I centouno anagrammi zen

Bibliotecaria? Beata coi libri. Decisione? Dice sì e no. Indecisione? Dice sì, no e nì. Da più di un anno, su Facebook ha preso fortemente piede la mania degli anagrammi. Principale cardine di questa riscoperta ludolinguistica è il laboratorio 101 Anagrammi Zen, formato da una redazione di oltre 40 anagrammisti che garantiscono una programmazione di decine di anagrammi al giorno, tra nuove creazioni e classici del passato. Il titolo della pagina prende nome da un saggio su anagrammi e psicologia scritto da Marco Minelli, fondatore del gruppo, che a sua volta si è ispirato al ben più noto classico delle 101 Storie Zen. L’attività dei 101 Anagrammi Zen non è per niente da sottovalutare. In questo laboratorio, tutto ciò che accade in Italia, nel mondo e sul web viene filtrato dalla regola dell’anagramma. Scorrendo la pagina multimediale, è possibile ricostruire a ritroso tutte notizie più importanti o discusse a partire dagli anagrammi lanciati in ultim’ora, con commenti seri o ironici che descrivono perfettamente le ultime situazioni di attualità. Il fenomeno degli zen, quindi, è forse l’unico caso in cui un laboratorio creativo è attivo 24h su 24, 365 giorni all’anno, senza interruzioni, e come un TG un po’ particolare e un po’ beffardo dipinge il mondo con le lettere rimescolate.

Studiando con attenzione solo gli ultimi giorni di programmazione, già compaiono i primi capolavori, che a tutti richiamano le immense discussioni nei talk-show politici e TG nazionali dello scorso weekend. Il dittatore Recep Erdogan e lo Stato Islamico —> Mosca dice: “Tratta il petrolio e lo dà in segreto” anagramma dell’Eroe SemanticoGli ottanta euro di Renzi —> Elettori gonzi radunati, questa volta di Moro Cinese. Camminando all’indietro, fra anagrammi di nomi e cognomi che disegnano identikit perfetti (Matteo Salvini —> Veto anti-Islam, Carlo Giovanardi —> La droga ci rovina, Alessandro Manzoni —> Sa darmi sonnolenza, Giuda Iscariota —> Dà i guai a Cristo) si può notare uno specchio del mondo con i bordi fatti da sfumature enigmistiche.

Gli Anagrammi Zen erano 101 quando il libro fu stampato, ed erano frutto di 101 riflessioni su schemi di anagrammi molto noti e importanti: ora sono migliaia, e i loro autori sono ragazzi di 16, 17, 40, 50 anni, ma anche pensionati, impiegati, dottori, avvocati, disoccupati. L’anagramma è per tutti, e anche nomi e cognomi degli autori spesso passano in secondo piano, nascosti dagli pseudonimi che rivelano solo qualcosa di sé, e lasciano che sia il gioco di parole a riscuotere successo, non il suo autore. Una sorta di Wu-Ming in chiave enigmistica, con la precisazione dovuta che, nei loro pseudonimi, gli enigmisti non ripongono le ragioni nobili e precise del collettivo bolognese, ma un semplice alone di mistero o di scherzo che fa parte del loro mondo da generazioni.

anagrammi

Perché i 101 anagrammi zen?

Cosa c’è di bello in questa attività? Prima di tutto, che si tratta di qualcosa di impegnativo e intelligente. C’è chi, come Spoon Down, ha anagrammato articoli della Costituzione, incipit dei più famosi romanzi e discorsi dei capi di stato: lavori che impiegano giorni, forse settimane, per restituire un senso alto e preciso. Poi: riporta in auge la ludolinguistica, perché l’ironia degli anagrammi fa avvicinare a questo mondo persone di ogni tipo, e anche coloro che, altrimenti, avrebbero continuato a ignorare o snobbare questo mondo.

Io, Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani mio, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato… Chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini di mafia, perchè ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c’è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare… —> Un giorno, il dolore cocente per la morte di chi si è sacrificato, o di chi ha davvero combattuto, o di chi s’è opposto al reo voto connivente, o di chi aveva creduto di sconfigger i criminali che attanagliano gente onesta avvinghiati ai posti di comando e poter dire: “Voi non avete vinto!”, lascerà gaudioso il posto a manifestazioni per l’attesa liberazione da queste piaghe. Mentre aspettiamo, non dimentichiamo.

(Spoon Down)

Per una volta, è bene puntare l’occhio su un’attività social che cresce a vista d’occhio e che propone un divertimento “nobile”, non esente da ironia o volgarità, ma privo di qualsiasi censura e totalmente libero e intelligente. Soprattutto perché rappresenta un caso che probabilmente è unico al mondo e che potrebbe diventare un nostro vanto.

Davide Pascarella