Hangeul: l’alfabeto coreano e la sua invenzione

Il coreano scritto si distingue dalle altre lingue asiatiche per il suo sistema di scrittura estremamente scientifico. Creato per ausiliare le classi sociali meno agiate, demonizzato dalla burocrazia, lo hangeul si diffonde prima come alfabeto volgare per poi divenire un vero e proprio simbolo di patriottismo.

Prima dello hangeul: il problema dei caratteri cinesi

La Corea, così come il Giappone, detiene un enorme debito culturale nei confronti della Cina. Di fatti prima dell’avvento dell’alfabeto autoctono, i coreani si servivano degli hanja, ovvero i caratteri cinesi, per scrivere documenti di tipo storiografico e letterario. Il problema principale dell’utilizzo dei caratteri cinesi era che questi non sposavano affatto le peculiari distinzioni fonetiche della lingua coreana. Infatti, era impossibile essere completamente fedeli a questa senza risultare artificiosi.

Un altro problema che sorgeva era la rigida stratificazione sociale, insita nella storia della Corea sin dai tempi preistorici, che prevedeva una divisione gerarchica basata sulla nascita piuttosto che sul merito.

Questa rigida divisione vide il suo culmine nel regno di Silla (57 a.C.- 935 d.C.), uno dei Tre Regni della storia coreana. Esso è di particolare importanza in quanto, grazie all’aiuto dell’impero T’ang, unificherà per la prima volta nella storia la Corea sotto un unico potere (668). Fu durante questi anni che venne introdotto il rango di ossa. Questo sistema che tripartiva la popolazione mediante legami sanguigni in base ai quali si dividevano mansioni, oneri e privilegi. Coloro che occupavano l’ultimo gradino della scala sociale erano i civili, convenzionalmente chiamati chonin, ‘ il buon popolo ’, i quali provvedevano al sostentamento del regno mediante il lavoro nei campi e nelle miniere. A questi, ovviamente, era impossibile l’accesso all’istruzione, che rimaneva circoscritta nella classe sociale dei yangban, l’aristocrazia cortigiana.

Ai yangban era concessa una istruzione basilare che prevedeva la memorizzazione dei caratteri cinesi più utili alla causa burocratica. Con una scissione sociale tanto netta era ovvio che il popolo comune fosse impossibilitato sia alla istruzione che allo studio dei caratteri cinesi, essenziali per la cultura e l’entrata nelle alte cariche burocratiche.

La struttura della società come motivazione

Si evince quindi una grande spinta elitaria nella società, dovuta principalmente alla mancanza di un alfabeto adatto alle esigenze delle classi minori, impossibilitate alla scalata sociale. In parte per l’ideologia che prevedeva la nascita come matrice principale del successo e, in parte a causa delle loro risorse limitate.

Questo enorme divario sociale portò il quarto sovrano della dinastia Choson, Sejong il Grande, a cercare una soluzione nella creazione di un alfabeto adatto alle esigenze anche del popolo comune. Grande cultore di arte e letteratura, egli teneva particolarmente al livello di istruzione del popolo ed era consapevole del fatto che, con l’utilizzo dei caratteri cinesi, la maggior parte dei sudditi sarebbe rimasta in una situazione di stallo. Quindi, dopo una attenta ricerca, nel 1446 promulga un documento di nome Hungminjeongeum, contenuto negli Annali di re Sejong il Grande.

I metodi di translitterazione del coreano antico

Il coreano scritto prima dell’invenzione dell’alfabeto autoctono, si serviva di metodi di traslitterazione molto arguti che facevano utilizzo degli hanja in modo abbastanza particolare. Tendenzialmente, a seconda del contesto, si utilizzava un metodo di traslitterazione diverso, ne ricordiamo tre in particolare: Idu, Kugyeol e Hyangchal.

Nonostante venissero adoperati in modo distinto, avevano in comune il totale capovolgimento della struttura della frase cinese, la quale si dislocava secondo una struttura SVO, in modo da risultare quanto più affine al coreano parlato possibile.

Questi sistemi, si basavano su di un principio fonetico più che semantico ma, saltuariamente, donavano nuovi significati ai caratteri cinesi. Di fatti, delineare la logica dietro al loro utilizzo risulta molto complicato se non completamente impossibile. Gli stessi filologi, continuano ancora oggi a cercare una struttura uniforme in modo da delineare aspetti comuni e differenze sostanziali che potrebbero, anche se solo parzialmente, rendere molto più semplice l’interpretazione degli scritti antichi.

Lo Hungminjeongeum e la proliferazione dell’alfabeto coreano

Lo Hungminjeongeum pubblicizza una forma di alfabeto più affine alle regole fonetiche del
coreano e molto più semplice da memorizzare dei caratteri cinesi.

Il testo si apre con un’introduzione completamente in cinese, scritta dal re Sejong stesso, che esplica le motivazioni della sua invenzione, sottolineando le differenze sostanziali tra la lingua coreana e quella cinese. Il sovrano si sposterà poi sull’ardente desiderio di estendere il privilegio dell’educazione anche alle classi più basse.

Secondo alcuni studi, l’invenzione dello hangeul fu portata avanti dal sovrano clandestinamente, infatti, nonostante oggi lo hangeul sia considerato il sistema di scrittura più scientifico e logico del mondo, nel quindicesimo secolo fu demonizzato dalle classi più in vista. Era considerato una vera e propria minaccia al potere delle famiglie nobili che temevano il ribaltamento sociale più di ogni altra cosa. In più, la sua semplicità di memorizzazione permetteva anche a coloro con una educazione scarsa di apprenderne i suoni e gli utilizzi in modo abbastanza repentino.

