Roma imperiale e Cristianesimo: le persecuzioni

Quante furono le persecuzioni dei cristiani nella Roma imperiale? Come nascevano e come si realizzavano? Erano solo gli imperatori a scatenarle?

La prima persecuzione imperialeRoma imperiale

Il pregiudizio contro i cristiani ebbe la sua prima manifestazione violenta di grande rilievo con la persecuzione di Nerone del 64 d. C. Oltre alle testimonianze di parte pagana – da parte di Tacito e di Svetonio – non mancano quelle cristiane. In particolare c’è un passo significativo di san Clemente, padre apostolico e successore di Pietro a capo della comunità romana:

Prendiamo in considerazione i buoni apostoli: Pietro, che per gelosia ingiusta sopportò non uno né due ma molti affanni, e così, dopo aver reso testimonianza, s’incamminò verso il meritato luogo della gloria. […] Intorno a questi uomini [Pietro e Paolo] che piamente si comportarono si raccolse una grande moltitudine di eletti, i quali, dopo aver sofferto per gelosia molti oltraggi e tormenti, divennero fra noi bellissimo esempio (Lettera ai Corinzi, 5-6, San Clemente).

Nerone e la moltitudine di martiri

La lettera, datata 96 d.C circa, si riferisce evidentemente alla persecuzione del 64. Come Tacito, anche Clemente parla inoltre di una moltitudine di martiri, ad indicare la ferocia di Nerone. Anche se la persecuzione fu limitata alla città di Roma, dovette colpire molto duramente la comunità cristiana dell’Urbe. Anche perchè essa si protrasse fino al 68, anno della morte di Nerone.

Le persecuzioni generali di Roma imperiale

Fino a Decio (III secolo d. C.) le persecuzioni non furono portate alle estreme conseguenze, manifestandosi solo come vampate di furore anticristiano scoppiate a livello locale. Esse potevano essere scatenate dall’Imperatore come da un governatore di provincia. Per quanto riguarda le persecuzioni imperiali, dopo la persecuzione di Nerone, si ebbe quella di Domiziano (verso la fine del I sec. d.C).

La prima vera persecuzione di carattere generale fu però quella di Decio (149-251) che fu breve ma molto cruenta. La persecuzione più violenta e lunga di tutte fu invece quella di Diocleziano, che cominciò nel 303 e continuò fino al 306 in Occidente, e addirittura fino al 313 in Oriente. Fra i vari provvedimenti c’era, come al solito, l’obbligo per tutti i cittadini di sacrificare agli dèi. In Occidente la persecuzione fu meno cruenta grazie alla moderazione di Costanzo Cloro, ma vide comunque la distruzione delle chiese e la limitazione di alcuni diritti civili.

I cristiani: degli ostinati da punire

Quelle citate sono solo alcune fra le persecuzioni di carattere imperiale. La famosa lettera di Plinio il Giovane a Traiano dimostra però che i cristiani non avevano vita facile anche in assenza di persecuzioni imperiali. Nella Roma imperiale di Traiano, ad esempio, non venne mai organizzata una vera e propria persecuzione, comunque nulla di simile a quella di Decio o di Diocleziano.

Eppure Plinio, legato proconsolare in Bitinia, afferma con leggerezza di avere mandato a morte alcuni cristiani perché gli sembrava da punire la loro ostinazione. La risposta arrivatagli da Roma sembra un compromesso: i cristiani non vanno ricercati, bisogna infatti occuparsi di loro solo se denunciati (ma non su denuncia anonima).

Una persecuzione quotidiana

Roma imperiale
La martire Perpetua (III secolo)

Questo ci fa capire che anche negli anni di pace, in cui non si ebbe nessuna persecuzione generale, i seguaci della nuova religione vivevano in un clima di ostilità che poteva facilmente sfociare in violenza. Anche sotto gli imperatori più favorevoli ai cristiani, come Commodo e Filippo l’Arabo, si ebbero persecuzioni locali. Esse non nascevano su iniziativa imperiale, ma su impulso dei governatori delle province.

La persecuzione contro i cristiani non aveva quindi bisogno sempre di interventi straordinari come gli editti imperiali, perché era sufficiente la legge ordinaria. Le grandi persecuzioni di Decio e di Diocleziano costituirono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno più vasto. Questo stato di cose durò fino all’Editto di Milano del 311, quando per la Roma imperiale il Cristianesimo divenne finalmente religio licita.

Ettore Barra