Sia gli ideatori che chiunque altro avesse qualche potere sulla serie lo aspettavano dietro le porte, e, quando queste si aprirono, si ritrovarono davanti Woody Harrelson che, ignaro che tutto stesse
E questa, signori, è la migliore sintesi che si potrebbe fare di quello strambo attore – ben più strambo dei personaggi che ha portato sullo schermo – che porta il nome di Woodrow Tracy Harrelson.
E allora facciamo un salto di altri tredici anni per vederlo in “The Messenger – Oltre le regole” (Oren Moverman – 2009), completamente diverso da se stesso e tuttavia in panni che danno senso alla sua fisionomia da duro:
Per quanto un reale sviluppo di trama non ci sia, la performance di Woody Harrelson vale l’intero prezzo del biglietto e anche molto di più: in poche scene dipinge ciò che il suo personaggio vuole mostrare di sé e soprattutto come c’è bisogno che si mostri per il ruolo che ha; e subito dopo schiude l’armatura da soldato e lascia intuire l’universo che c’è dietro e che è in realtà il suo essere persona, senza inutili piagnistei o vecchie storie del cuore di miele chiuso in una corazza di pietra. È con la semplicità che qui Woody Harrelson dà una prova da applauso.
È piuttosto difficile dire se è la regia, la sceneggiatura o chissà che altro a far risplendere Woody Harrelson o se sia lui ad aggiungere valore a una pellicola. La carriera dell’attore è stranamente bipartita tra grandi film che divennero veri e propri fenomeni cinematografici, come “La sottile linea rossa” (Terrence Malick – 1998), e altre pellicole carine ma passate più o meno inosservate come “Defendor” (Peter Stebbings – 2009).
In tutti i casi, Woody Harrelson passa alle cronache come abbastanza scanzonato e negligente sul set, e maledettamente bravo comunque. Accidenti al talento che benedice alla cieca.
Forse uno dei ruoli più amati (benché compaia in pellicole
Spesso affiancato da figure più giovani, come era già accaduto in “Benvenuti a Zombieland” (Ruben Fleischer – 2009) o “Now You See Me – I maghi del crimine” (Louis Leterrier – 2013), Woody Harrelson ha sempre e comunque dato il meglio di sé mostrandosi a proprio agio e in sintonia con loro. Ma con Jennifer Lawrence è tutta un’altra storia: risultano semplicemente complementari, simili sia fuori dal s
C’è solo un altro attore che funziona bene se non meglio al suo fianco: Matthew McConaughey.
Già nel 2008 li avevamo visti in “Surfer Dude” (S. R. Bindler), e non li si può rivedere insieme se non con grandissimo piacere in uno dei prodotti per la televisione più pregevoli degli ultimi anni, “True Detective” (ideato da Nic Pizzolatto).
Come forse ha dimostrato la seconda stagione con i suoi nuovi personaggi, a rendere la prima così apprezzabile non era solo l’idea di Pizzolatto o le scenografie e la resa visiva malinconicamente suggestiva e misteriosa: erano soprattutto quei due attori. Interpreti eccezionali, hanno dato una caratterizzazione così completa e scavata in dettagli miseri così come lucenti, sia in senso sincronico che diacronico,
Quindi, dopo un sospiretto, dopo averne visto l’ennesima eccellente prova in “Il fuoco della vendetta – Out of the furnane” (Scott Cooper – 2013) aspettiamo l’uscita di uno degli ultimi progetti di Woody: l’ultimo capitolo di “Hunger Games”, di prossima uscita; “By Way of Helena” (Kieran Darcy-Smith); “Triple Nine” (John Hillcoat); “Now You See Me 2” (Jon M. Chu).
Chiara Orefice
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