Rinascimento Disney: i meravigliosi anni ’90

Il re leone, Aladdin, La bella e la bestia. Se si pensa alla Disney, questi sono sicuramente tre tra i primi titoli che vengono in mente. Insieme ad altri sette film, essi hanno dato vita al periodo noto come Rinascimento Disney. Dopo una crisi lunga circa sette anni, l’uscita nelle sale de La sirenetta nel 1989 convalida una nuova formula che farà la fortuna degli studios per circa un decennio.

La sirenetta: inizia il Rinascimento Disney

La fiaba di Andersen era stata oggetto di interesse della compagnia fin dai suoi anni iniziali. Addirittura, Walt l’aveva presa in considerazione come segmento da inserire in un film a episodi già negli anni ’30. È di Ron Clements e John Musker la scelta di tornare su questo progetto. I due registi di Basil l’investigatopo trovano delle bozze del primo lavoro realizzate da Kay Nielsen e avanzano la proposta di ricominciare da lì. Dopo una serie di tentennamenti, la proposta viene accettata.

rinascimento disney - La sirenetta
Kiss the Girl

Il team che lavora alla realizzazione del film è costituito da una nuova generazione di artisti pieni di idee e voglia di fare. Tra questi, spiccano due nomi: quelli dei compositori Howard Ashman e Alan Menken. Il lavoro dei due conferma la volontà di seguire la strada del musical iniziata con Oliver & company. Il risultato finale riceverà consensi e premi.

Per La sirenetta, la Disney non bada a spese. Ultima pellicola realizzata con la tecnica Xerox, vi si trovano anche dei primi usi della colorazione e combinazione digitale delle immagini del metodo CAPS, sviluppato dai tecnici della Pixar. Il sistema si affermerà definitivamente con il Classico successivo.

La sirenetta esce nelle sale nel Novembre 1989 ed è un enorme successo di critica e pubblico. Considerato inizialmente dai produttori interessante solo per un pubblico femminile, il film riesce invece a superare notevolmente gli incassi di Oliver & company. Le basi del Rinascimento Disney sono poste.

Bianca e Bernie nella terra dei canguri: l’atipicità nel Rinascimento Disney

Nonostante il successo del film di Musker e Clements, il Classico successivo è però ancora legato a stilemi passati. Il nuovo decennio si apre infatti con Bianca e Bernie nella terra dei canguri, primo Classico sequel di un altro.

Rinascimento Disney - Bianca e Bernie nella terra dei canguri
Bianca, Jake e Bernie

Il film è una grande avventura ambientata in Australia, priva di atmosfere fiabesche e di canzoni. Ritroviamo i due topini agenti della SIS, chiamati a indagare sul rapimento di un bambino da parte di un bracconiere. Ma la scelta di proseguire sulla via tracciata dai film delle precedenti epoche non pagherà ai botteghini.

Bianca e Bernie nella terra dei canguri è il primo Classico realizzato utilizzando interamente il processo CAPS. Questo segna la prima grande collaborazione della Disney con la Pixar. Il sodalizio tra Disney e Pixar proseguirà fino al 2006, quando la compagnia del Topo acquisirà definitivamente l’altra.

Malgrado le buone aspettative al momento dell’uscita, il film non ottiene grandi risultati. Il pubblico è ancora affascinato dalla magia de La sirenetta, dunque viene deciso che il film successivo ne riprenderà lo stile. Bianca e Bernie nella terra dei canguri sarà il peggior incasso del Rinascimento Disney.

La bella e la bestia

La Disney raggiunge quota 30 classici nel 1991 con La bella e la bestia. Ottenendo un successo di critica e di pubblico come non se ne vedevano da anni, la pellicola riceve anche una nomination agli Oscar come Miglior Film, prima volta in assoluto per un lungometraggio animato.

Anche La bella e la bestia era stato un progetto tenuto in considerazione fin dagli anni ’30. Abbandonato per varie difficoltà, il soggetto viene ripreso verso la fine degli anni ’80. Le prime intenzioni sono quelle di renderlo un film privo di canzoni ambientato nella Francia dell’Ottocento, ma il risultato de La sirenetta spinge il presidente della compagnia Jeffrey Katzenberg a ripartire da zero. Gary Trousdale e Kirk Wise sono scelti come registi, mentre per la colonna sonora ritornano Menken e Ashman. Quest’ultimo, che stava lavorando anche ad Aladdin, perderà la vita poco prima dell’uscita del film nelle sale per colpa dell’AIDS.

Rinascimento Disney - La bella e la bestia
Something There

La pellicola esce nei cinema a Novembre e diventa subito un successo, piazzandosi come secondo miglior incasso dell’anno. Il film conquista critica e pubblico, grazie anche all’ottima colonna sonora che convince Broadway a realizzarne un musical. È la prima volta che un film d’animazione raggiunge un tale risultato.

