Caterina II di Russia: la vita e riforme della zarina illuminista

Caterina II di Russia è considerata il vero successore di Pietro il Grande per le sue politiche riformatrici e illuministe, tanto da guadagnare anch’ella il soprannome di Caterina la Grande. Donna colta, scrittrice, amica personale degli illuministi del tempo dopo l’abdicazione del marito rimase sola sul trono iniziando un lungo ed importante regno.

Chi era Caterina II di Russia?

Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst era il nome dato alla nascita a Caterina II di Russia. Nacque a Stettino in Germania nel 1729, era figlia di un generale prussiano e una principessa tedesca. A sedici anni sposò il granduca Pietro Fëdorovič, erede al trono di Russia. Dopo il matrimonio si convertì alla fede ortodossa e cambiò nome in Caterina Alekseevna. Il loro non fu un matrimonio felice, erano frequenti litigi e tradimenti.

Il carattere raffinato e intelligente di lei si scontrava con la rozzezza del marito. Poco dopo il matrimonio Pietro già aveva un’amante e anche Caterina ebbe diverse storie con alcuni membri della nobiltà. Il loro scontro non era una questione soltanto privata, ben presto diventò anche politica. Nel 1762 Pietro divenne zar con il nome di Pietro III e la moglie Caterina II zarina di Russia.

La presa del potere di Caterina II

Dopo che Pietro III salì al trono però, la sua politica filoprussiana non piacque alla nobiltà e all’esercito. La zarina approfittò di questo malcontento per guadagnare l’appoggio di chi era rimasto scontento dalla politica del marito. Nello stesso anno della sua incoronazione Pietro III fu costretto ad abdicare dopo una congiura ordita da Grigorij Orlov, favorito di Caterina. Non è ben chiaro il ruolo di Caterina in questa faccenda, se non complice fu quantomeno connivente del piano di Orlov. Pietro III si ritirò così a Ropsha, dove però dopo una settimana venne ucciso.

Iniziò così il regno di Caterina II di Russia.

https://www.treccani.it/enciclopedia/emeljan-ivanovic-pugacev

Come fu il regno di Caterina II di Russia?

Caterina II di Russia è ricordata in tutti i manuali di storia come un esempio di despotismo illuminato. Era una donna colta, amica di Diderot, Voltaire e d’Alambert, si ispirava a Pietro il Grande e durante il suo regno lavorò per apportare riforme alla società russa per modernizzarla. Ma non fu né un’impresa facile né priva di ombre.

L’obiettivo che Caterina si proponeva era quello di rendere la Russia uno stato giusto, di aumentare la scolarizzazione e sviluppare una vera e propria cultura nazionale al di là dei modelli francesi adottati dai russi in quel tempo. Per ottenere questi risultati aveva bisogno di fondi, che decise di attingere dalla Chiesa. Secolarizzò i beni ecclesiastici che rappresentavano un terzo delle terre e del servaggio russi, che quindi passarono allo Stato.

L’attuazione delle riforme di Caterina passò anche per una riorganizzazione centralistica e burocratica della vita amministrativa del Paese. Dopo lo scoppio della Rivoluzione francese le posizioni di Caterina in tal senso divennero ancora più forti. Era spaventata che la rivoluzione potesse contagiare anche al Russia e ciò la spinse ad abbandonare ogni progetto riformatore.

Quali furono le riforme di Caterina II di Russia?

Durante il suo regno favorì la libertà di stampa con un decreto che facilitava l’apertura delle tipografie, fondò istituti di istruzione sia maschili che femminili per tutti i capoluoghi e i distretti provinciali. Garantì maggiori diritti a chi era arrestato e vennero aperti nuovi ospedali.

Nel 1785 istituì in ogni città un consiglio esecutivo composto da rappresentanti eletti dei diversi gruppi sociali. S’impegnò per una diffusione delle idee e della cultura illuministiche. Lei stessa teneva rapporti epistolari con i maggiori esponenti come Voltaire e Dideroit.

Caterina II di Russia
Voltaire

Ma non fu solo amica degli illuministi, lei stessa fu autrice di libri russi, la sua seconda lingua, che andavano dai trattati pedagogici a quelli storici, dalle raccolta di favole alle commedie.

Fu Caterina II che fondò l’Accademia Russa delle Belle Arti a San Pietroburgo nel 1765.

Nel dicembre 1766 Caterina convocò una commissione composta da delegati delle provincie e di tutti i ceti sociali (ciò comprendeva i contadini ma non i servi della gleba) per creare un nuovo codice di leggi e riformare lo Stato Russo. L’obiettivo della riforma era ottenere «la felicità di ciascuno e di tutti». Caterina II preparò un documento, Nakaz (“istruzioni “in russo), contenente le sue istruzioni per la commissione, ispirato alle opere degli illuministi francesi. La commissione terminò il suo lavoro nel 1768, ma il frutto del suo lavoro rimase teorico, le riforme non furono mai attuate.

