System of a Down: campioni del popolo armeno

Uno degli argomenti più in voga del momento è il genocidio armeno. Chi sono i principali portavoce del ricordo del massacro del 1915? I System of a Down.

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Con la commemorazione per il centenario del genocidio armeno è tornato alla luce un argomento poco conosciuto e soprattutto scomodo, e basti considerare l’effetto delle parole di Papa Francesco che ha riconosciuto quello armeno come il primo genocidio del secolo dei genocidi. Per saperne di più, cliccate qui.

Ma prima delle parole del pontefice chi portava avanti (e porta tuttora) una battaglia per il riconoscimento mondiale del genocidio armeno? I System of a Down (nome spesso abbreviato in SOAD), una band heavy-metal composta da quattro artisti di origine armena, che condividono la discendenza da persone (i loro nonni) sopravvissute al genocidio. I System of a Down Sono in attività dal 1998 e da sempre, nei loro CD, ci sono canzoni o frasi che richiamano l’attenzione sul riconoscimento del genocidio, sia in America, sia in Turchia, sia nel resto del mondo. Vogliono, con le loro canzoni, fare da mezzo per raggiungere la verità.

I membri sono Serj Tankian, cantante dalle mille tonalità di voci, che ha intrapreso anche una carriera da solista con canzoni incentrate sulla memoria del genocidio ameno e sulla salvaguardia dell’ambiente; Daron Malakian, che nel periodo di riposo dai System of a Down ha collaborato con i Linkin Park; Shavo Odadjian, l’unico dei quattro effettivamente nato sul suolo armeno; John Dolmayan, co-fondatore, con Daron Malakian, degli Scars on Broadway.

I System of a Down hanno sempre ricordato il genocidio armeno in vario modo: il loro stile pungente è sicuramente la caratteristica più famosa, con canzoni-satira che prendono di mira un fallace governo americano, reo per i membri della band di non aver ancora riconosciuto il genocidio per mere ragioni politiche (la Turchia è stato alleato degli USA nonché importante base militare con sbocco nel Medio Oriente) e spesso molti pezzi sono incentrati su un attacco alla struttura sociale americana: basti pensare a Shimmy, Prison Song, Deer Dance, Soldier Side, la più famosa B.Y.O.B.

Anche uno dei significati del loro nome (System of a Down, letteralmente traducibile con ‘sistema che va giù’) è una metafora per indicare il sistema americano in crisi.

 “Why don’t presidents fight the war?  Why do they always send the poor?” (B.Y.O.B.)

Non c’è solo satira, ma anche tanta memoria, nelle musiche piene di rabbia di X e di Holy Mountains, ma anche alcuni canti armeni etnici, come la traccia fantasma di Aerials, Arto, il lamento di tutte le vittime dell’orribile massacro.

http://https://www.youtube.com/watch?v=4IzjGE_INjs

“Can you feel their haunting presence? Liar! Killer! Demon!” (Holy Mountains)

I System of a Down a Yerevan

Per la commemorazione del genocidio era inevitabile un ritorno dei System of a Down, che hanno girato il mondo con il loro Wake up the Souls tour, con ultima tappa a Yerevan, nella piazza della Repubblica, per uno storico concerto gratis che potete vedere qui:

http://https://www.youtube.com/watch?v=D-LZBh7x9a8

La loro prima volta in Armenia: un concerto maestoso, nonostante la voce del frontman non più come quella di un tempo, ma tutto è perdonato se durante le canzoni del ricordo gli armeni presenti chiudono gli occhi, come se fossero in una nuova dimensione, a stento trattenendo l’emozione.

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I membri di 1915 The Movie) e importanti articoli: famosa è una lettera di Serj Tankian rivolta al popolo turco, di cui vi riportiamo un brano.

“Gli Armeni non vogliono problemi con la Turchia, o creare divisioni razziali, vogliamo solo giustizia, in modo che tutti possiamo guardare oltre questo dolore storico che logora il nostro rapporto. Questo non è solo storia armena, ma anche la storia della Turchia. Sarà il governo di Erdogan a fare la cosa giusta facendo i conti con tutto questo? Non penso. Né saranno le giunte militari che hanno governato la Turchia nel corso della storia moderna. Sapete che il vostro governo spende milioni di dollari ogni anno a negare questa verità in capitali stranieri assumendo tutti i tipi di società di lobbing e istituendo cattedre presso le università per ricreare la verità a suo piacimento? Sapete come ci si sente ad essere un armeno? Di che esperienza dolorosa si tratta? Non è sufficiente che io sia il nipote di sopravvissuti di una tragedia orribile della storia? Devo combattere la propaganda e la corruzione internazionale per riconquistare la giustizia?”

Combattere per la giustizia, per il ricordo, per la memoria. Combattere con la voce, con la chitarra, con un basso e con una batteria. Questi sono i System of a Down. Guerrieri della verità.

Diego Sbriglia