Aladdin

L’idea per il 31° Classico, Aladdin, viene proprio ad Howard Ashman. Anche nei suoi ultimi anni di vita, il compositore e sceneggiatore continua a seguire i lavori degli studios e a dare il proprio aiuto laddove richiesto. Alla regia del film torna la coppia Musker-Clements.

Le prime bozze di sceneggiatura però non sono considerate interessanti da Katzenberg, che opera molti cambiamenti. Aladdin, da bambino, diventa un ragazzo per inserirlo in una storia d’amore, mentre scompare il personaggio della madre. Inoltre, il team deve affrontare il problema della morte di Ashman, a cui si trova una soluzione affiancando a Menken il noto compositore Tim Rice.

Friend like Me

Ma le controversie maggiori riguardano soprattutto il Genio e il suo doppiatore Robin Williams. Durante i lavori, l’attore richiede infatti che la sua immagine non venga usata a fini promozionali e che il personaggio del Genio non occupi più del 25% dello spazio sui poster. Tuttavia, l’accordo non viene rispettato dalla Disney e Robin Williams rinnega il personaggio, rifiutando di doppiarlo nella serie animata e nel cheapquel Il ritorno di Jafar. Le scuse pubbliche arriveranno solo a metà degli anni ‘90. Nel 1994, Katzenberg lascia la Disney per fondare la Dreamworks e viene sostituito da Joe Roth. Robin Williams accetta le scuse e doppia di nuovo il Genio in Aladdin e il re dei ladri.

Aladdin è un altro campione di incassi, si classifica primo nella classifica del ’92 e diventa il film d’animazione con il maggior incasso di sempre. Il corso del Rinascimento Disney prosegue nel migliore dei modi, ma il film successivo riesce a ottenere risultati addirittura migliori.

Il re leone: apice del Rinascimento Disney

Il 1994 è l’anno de Il re leone. Nato come progetto secondario, dato che la maggior parte degli artisti era al lavoro su Pocahontas, il film è invece un successo. Il re leone supera presto il record di Aladdin e rimarrà il film d’animazione dal maggior incasso fino all’uscita di Frozen.

Lo sviluppo del film è complesso. Il regista prestabilito, George Scribner, molla il progetto quando si discute di renderlo un musical. Al suo posto giungono Roger Allers e Rob Minkoff. Inoltre, la sceneggiatura viene modificata molte volte, mettendo in difficoltà anche gli animatori.

Per la colonna sonora, la Disney si avvale della collaborazione di Elton John. Il nome è suggerito da Tim Rice, il quale non può contare sull’aiuto di Menken, impegnato anch’egli con Pocahontas. Hans Zimmer si occupa invece dei brani strumentali. Il risultato finale sarà premiato con due Oscar.

Rinascimento Disney - Il re leone
Can You Feel the Love Tonight?

Al giro di boa, il Rinascimento Disney raggiunge il massimo splendore. Questo implica però che i successivi film del periodo, malgrado i grandi incassi, non verranno considerati all’altezza. Decisioni sbagliate della dirigenza e noia del pubblico avrebbero portato, qualche anno dopo, a una nuova crisi.

Pocahontas

Pocahontas, il film su cui la Disney maggiormente puntava, esce l’anno dopo. La sua lavorazione è molto lunga e costosa. La compagnia vuole fare le cose in grande, al punto da chiamare sul set nativi americani e sciamani per studiarli meglio. L’obiettivo è quello di raggiungere nuovamente la candidatura agli Oscar come Miglior Film.

Il primo incontro

Con Pocahontas, la Disney sceglie di sperimentare. Non solo si allontana dal mondo delle fiabe, ma tenta pure una nuova strada artistica. Si adotta uno stile più realistico, specialmente nella realizzazione dei personaggi e del loro vestiario. Tuttavia, questa scelta non convince del tutto il pubblico e Pocahontas resta l’unico film in cui si sia osato andare in tale direzione.

Il film incassa bene, ma non raggiunge i fasti del precedente. In più, anche le critiche non sono tutte favorevoli. Curiose sono soprattutto le polemiche sollevate dalla comunità nativo-americana, che rimprovera alla Disney le numerose inesattezze storiche e la accusa di non averli consultati a sufficienza.

Il gobbo di Notre-Dame

Nel 1996 esce Il gobbo di Notre-Dame, un altro film in cui è evidente il desiderio della compagnia di sperimentare. La pellicola è una delle più cupe dell’intera storia Disney, nonostante l’inserimento di spalle comiche e dell’immancabile lieto fine.

I lavori iniziano nel 1993 e la regia ricade nuovamente su Trousdale e Wise. Obiettivo principale è quello di adattare il tragico romanzo di Victor Hugo alle necessità della compagnia. Oltre a modificare il finale, si sceglie di aggiungere il trio di divertenti gargoyles parlanti e di cambiare notevolmente il personaggio e la storia di Febo. Inoltre anche il crudele Frollo viene cambiato e reso un giudice per evitare contrasti con la Chiesa. Questi cambiamenti non saranno oggetto di critiche eccessive.

