La Campania dopo l’Armistizio di Cassibile

L’Armistizio di Cassibile e il Proclama Badoglio

L’8 settembre 1943 Radio Algeri trasmise la notizia dell’Armistizio di Cassibile, firmato tra Italia e anglo-americani. Il capo di governo Badoglio, subentrato da qualche mese a Benito Mussolini, emise un proclama:

«Ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse, però, reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza». 1

Il proclama creò solo confusione, soprattutto in Campania, dove la situazione era particolarmente delicata. Gli Alleati, infatti, stavano silurando le coste salernitane al fine di aprire una testa di ponte per lo sbarco mentre le bombe cadevano su Benevento per bloccare la ritirata nazista. Le autorità italiane, quindi, chiedevano ai loro soldati di non rispondere a coloro che stavano continuando ad attaccarli.

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“Il Corriere della Sera” del 9 settembre 1943

Gli italiani avrebbero dovuto però reagire «ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza». Il riferimento ai nazisti era chiaro e non li si volle nominare per un motivo ben preciso: ai tedeschi non erano sfuggite le trattative tra Italia e Alleati per una pace separata e si erano già preparati. Ai soldati della Wehrmacht già presenti nella penisola (la concentrazione era molto elevata nelle zone portuali come Napoli) se ne aggiunsero molti altri pronti ad intervenire nel momento in cui il voltafaccia italiano sarebbe stato definitivo.

Il vuoto del proclama doveva essere riempito dalla Memoria 44, un documento da consegnarsi a mano che avrebbe dovuto informare i comandanti del fatto che i tedeschi avrebbero sicuramente attaccato. Pur non contenendo informazioni e ordini precisi, suddetta Memoria non arrivò mai a Riccardo Pentimalli, comandante del XIX corso d’armata di stanza in Campania.

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Il Generale Riccardo Pentimalli

Terra Bruciata in Campania

Il 12 settembre Hitler diede ordine al feldmaresciallo Kesselring, comandante delle truppe tedesche in Italia, di ritirarsi verso nord seguendo una strategia ben precisa. Saccheggiare tutto ciò che poteva essere trasportato (compresi gli uomini da inviare in Germania o a costruire le varie linee difensive che i nazisti stavano alzando per contenere gli anglo-americani) e distruggere tutto ciò che non poteva essere mosso.
La tattica della terra bruciata deve però essere accompagnata da una riflessione: gli italiani non erano più semplicemente dei nemici, ma dei traditori, delle «bestie senza pietà» da «togliere di mezzo»2.

«In Campania le stregi vanno ricondotte da un lato a una scelta strategica funzionale al raggiungimento di obiettivi militari […] e dall’altro al retroterra politico ideologico del nazismo»3

La Campania era in una situazione di stallo, completamente abbandonata dalle istituzioni. In questo contesto, il generale Del Tetto collaborò con i tedeschi. Al processo avrebbe detto che resistere sarebbe stato completamente inutile, con le truppe a disposizione.

L’attacco alle caserme e alla SET

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Il feldmaresciallo Albert Konrad Kesselring

Ma anche senza la sua collaborazione, i tedeschi iniziarono ad attaccare le zone-chiave della città di Napoli per prenderne il possesso. I primi obiettivi furono le caserme, per disarmare i soldati, ma altrettanto importante fu la Centrale dei Telefoni, la Società Telefonica Statale (SET) per le comunicazioni. Gli attacchi alla Centrale, sita nei pressi di Piazza Borsa, iniziarono l’11: i soldati italiani riuscirono a respingere i tedeschi, uccidendone tre. I nazisti tornarono in forze il giorno dopo e, come rappresaglia, attaccarono il palazzo dell’Università e rastrellarono i napoletani nelle vicinanze.

Napoli e la Campania sono solo un esempio di ciò che successe dopo l’Armistizio di Cassabile e del conseguente vuoto di potere scatenato dalla fuga precipitosa di corte e governo dalla capitale.

Roberto Leone

1)Il messaggio di Badoglio, in «Il Corriere della Sera», 9 settembre 1943
2)B. OMER, Fronte orientale. Le truppe tedesche e l’imbarbarimento della guerra (1941-1945), Bologna, il Mulino, 2003, p. 112
3)A. DE SANTO, La Wehrmacht in Campania: le stragi militari tedesche, in G. GRIBAUDI, Terra Bruciata: le stragi naziste sul fronte meridionale, Napoli, Ancora del Mediterraneo, 2003, pp.366-386 (p. 386)

Fonti:
– DE JACO A., La città insorge: le quattro giornate di Napoli, Roma, Editori Riuniti, 1956
– GRIBAUDI G., Guerra Totale: tra le bombe alleate e violenze naziste. Napoli e il fronte meridionale 1940-44, Torino, Bollati Boringhieri, 2005
– GRIBAUDI G. (a cura di), Terra bruciata: le stragi naziste sul fronte meridionale, Napoli, Ancora del Mediterraneo, 2003