Il panorama fumettistico italiano non ha nulla da invidiare a quello giapponese o americano. Personaggi come Dylan Dog sono unici nel loro genere. A volte accade, invece, che la parodia dei grandi supereroi stranieri superi, in genialità, gli originali: è il caso di Rat-Man, supereroe piuttosto imbranato, ma dal cuore d’oro e dalla verve unica. Noi de La Cooltura abbiamo intervistato il maestro Leo Ortolani che ci ha raccontato non poche cose interessanti al riguardo: entriamo nel mondo di Rat-Man!
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Buongiorno, sono leo ortolani e sono un fumettiere. Non un fumettista. Un fumettiere, che ha un che di più artigianale e meno artistico, cosa che mi calza a pennello. Anzi. A pennino. Alcuni mi conoscono perchè faccio un fumetto che si chiama RAT-MAN, ormai da vent’anni.
Da sempre. In casa mia c’erano tanti fumetti perchè mio papà li leggeva e io ci sono caduto dentro da piccolo, come Obelix.
RAT-MAN nasce per un concorso aperto agli autori esordienti. Decido di fare una storia surreale, tipo “ai confini della realtà”, poi aggiungo all’ultimo minuto anche una storia comica, la parodia di un film che in quell’anno ha fatto molto successo, BATMAN, e lo intitolo “RAT-MAN”. Con questa storia comica vinco come migliore sceneggiatura. E’ il 1990.
Innanzitutto di tratto. Quello si affina e varia continuamente, perchè lo stile non resta immobile, ma si aggiorna con il tempo e l’esperienza. E le influenze esterne. E poi le storie. prima erano semplici storie umoristiche, adesso sono molto più complesse e mature, pur mantenendo lo stesso una vena umoristica. Succede, perchè semplicemente si cresce e si vivono esperienze che poi ti influenzano nella narrazione.
Mi piace inserire una vena religiosa anche nelle mie storie, visto che attraversa, bene o male, anche la mia vita. Soprattutto adesso, che nel mio settore si divertono in molti a prenderla in giro e a battere la grancassa sui soliti due argomenti, inquisizione e pedofilia, confondendo la religione con i limiti e le miserie umane. Nel mio caso, cerco di mostrare l’altra parte. Quelli che amano il prossimo suo come se stessi. E ce ne sono tanti. Anche laici. Ma l’amore, si sa, non fa notizia. Si preferisce spettegolare sui tradimenti. Se RAT-MAN è credente? Fa quello che può. Come me. Come tanti.
Non lo so, non oserei paragonarmi a questi grandi autori. Diciamo che forse a tutti i nomi presi in considerazione piace divertirsi con le idee e con quello che vedono attorno a loro.
Ho abbandonato perchè la Gazzetta di parma le pubblicava solo quando aveva spazio per farlo. E mi pagava solo se le pubblicava. Di conseguenza, io le facevo sempre, ma non sempre le pubblicavano. Appena ho avuto meno tempo da dedicare loro, per via della serie di RAT-MAN, ho tagliato i rami secchi. Mi sarebbe piaciuto continuare, ma adesso come adesso mi interessano di più altri progetti.
In entrambi i casi mi diverto molto. Diciamo che se con le parodie il lavoro è più semplice, essendo mondi autosufficienti, con la continuity del Ratto devo tenere conto di vent’anni di storie. E’ più complesso e difficile, che sono le sfide che amo di più, anche perchè spesso mi portano su sentieri non previsti e pieni di sorprese.
La seconda, che hai detto. E’ il NEMICO dell’uomo per eccellenza. L’Ombra, che basta unicamente a se stessa, ma che in fondo è solo menzogna.
Un poco di me c’è in ogni personaggio. Non vi dico cosa ci sia di me, in Cinzia. Oh!Oh!Oh!
Si cerca di dare al fumetto la giusta importanza, ma è ancora ampiamente sottovalutato. Ho conosciuto disegnatori che non leggono fumetti. Come si può reputare che una cosa abbia valore, se gli stessi addetti non la ritengono importante o necessaria alla loro crescita artistica personale?
Il finale del numero 100 era un augurio che mi feci da solo nel 1997. Quando RAT-MAN non aveva nemmeno pubblicato 10 puntate. Un augurio che potesse durare tanto, ma che sarebbe finito. Ovviamente non ho mai avuto la pretesa di organizzare la storia di Rat-Man in maniera così esatta, per questo il 100 non ha chiuso la serie. Ma la chiusura ci sarà comunque. Quando, non mi azzardo più a dirlo, sennò sembra che lo faccia apposta a sbagliare le previsioni! Ho fatto una previsione con il numero 118. Ma l’ho detto il primo aprile.
Quelli che hanno il potere di aiutare i deboli. E lo fanno. E la cosa più difficile da capire è che è un potere che abbiamo tutti, ma che, come un Uomo Ragno iniziale, preferiamo non esercitare in quel senso, per non avere fastidi o per non complicarci la vita.
Al momento è insuperabile.
Ce ne sono tanti. Direi che Valker o Cinzia hanno un posto preferenziale.
Tengo d’occhio Giacomo “Keison” Bevilacqua. Il suo “A Panda piace…” è stato solo l’inizio di un percorso. E’ un autore in grado di andare oltre se stesso e di raccontare delle storie con una freschezza e una capacità narrativa molto fluida. Aspetto con molta curiosità la storia che pubblicherà con BAO nel 2016.
Eh, questo me lo dovreste dire voi. E’ un personaggio che se fosse reale sarebbe insopportabile. Le mie figlie si comportano spesso come lui, e mi fanno impazzire. Forse piace perchè ci fa sentire più intelligenti. O più bravi. O come lui.
Forse il fatto che lo puoi leggere in bagno.
Non siate lettori pigri. Sperimentate. Non ve ne pentirete.
Davide Esposito
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