Gli attentati terroristici sono da sempre tragedie che, volenti o nolenti, colpiscono ognuno di noi. Atti ignobili che negli ultimi decenni hanno conosciuto una escalation spaventosa e che si sono concentrati soprattutto nell’area medioerientale e del Maghreb.
L’ultimo attentato terroristico che ha scosso il globo è avvenuto pochi giorni fa in Tunisia, Stato apripista della celebre Primavera araba e che da anni intrattiene rapporti privilegiati con il nostro Paese. Nell’attacco – rivendicato oltretutto dall’ISIS, cosa non confermata ufficialmente dalle forze dell’ordine – sono morte diverse persone tra cui 4 italiani, ma quanto accaduto non ha fatto altro che alimentare uno stereotipo ormai consolidatosi all’interno della cultura occidentale, italiana soprattutto: i musulmani sono terroristi, hanno il gene kamikaze nel sangue.
Decisamente no. È sbagliato ritenere che certe cose accadano soltanto nei Paesi a maggioranza islamica o che i musulmani decidano di uccidere tramite armi da fuoco o facendosi saltare in aria. La verità, come detto poco fa, è che tutto questo non fa altro che andare a costituire un luogo comune. È come dire che gli italiani sono tutti mafiosi o che gli inglesi si lavano poco.
Ad esempio – e forse non tutti lo sanno – il termine Kamikaze è di orgine nipponica e significa vento divino (Kami – divinità, kaze – vento), in riferimento ad un tifone che salvò il Giappone da un’invasione mongola nel 1281. Nel resto del mondo, dalla Seconda Guerra Mondiale, ci si riferisce a tale termine in modo dispregiativo, legandolo all’ambito terroristico.
Ecco quindi come un termine che in giapponese assume tutt’altro significato – è importante sottolineare che i cosiddetti attacchi kamikaze in Giappone vengono chiamati con tutt’altro nome, ovvero jibaku tero, terroristi autoesplodenti – internazionalmente parlando viene definito come un attentato suicida, di cui purtroppo le cronache odierne fanno incetta.
Quindi è pressoché dimostrabile come sia sbagliato etichettare automaticamente un musulmano come terrorista. Gli esempi, però, non finiscono qui.
Pensiamo alle bombe che fino a qualche anno fa venivano installate nelle cliniche abortiste o agli attentati contro i ginecologi non obiettori di coscienza. Se la memoria non inganna, atti del genere venivano portati avanti da fanatici cristiani ma la storia è piena di altri esempi, compresi genocidi. Eccone alcuni:
Potremmo andare avanti ma l’elenco di tali ignobili atti commessi dai cristiani è davvero lungo. Tutto questo vuole dimostrare come non bisogna lasciarsi andare agli stereotipi. Se i media ingigantiscono un attentato terroristico avvenuo in Medioriente o nel Maghreb, non dobbiamo permettere che notizie del genere portino a fare di tutta l’erba un fascio.
Gli attentati terroristici, purtroppo, sono sempre esistiti e sempre esisteranno. Che siano commessi da musulmani o cristiani poco importa. Quello che davvero conta è non lasciarsi fare il lavaggio del cervello da politici di dubbio gusto e dai mass media. Ogni cosa ha un proprio tornaconto, ma è l’ipocrisia umana che sta portando lentamente il mondo allo scatafascio.
Maria Stella Rossi
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