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Monica Rohan: quadri di nascondigli perfetti

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Quanti sono soliti dormire abbracciati ad un cuscino o soprattutto d’inverno, nascondersi sotto le coperte senza nemmeno mettere il naso fuori, e bene i soggetti delle opere di Monica Rohan (qui alcune opere) nascondono la propria persona in maniera leggermente diversa.

Giovane artista australiana Monica Rohan ha infiammato in maniera veloce la critica nonostante le poche esposizioni alle quali abbia partecipato fino ad ora e le rare scelte di comparire in pubblico che abbia compiuto.

Monica Rohan

Il bambino sgridato dal proprio genitore, l’innamorato che viene abbandonato improvvisamente, il pensieroso solitario che immagina quel che accadrà l’indomani, chiusi nella propria stanza a pancia sotto e con la faccia infossata sulle coperte. Un’abitudine forse comune a molte persone ed in un certo senso anche un atteggiamento spontaneo ed inconsapevole.

Ma la coperta o per lo meno il velo protettivo protagonista delle opere di Monica Rohan ha un ruolo più profondo: è lo strumento, il luogo, il sipario dietro il quale nascondersi, sentendosi finalmente protetti, sicuri, non vulnerabili. Si cerca un luogo di rifugio dal palcoscenico della vita che non sempre ci rende protagonisti di scene avvincenti, non sempre ci permette di divertirci ma ci pone anche dinanzi a dure prove; una realtà che non si adatta a noi ma alla quale siamo costretti ad adattarci nonostante non sia consona ai canoni della correttezza e della giustizia.

Le figure delle opere di Monica Rohan sono nella maggior parte dei casi donne, che occultano il proprio volto ma solo perchè sono intente nel rotolarsi tra le pieghe di quella coloratissima e vivacissima coperta, alla ricerca di una risposta ai propri interrogativi ma anche alla ricerca di un rasserenamento d’animo, un abbraccio che non riescono a ricevere da coloro che stanno loro vicini e che ricreano nell’increspature di quel vivace prato fiorito.

Monica Rohan

Risulta molto facile notare che la scenografia per Monica Rohan è un elemento secondario, dato che ogni rappresentazione avviene su uno sfondo bianco o lo sfondo diventa la rappresentazione stessa che si allarga fino a circondare la figura femminile che annega tra i colori e le pieghe delle lenzuola che la accolgono. Una apparente attenzione alla forma geometrica potrebbe leggersi nella riproposizione di figure ripiegate su se stesse, raggomitolate, abbandonate in posizioni da formare angoli geometrici tutt’altro che precisi.

La coperta di Monica Rohan non è altro che un simbolo, un baluardo che chiunque possiede o potrebbe o ancora vorrebbe possedere per ottenere il suo momento di pausa da quanto gli accade intorno, il suo luogo di rifugio nel quale rinchiudersi per aspettare che tutto passi così da riemergere solo quando ormai la tempesta sarà terminata e la quiete sarà giunta.

Vincenzo Morrone

Fonti: mimco.com.au, artguide.com.au, collater.al

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Vincenzo Morrone

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