Le origini del pupazzo di neve

È dicembre, e sulle colline o sulle montagne guardando fuori dalla finestra, un solo colore domina il paesaggio: il bianco. Rotolarsi nella neve resta il desiderio più grande di tutti i bambini che, armati di rametti, un cappellino, una sciarpa e una carota, danno sfogo alla loro creatività. Chiunque abbia vissuto questa situazione, avrà sicuramente provato a costruire un pupazzo di neve, simbolo del Natale e della spensieratezza delle festività.

Ma da dove nasce questo omino goffo e spiritoso?

Bob Eckstein, nel libro “the history of the snowman” (tradotto: “la storia del pupazzo di neve“), racconta le sue origini accompagnate da immagini. Ha scovato in disegni, xilografie, incisioni la presenza dell’uomo di neve.

Il primo ritratto di un pupazzo di neve si trova nel “Libro delle Ore“- del 1318- custodito in una biblioteca dell’Aia. Ci sono poi delle stampe risalenti al Cinquecento: si tratta di un ritratto che figura un girotondo di ragazzi che circondano il personaggio bianco. Così facendo, ha sfatato la tesi molto diffusa secondo cui il primo pupazzo sarebbe stato eretto nell’800; in realtà risale a ben trecento anni prima.

In questi disegni vediamo una figura antropomorfa, simile ad un uomo, ma senza un corpo vero e proprio. È la tozza costruzione in tre parti: due sfere per il corpo, e la terza per la testa, di grandezze decrescenti dal basso verso l’alto. Tuttora lo conosciamo così.

Eckstein scrive che nel Rinascimento il pupazzo di neve aveva una simbologia ben precisa. Inquadrava, infatti, le sembianze di noti personaggi politici; era volto quindi a comunicare un messaggio sociale. La parola “snowman” che usano gli inglesi, prima era utilizzata come espressione di una razza, di solito per le persone di carnagione bianca. Nei paesi asiatici, questo nome era utilizzato per denominare chi lavorava con la neve.

Il simbolismo del pupazzo di neve

pupazzo di neve

Il suo simbolismo è di origine pagana. Il pupazzo di neve, infatti, è un prodotto del folklore nordico, ma facilmente associabile a quello cristiano per il suo legame con la morte e la rinascita. Esprime un’attitudine ciclica: mentre un seme quando muore d’inverno va sotto terra per rinascere in primavera, al contrario l’uomo di neve viene costruito in inverno per poi sciogliersi con la venuta del caldo.

Nei sogni…

Dopo vari studi effettuati da psicologi, è venuto fuori che a molte persone è capitato di sognare la neve o proprio la figura del pupazzo. Sono state fatte sono due ipotesi:

  • Un modo per descrivere la personalità: Chi sogna il pupazzo di neve, è di solito una persona fredda di emozioni. Probabilmente di recente ha avuto comportamenti duri e insensibili nei confronti di qualcuno, e questo ha avuto ripercussioni sul suo subconscio.
  • Un messaggio volto ai sentimenti: Chi sogna un pupazzo di neve intatto, avrà delle buone notizie relative all’amore, con qualcuno di importante. È la conferma che la persona in questione, in seguito a buone impressioni, ha suscitato delle emozioni positive nell’altro. Chi invece lo sogna distrutto, sta lottando invano contro i propri sentimenti.

Nella religione…

Secondo una vecchia parabola europea, San Francesco d’Assisi considerava la creazione di pupazzi di neve un modo efficiente per combattere i demoni e le creature oscure.

Essendo la neve un dono del cielo, questi omini bianchi erano considerati dei veri e propri angeli, che dovevano fare da tramite tra il popolo e Dio, per eventuali richieste. Le persone si riunivano attorno ad esso ed esprimevano dei desideri, che si sarebbero esauditi una volta sciolta la neve a causa del caldo.

Storie e filastrocche coi pupazzi di neve

Numerose sono le storie che si sono create attorno a questo personaggio, dalle filastrocche per bambini, ai film di successo, ai cartoni che hanno vinto Oscar. Vediamone alcuni.

  • Olaf: un pupazzo di neve parlante, personaggio del classico Disney Frozen – Il regno di ghiaccio. Amante dei “caldi abbracci”, è stato creato dalle due sorelline protagoniste quando erano bambine. Animato poi dalla magia di Elsa, è piuttosto ingenuo e maldestro, ma molto tenero. Adora l’estate pur non sapendo che lo porterebbe a sciogliersi. Alla fine del film corona il suo sogno di vivere in ambienti caldi grazie alla sua “nevicata personale”.
  • Jack Frost: protagonista dell’omonimo film, risalente al 1998, è un pupazzo di neve animato. Lo ha creato Charlie, un bambino di dodici anni che ha subito la morte del padre. Dopo questo tragico evento, il piccolo rivede nel suo amico di neve parlante la figura paterna, che ha anche la stessa voce. Con lui si sfoga e parla dei suoi problemi, che risolverà grazie al suo aiuto.

Di seguito riportata una filastrocca per bambini:

Son gigante oppure nano

Ho una scopa alla mano.

Son bianco appena fatto

Poi divento un bel mulatto.

Se fa freddo, son ciccione

ma col caldo addio pancione.

Salvatore Lastella

Ilaria Guardasole

Bibliografia:

  • Bob Eckstein, “the history of the snowman”

Sitografia: