La filosofia dell’attesa dei Radiohead

Tra rumor, voci ufficiali e non ufficiali, dichiarazioni e smentite, il 2016 rischia seriamente di diventare l’anno dei Radiohead almeno a livello mediatico. Sta crescendo nel mondo della musica, tra fan ed addetti ai lavori, una spasmodica attesa per il nono album in studio della band di Oxford, che probabilmente ascolteremo agli inizi di giugno come ha rivelato il presunto manager del gruppo Brian Message, anche se quest’ultimo è stato smentito subito. Gira tutto intorno all’attesa: in un anno dove non è ancora comparso il CD capolavoro che ha veramente inciso con scrupolosità nella storia (non possiamo definirlo CD dell’anno quello dei Moderat, III , ottimo lavoro ma non eccellente come ci si aspettava) pare che tutto sia nelle mani di Thom Yorke e compagni.

Radiohead

Nonostante non abbiano bisogno di tutta la pubblicità gratuita che stanno ricevendo, ad alimentare questa speranza di “salvezza” ci pensano varie persone che, lavorando alla produzione, hanno definito il prossimo album come qualcosa che non abbiamo mai sentito fino ad ora e che lascerà senza fiato, qualcosa di assolutamente nuovo. Dalle indiscrezioni che sono filtrate potrebbero essere presenti canzoni come The Present Tense, Identikit e Lift, suonate raramente dal vivo e mai inserite negli album precedenti. Ma per il momento possiamo solo ipotizzare e fantasticare, almeno fino al rilascio.

Nell’attesa ci sguazzano bene i Radiohead: Johnny Greenwood, il polistrumentista della band, si diverte a condividere sui suoi profili social qualsiasi news riguardi la band che Thom Yorke è poi costretto a smentire ogni volta, ma oltre questo, sembra che la band anche nei testi di precedenti lavori inneggi ad una sorta di filosofia spirituale, praticando una vita fatta di attese.

I Radiohead parlano a chi sa attendere?

Wait, attendere, con tutti i suoi derivati, è una parola molto ricorrente nei testi: soprattutto nella sfera sentimentale, canzoni come True Love Waits, che parla in maniera struggente di un’attesa per un amore non corrisposto, che vive in un sogno troppo lontano dalla vita reale e nella speranza di un non abbandono; anche in All I Need, dove la persona amata diventa “l’atto che attende dietro le quinte“, si avverte lo stesso principio, così come in There There la coppia (o, interpretando, persino l’umanità intera) viene descritta come “incidenti in attesa di compiersi“, ma anche molto in prima, in The Bends, dove il protagonista della canzone attende con la sua ragazza che qualcosa accada per essere felici. Messaggi di speranza, ma anche qualche traccia di nichilismo nel pezzo che apre Amnesiac, ossia Packt Like Sardines In A Crushed Tin Box, dove “dopo anni di attesa nulla arriva”. Il vero inno dell’attesa è Go Slowly dove molto lentamente il protagonista aspetta pazientemente per vedere una via d’uscita.

Over here
Come slowly
Come slowly to me

I’ve been waiting
Patient
Patiently

I didn’t care
But now I can see
That there’s a way out

Insomma, tra giochi di parole, curiosità stuzzicata per bene e spasmodica ed incessante voglia di qualcosa di nuovo ed allo stesso tempo superlativo, i Radiohead sanno come far tenere sulle spine i propri fan, consapevoli che l’attesa porterà sicuramente ad un ottimo lavoro. Nell’attesa, potete godervi The Present Tense, papabile candidata nella tracklist del nuovo album. suonata live da Thom Yorke negli ultimi live e che nella versione in studio dovrebbe comprendere parti con archi e violini:

http://https://www.youtube.com/watch?v=Dhw6khTCGgg

Diego Sbriglia