Parigi a volo d’uccello

Ma gli incassi continuano a calare. Il risultato ai botteghini è tutt’altro che un flop, ma è comunque minore di quello di Pocahontas. Malgrado le recensioni positive della critica, il pubblico non sembra riuscire ad apprezzare la svolta intrapresa dalla Disney. Il Rinascimento Disney è ormai nel pieno della sua parabola discendente.

Hercules

Con il 1997 si giunge al 35° Classico Disney: Hercules. La Disney, preoccupata dopo che due film non hanno rispettato le aspettative, è alla ricerca di un nuovo grande successo. Per raggiungerlo, ricorre nuovamente al duo delle meraviglie Musker-Clements.

Rinascimento Disney - Hercules
“Il mio pupazzo va a ruba!”

Hercules è un vero unicum nel suo genere. Per non appesantire troppo la narrazione epica, il team creativo punta con forza sull’elemento comico. Non solo i personaggi, ma l’intera ambientazione è fonte di spunti comici, grazie alla scelta di rendere la Grecia una versione parodistica del mondo dello spettacolo. Hercules non è solo un eroe, ma una vera e propria star, con tanto di fan al seguito e persino pupazzetti ufficiali. Queste scelte bizzarre si manifestano anche nella colonna sonora, a cui il solito Alan Menken conferisce una caratteristica impronta gospel.

Nemmeno Hercules riesce a essere il punto di svolta della Disney. Per la terza volta, un risultato più che buono non accontenta i dirigenti. Il timore che il Rinascimento Disney abbia perso la sua magia è ormai palpabile.

Mulan

Per il 36° Classico, la Disney prende spunto dalla leggenda cinese di Hua Mulan. Alla direzione viene chiamato Barry Cook, che si era fatto notare per un cortometraggio con protagonista Roger Rabbit. A lui si affianca Tony Bancroft, animatore che aveva guidato la realizzazione di personaggi come Pumbaa e i gargoyles.

Mulan e Mushu

I lavori iniziano dopo un viaggio di alcune settimane in Cina. Si sceglie di usare un tratto semplice ed essenziale, ispirato alla pittura cinese. La sceneggiatura nasce sotto forma di commedia romantica, ma non incontra molto sostegno e viene resa più simile alla leggenda originale. Elemento non presente nella leggenda è invece il personaggio di Mushu. La Disney ha bisogno di un animale spalla e Cook consiglia di inserire un drago, considerato adatto ad una storia ambientata in Cina.

Per la colonna sonora, la Disney non può contare su Menken. Il compositore aveva interrotto la sua collaborazione con la compagnia e sarebbe tornato solo nel 2004. Il sostituto è Matthew Wilder, affiancato dal paroliere David Zippel, già autore dei testi delle canzoni di Hercules.

Uscito nelle sale nel Giugno 1998, Mulan è un ulteriore buco nell’acqua per la compagnia, nonostante il grande apprezzamento di critica e pubblico. Il successivo sarà l’ultimo film del Rinascimento Disney.

Tarzan

Esattamente un anno dopo Mulan, esce nelle sale Tarzan. La pellicola è diretta da Chris Buck e Kevin Lima, che aveva girato In viaggio con Pippo. Tarzan è l’ultimo film a seguire le regole stabilite con La sirenetta.

Il Rinascimento Disney si chiude con la sperimentazione di un nuovo software chiamato deep canvas. Il programma permette di usare fondali dipinti a mano per realizzare scenari tridimensionali. Così, si riesce a dare l’impressione che la macchina da presa compia movimenti estremi e acrobazie. Questa sperimentazione darà i suoi frutti e il programma sarà usato successivamente per Atlantis e Il pianeta del tesoro.

Prova di deep canvas

Anche la scrittura di Tarzan subisce delle modifiche. Inizialmente si pensa di far partire davvero il protagonista per l’Inghilterra nel terzo atto, ma l’ipotesi viene accantonata. Ritenendo più coerente farlo restare nella giungla, viene aggiunto un cattivo, Clayton, che sia una minaccia per i gorilla.

Il comparto musicale è affidato a Phil Collins. Le sue canzoni accompagnano le vicende fuoricampo, senza venir cantate dai personaggi, differenziando Tarzan dagli altri film di questo periodo. Inoltre, Phil Collins canta i pezzi in varie lingue per rappresentare al meglio i pensieri del protagonista delle scene.

Con gli ottimi incassi di Tarzan, si chiude il Rinascimento Disney. Delusa ancora una volta, la produzione sceglie allora di seguire strade nuove. Le regole del Rinascimento sono accantonate e ha inizio un lungo periodo di sperimentazione che porterà a film sicuramente originali e variegati, ma anche poco apprezzati dal pubblico.

Davide Proroga