La comicità di Aristofane: un mondo alla rovescia

Aristofane, figlio di Filippo, nacque ad Atene e iniziò giovanissimo la carriera di autore comico. Le opere del commediografo riflettono i vari momenti della vita ateniese nel rovinoso periodo della guerra contro Sparta, della sconfitta, del governo oligarchico e la restaurazione democratica.

Sotto il nome di Aristofane restano solo undici commedie : Acarnesi, Cavalieri, Nuvole, Vespe, Pace, Uccelli, Tesmoforiazuse, Lisistrata, Rane, Donne in Assemblea, Pluto.

L’eroe comico e il mondo paradossale

AristofaneLa commedia di Aristofane rimanda a uno schema “fisso”: l’eroe comico, un uomo furbo e scaltro, si ribella al degrado della vita cittadina e cerca di liberarsi da ogni vincolo che lo lega alla realtà quotidiana. Spesso, i protagonisti creano un mondo fantastico e paradossale. Possono volare in cielo su uno scarabeo alato (nella Pace) o discendere nell’Ade (nelle Rane); fondano una città tra cielo e terra (negli Uccelli) oppure costruiscono un mondo alla rovescia dove le donne comandano e gli uomini costretti a ubbidire (in Lisistrata e Donne in assemblea).

La riflessione nella comicità

L’elemento comico in Aristofane suscita il riso, riuscendo a smorzare anche i cattivi eventi che sovrastano la città, creando così una società nuova. Senz’altro, la comicità non ha solo lo scopo di intrattenere il lettore e di allietarlo, ma anche di condurlo a una riflessione non troppo amara. Questo modus operandi è alla base di tutte le commedie, in particolare nella Lisistrata e nelle Donne in Assemblea. 

La Lisistrata: lo sciopero del sesso

La Lisistrata propone un tema tipico dello scherzo carnevalesco, ossia la guerra tra i sessi. Nella commedia si mette in atto lo schema del sovvertimento, mediante il quale la donna ottiene sulla scena comica quel riscatto che le leggi della città negavano.

Infatti, le donne greche assecondano il piano della protagonista, l’ateniese Lisistrata, che propone un’astensione dai rapporti sessuali con i mariti fin quando questi non avranno posto fine al conflitto.

Nella commedia, la donna diventa astuta e potente e senza far uso delle armi, ottiene quello che vuole. Infatti, basta far leva sulla sfera sessuale per indebolire l’uomo. Pur appartenendo a due città nemiche,  le donne si alleano per schierarsi contro gli uomini, attraverso una legge paradossale.

Il comico si può scorgere dalla realtà paradossale messa in piedi dalle donne, ma è nascosto in sé un significato profondo: far cessare la guerra che dilania la Grecia e portare la pace.Aristofane: la Lisistrata

Le Donne in assemblea: il colpo di Stato femminile

Le donne ateniesi, guidate da Prassagora, si travestono da uomini, approvando in assemblea un nuovo ordinamento in base al quale tutti i beni saranno messi in comune. Nella sfera sessuale, saranno le donne a scegliere e gli uomini dovranno soddisfare prima le partner brutte e vecchie.

Le Donne in assemblea (Ecclesiazuse) sono un tipo di commedia nuova. Il tema è sicuramente quello di ideare una città delle donne, proponendo un modello di comunismo, dove non esistono la proprietà privata e la famiglia.

Il nuovo ordinamento incontra qualche difficoltà di applicazione perché non tutti i cittadini sono disposti ad accettarlo. La comicità raggiunge il suo culmine quando tre vecchie megere pretendono che un bel giovane si unisca a loro.

Rispetto alla Lisistrata, il colpo di Stato femminile propone il superamento di una società patriarcale: un’utopia sociale e priva di fondamenta. Questi mondi creati da Aristofane sono destinati a dissolversi, perché non hanno delle basi solide su cui poggiarsi, essendo un’alternativa alla realtà.

La donna in Aristofane

La tecnica dello smorzamento e della riflessione si fondono bene, creando sia il riso che un’evasione temporanea dalla realtà. In entrambe le commedie, Aristofane preferisce la figura femminile, che svolge un ruolo del tutto nuovo: comica e geniale.

Infatti, la donna non si contraddistingue per le sue doti tipiche, quali l’eleganza e la bellezza, ma per l’abilità che ha nel rovesciare una realtà cupa e triste.

Michele Merolla