Dopo la Roma della banda della Magliana di “Romanzo Criminale” e la Napoli di “Gomorra” tocca alla Milano di Tangentopoli: i lati oscuri del nostro Paese vengono messi in scena ad uno ad uno, e per la prima volta Sky lo fa con una serie tv in dieci puntate coprodotte con La7 e Wildside, ideata da Stefano Accorsi e diretta da Giuseppe Gagliardi, che debutterà in contemporanea su Sky in 5 paesi il 24 marzo (Italia, Germania, Austria, Regno Unito e Irlanda).
Una storia quanto mai attuale, i cui echi sono ancora vivi nella politica del nostro Paese, nella sua versione romanzata 1992 ha avuto ben tre minuti di applausi all’anteprima al Festival di Berlino, strappando ottime parole alla critica internazionale (Hollywood Reporter ha definito il plot di 1992 come “un lavoro avvincente“).
La storia inizia in medias res: correva l’anno 1992, e il 19 febbraio fu arrestato Mario Chiesa da parte di Antonio Di Pietro
E da lì si mescolano verità storica, cronaca giudiziaria e fiction all’italiana: sullo sfondo il pool dei magistrati milanesi, Antonio di Pietro, Giovanni Falcone, il leader referendario Mario Segni, Umberto Bossi e la neonata Lega Nord, l’incubazione del partito Forza Italia con le prime apparizioni di Berlusconi, fino al celebre “così fan tutti” pronunciato in Parlamento da Bettino Craxi, mentre lentamente iniziano a delinearsi i profili -tutti clichè della borghesia milanese di quel tempo- dei sei personaggi di fantasia, uomini e donne comuni che cercano con ogni mezzo di girare a proprio favore la tempesta politica in avvicinamento.
Ed ecco apparire sulla scena Leonardo Notte (Stefano Accorsi), uno pubblicitario esperto di marketing che lavora per PubItalia dal passato oscuro; il poliziotto Luca Pastore (Domenico Diele) affetto da HIV e mosso soprattutto da motivi personali, che entra a far parte dell’inchiesta proprio nel momento in cui inizia; Bibi Mainaghi (Tea Falco) figlia viziata di un imprenditore milanese coinvolto negli affari politici; Veronica Castello (Miriam Leone) bellissima showgirl disposta a qualsiasi compromesso pur di riuscire a lavorare in televisione; Pietro Bosco ex militare rientrato dall’Iraq che per pura casualità si ritrova a militare tra le fila di Lega Nord.
Questo perchè stiamo pur sempre parlando di una fiction, un romanzo televisivo, non di un documentario. Lo stesso Di Pietro ha dichiarato in un’intervista a L’Huffington Post: “Come la vogliamo definire questa serie? Impegnata? Ma hanno fatto bene a dargli quel titolo, perché di Mani Pulite ancora ho visto poco.”
Chi non ha vissuto quegli anni o non è avvezzo a frequentare la vicenda -quindi lo spettatore medio- può trovare diverse difficoltà a seguire il racconto in una trama che lascia più spazio alle vicende personali di fantasia che a quelle storiche che, sebbene diano un senso a tutto l’insieme, restano sullo sfondo della narrazione. Ma chi non ha vissuto quel periodo o letto qualcosa al riguardo potrà ricavare delle informazioni utili per capire cos’è stato davvero Tangentopoli? Probabilmente la risposta è no.
Camilla Ruffo