Qual era la posizione di Caterina II sulla servitù della gleba?

Una questione spinosa è quella del mondo rurale e della servitù della gleba che la commissione non affrontò. Caterina aveva espresso in precedenza la propria posizione contraria alla servitù, ma non agì in tal senso per una serie di motivi.

La nobiltà era considerata al servizio dello zar e dello Stato con un preciso elenco di doveri formalizzata da Pietro I nella Tavola dei Ranghi. Ciò aveva già limitato le prerogative e i privilegi nobiliari. Considerando che in Russia la ricchezza di un nobile non si calcolava in terra posseduta ma in “anime” e che Caterina aveva bisogno dell’appoggio della nobiltà per mantenere saldo il potere, non poteva prendere decisioni contrarie agli interessi della nobiltà. Inoltre, più del 90% dell’economia russa era economia agricola, e il sistema agricolo russo si basava sul servaggio. Cambiare le condizioni della servitù avrebbe comportato dei cambiamenti anche in quest’ottica.

Anzi, nel 1767 il Decreto sui contadini vietò ai servi di denunciare i propri padroni, tranne nel caso di alto tradimento. La servitù della gleba aumentò la sua diffusione, ai nobili venne riconosciuto il diritto di deportare i contadini in Siberia per coltivare nuove terre.

Nel 1785 Caterina emanò la Carta della nobiltà, che formalizzava lo status privilegiato dei nobili con esenzioni da tasse, punizioni corporali e servizio militare, affermava il possesso di servi e il diritto di essere giudicati da propri pari.

Quando ci fu la Rivolta di Pugačëv?

Un’iniziativa che suscitò un grosso malcontento fu poi la deportazione forzata dei contadini nelle regioni meridionali dell’impero e in particolar modo in Ucraina. Questo provocò numerose rivolte. La più famosa e violenta delle quali fu quella guidata da Emel’jan Ivanovič Pugačëv. Egli era un cosacco del Don, che nelle prime fasi della rivolta si spacciò per Pietro III redivivo.

La sua ribellione nasceva dalle opprimenti condizioni imposte ai contadini  dalla zarina considerata traditrice ed usurpatrice. Gli insorti tennero testa all’esercito russo per due anni, occupando anche città importanti come Orenburg e Kazan. Nel 1775 Pugačëv fu catturato e la rivolta repressa nel sangue. Il Leader venne imprigionato e portato a Mosca in gabbia, dove fu poi giustiziato. La portata della ribellione di Pugačëv fu però tale che il termine pugačëvscina diventerà il modo per indicare una violenta sommossa contadina.

Quale fu la politica estera di Caterina II?

Anche sul piano della politica estera Caterina II si dimostrò l’erede di Pietro I, poiché continuò il suo progetto espansionistico. Una figura particolarmente importante in questo senso fu Grigorij Potëmkin, favorito dell’imperatrice e suo aiutante-generale che fu molto importante per la vittoria della seconda guerra russo-turca.

Caterina affrontò con durezza i due grandi nemici esteri che ostacolavano il suo piano di espansione: i turchi e i polacchi. Per quanto riguarda la Polonia, Federico II di Prussia e Caterina II si accordarono sul candidato da far eleggere come re di Polonia, cioè Stanislao Poniatowski (tra l’altro anche ex amante di Caterina). I nobili polacchi non accettarono l’elezione e si riunirono nella Confederazione di Bar (1768). Ciò provocò l’intervento militare della Russia in Polonia e contro l’impero ottomano che sosteneva i polacchi. Con il Trattato di San Pietroburgo del 1772 avveniva la prima spartizione della Polonia.

A Sud lo scontro armato con l’impero ottomano iniziata nel 1768 si concluse nel 1774 con la pace di Küciük-Qainarge, che riconobbe alla Russia Azov, Kerè e la libertà di navigazione sul Mar Nero, un luogo strategico per l’economia e l’esportazione russa.

Dalla seconda guerra russo-ottomana (1787-1792) la Russia annetté la Crimea ed il Kuban. Nel 1793, con la seconda spartizione della Polonia, la Russia guadagnò parte della Volinia, della Podolia e Minsk.

Alla fine del regno di Caterina II l’impero zarista  su tre direttrici: verso l’Ucraina, verso il Mar Baltico e verso il Mar Nero, espandendo il proprio dominio più di 300.000 km2 , un territorio immenso abitato da circa 30 milioni di persone. Si trattava di uno degli stati più popolosi ed il più esteso d’Europa.

Il regno di Caterina II di Russia fu quindi un periodo di grande importanza per la storia Russa che da un lato si avvicinò agli ideali illuministici, dall’altro sperimentò una politica di irrigidimento e per certi versi reazionaria. Tra luci e ombre si giostrò la zarina che nonostante i suoi obiettivi iniziali dovette fare i conti con i rapporti di forza della società russa.

Miriam Campopiano

Bibliografia e sitografia