istanza perché ti strappino e ti brucino» ?

Illuminismo

L’idea di Voltaire della filosofia

Il Dizionario si compone di oltre cento voci, dunque sono ben poca cosa quelli presentati in questo articolo. Voltaire vi tratta i temi più disparati della riflessione dell’illuminismo, con una particolare attenzione alle questioni religiose e spirituali.

Come si è visto, il filosofo aveva particolarmente a cuore il tema della tolleranza religiosa, centrale nell’Illuminismo, su cui negli ultimi tempi si dibatte sempre di più. Il fanatismo è l’unico vero avversario da battere, secondo Voltaire, l’infâme da schiacciare nella espressione rituale con cui chiudeva le sue lettere. Noi possiamo farla ancora nostra, e ripetere con convinzioneÉcrasez l’infâme!.

Daniele Laino

Bibliografia:
Voltaire, Dizionario filosofico, Newton Compton, 2008.