Rock anni '60, '70, '80

Bob Dylan e la scena folk statunitense degli anni ’60

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Bob Dylan è senza dubbio il simbolo della scena folk statunitense. Qual è stato il suo ruolo nell’evoluzione della musica rock?

L’emergere della scena folk

Le radici della musica folk negli States risalgono a molto lontano, ma per fissare le idee possiamo cominciare il nostro discorso dagli anni ’30 e ’40; in questo periodo le canzoni di protesta aumentano in concomitanza con la crisi economica. La situazione degli States in questo periodo è disastrosa e i folksinger denunciano la forte povertà attraverso le proprie canzoni.

Le prime figure di riferimento della scena folk sono Woody Guthrie e Pete Seeger. A differenza dei folksinger che li precedettero, i nuovi cantautori salgono alla ribalta grazie alla radio, mezzo di comunicazione di massa che diffonde il repertorio folk in tutti gli States. Sia Guthie sia Singer sono a contatto con organizzazioni di sinistra, di cui veicolano le idee.

Joan Baez con Bob Dylan

Nel 1958 apre il Club 47: in una città universitaria come Boston, questo locale è lo scenario per la gavetta dell’allora diciassettenne Joan Baez, per diversi anni il nome principale della scena folk. Il Club 47 per tre anni rappresenterà il punto di ritrovo dei principali folksinger del nordest americano; l’altro centro “folk” dell’epoca è il Greenwich Village, il quartiere di Manhattan dove si concentra il più alto numero di locali di tutto il Nord: lì emergerà Bob Dylan.

Il folk e l’ondata di protesta negli States

Bob Dylan arriva a New York nel 1960. I suoi idoli sono James Dean, Elvis Presley, Little Richard, Jack Kerouac ma soprattutto Woody Guthrie. L’anno successivo inizia ad esibirsi nei locali della grande mela.

Dylan ha una personalità molto diversa da quella del rocker tradizionale: è timido, distaccato, alla padronanza della chitarra unisce l’uso dell’armonica, sicuramente non uno strumento da associare al rock canonico.

L’inizio è stentato, Dylan fatica ad emergere e il suo primo album vende poche copie. Ma il 1962 è l’anno della consacrazione: Dylan pubblica Blowin’ in the Wind, che immediatamente diventa simbolo del movimento per i diritti civili.

Bob Dylan reinventa il folk, non più ridotto a mera esecuzione di brani popolari statunitensi, ma ne innova il repertorio, componendo nuove canzoni che rispecchino la società coeva e siano indirizzate ai giovani degli anni ’60. Con Dylan nasce la figura del cantautore, il songwriter sostituisce il folksinger.

Nel 1963 Dylan prima si fa conoscere dalla scena della West Coast, partecipando al festival di Monterey, poi inizia ad apparire in televisione. L’evento dell’anno, però, è la marcia su Washington del 28 agosto: 250000 americani, bianchi e neri, danno vita a una delle manifestazioni di protesta più grandi della storia, appoggiata dallo stesso presidente Kennedy. Di fronte al Lincoln Memorial si esibisce anche Dylan. Nella stessa occasione, Martin Luther King pronuncerà il suo famoso discorso “I have a Dream“: le canzoni di protesta del folk e la lotta per i diritti degli afroamericani corrono di pari passo.

La consacrazione di Bob Dylan come rockstar

La popolarità di Bob Dylan aumenta sempre di più, e mentre la scena folk si rafforza con il successo di Simon & Garfunkel, Dylan si avvicina al rock, pubblicando nuove canzoni che di politico hanno ben poco, come Mr. Tambourine Man.

Ma il grande successo che lo consacra a star del rock, e che lo allontana dal folk revival, è Like a Rolling Stone. Nel 1965 Bob Dylan ha sorpassato anche la Baez come star folk più popolare non solo negli States, ma nel mondo: eppure sta ormai virando verso un’altra direzione.

Dal 22 al 25 luglio si tiene il Newport Folk Festival, due giorni dopo la pubblicazione di Like a Rolling Stone. Dylan vi partecipa accompagnato da una band elettrica, scelta decisamente opposta alla tradizione folk.

Siamo nell’anno in cui Satisfaction dei Rolling Stones ha già rivoluzionato il mondo della musica, e Bob Dylan ha capito l’andazzo.

L’esibizione con la strumentazione elettrica viene salutata dal pubblico del Newport Folk Festival con fischi ed urla di disapprovazione, accompagnati da applausi di una piccola parte del pubblico. Bob Dylan decide di chiudere la sua esibizione suonando la chitarra acustica e l’armonica, ma i fischi non finiscono.

Dopo quell’esibizione l’ingresso di Dylan nella scena rock è ormai “ufficiale”: dopo la British Invasion quella di Dylan è la scelta più ovvia da fare.

Davide Esposito

Bibliografia su Bob Dylan

Guaitamacchi, E., Blowin’ in the Wind in Storia del Rock, Hoepli 2004

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Davide Esposito

Direttore responsabile de "La Cooltura" e caporedattore della redazione "Storia", si occupa di articoli di storiografia e storia della musica. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Storia presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" nel 2019. Approdato nel mondo del giornalismo nel 2010, ha collaborato in passato per Wikipedia, Nuova Stagione, Road TV Italia, Federico TV e Libero Pensiero News. Collabora saltuariamente per la trasmissione televisiva "Passato e Presente" prodotta da Rai Cultura. Ha pubblicato il suo primo libro di storiografia nel 2015 dal titolo "Il mito di Carlo Magno: Alle origini dell'identità francese", acquistabile su Amazon.

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