Inizialmente, infatti, veniva definito eonmun, ovvero ‘scrittura volgare’ dai yangban i quali continuavano a promulgare documenti in hanja, premendo in modo ferreo sull’importanza del cinese e della cultura del Paese del Centro, opponendosi quindi allo stesso sovrano.

La struttura dello hangeul

Nella seconda parte del documento, si illustrano i caratteri e il loro utilizzo nella composizione dei jamo, ovvero le sillabe utili alla formazione delle frasi. La struttura del jamo stesso, prevede dai tre ai quattro elementi. Esso deve aprirsi con una consonante, seguita da una vocale e retta da una base, definita patch’im (letteralmente fondamenta).

Le vocali, seguono i precetti di yin e yang. Uniscono quindi gli elementi di uomo, cielo e terra; si dividono, inoltre, in: lunari, solari e neutre, a seconda della posizione del tratto più piccolo che si pone ai lati o agli apici di una linea più lunga.

Le consonanti, invece, rimandano alla forma degli organi del parlato, esse si dividono in sonore, aspirate e doppie. A seconda dei casi, producono suoni diversi, ma si basano sempre sulla stessa simbologia. Esse sono essenziali per la formazione delle parole e del conseguente attaccamento delle particelle che marcano la parte logica della frase.

Molte sono state le speculazioni che dubitavano che Sejong il Grande avesse davvero creato questo intricato reticolo filologico ma, con la pubblicazione da parte di uno studioso dello Hunminjeongeum Haerye (spiegazioni del corretto utilizzo dei suoni per istruire il popolo), queste furono sventate. In questo manoscritto si testimoniano le ricerche intraprese dal sovrano per il completamento dello hangeul.

Le prime opere in hangeul

La letteratura in hangeul ha una storia abbastanza travagliata. Infatti, dopo la morte di Sejong il Grande, i suoi successori, vietarono in modo categorico l’utilizzo dello hangeul nei documenti ufficiali e nella letteratura propriamente detta, alcuni ne vietarono addirittura l’apprendimento.

Lo hangeul era riservato alle classi inferiori e, in particolar modo, alle donne. Dunque, il burrone che separava l’aristocrazia dai comuni, sembrò divenire sempre più profondo, vanificando gli sforzi del sovrano Sejong il Grande. Fu solo nel tardo XIX secolo, con la seconda incursione da parte dei giapponesi, che i coreani delle classi più in vista cominciarono una opera di traduzione dei classici. Furono queste circostanze a far comprendere loro il valore dell’alfabeto autoctono, che concedeva anche una maggiore libertà di espressione.

La letteratura in alfabeto coreano cominciò a fiorire, portando anche alla creazione di sistemi metrici tipici coreani. Cominciò la proliferazione delle akchang, le kasa e le sijo, componimenti poetici che trattavano di tematiche confuciane e, spesso e volentieri esaltavano la bellezza delle terre coreane mediante metafore e allegorie.

Autrici importantissime del tardo periodo Choson furono le Kisaeng, nome con cui si marca la figura dell’intrattenitrice abile nella musica e nella poesia. Esse diedero un enorme contributo musicale e furono decisive per il mutamento dei temi nella letteratura del tempo che passò dalla paesaggistica al sentimentale.

L’utilizzo degli hanja nelle Coree contemporanee

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, dell’occupazione giapponese e della separazione delle due Coree, gli hanja vennero quasi completamente sostituiti dallo hangeul. In particolar modo, con la Riforma Gabo, già negli ultimi anni dell’800, si unirono lingua vernacolare e lingua scritta.

Nonostante ad oggi non siano molto utilizzati, gli studenti sono costretti ad impararli e fanno parte della loro istruzione obbligatoria. Mentre i caratteri da conoscere in Corea del Nord sono più di tremila, in Corea del Sud, il campo si restringe ai milleottocento contenuti nella lista ufficiale promulgata nel 1972, aggiornata nel 2000.  Almeno il 57% del lessico coreano odierno è di matrice sino-coreana, quindi conoscere i caratteri, semplifica di molto l’apprendimento di varie parole che hanno caratteri comuni.

Come nel caso delle parole ‘scuola’ e ‘studente’, rispettivamente 학교 e 학생; anche a livello visivo, possiamo denotare che il primo carattere, è comune ad entrambe le parole. Il jamo è infatti il risultato del processo storico del carattere di scuola, che troveremo in tutte le parole del medesimo gruppo semantico.

Hangeul Day

Statua di Re Sejong, Gwanghwamun Plaza, Seoul

Ogni anno, in Corea, il 9 ottobre, si celebra lo hangeul nal, ovvero il giorno dello hangeul.

Durante questa ricorrenza, il governo coreano così come le istituzioni e i media, si impegnano a proliferare informazioni sull’utilizzo dello hangeul e sulle sue origini. È un giorno considerato molto importante perché secondo i testi, sarebbe proprio la data di pubblicazione dello Hungminjeogeum da parte di Sejong il Grande.

Inoltre, dopo l’abolizione dello hangeul durante l’occupazione giapponese del primo 1900, l’alfabeto coreano è diventato ancora più importante in quanto simbolo di identità e patriottismo.

Nonostante la divisione delle due Coree avvenuta nel 1948, la lingua e l’alfabeto si sono sviluppati in modo abbastanza uniforme. Escludendo la pronuncia di alcune parole e l’utilizzo di alcune espressioni arcaiche più ricorrenti nel coreano del Nord, in quanto lingua più restia ai cambiamenti. Il coreano del Sud, invece, grazie anche alla Korean Wave, ha subito moltissime influenze straniere, sono ricorrenti, infatti, gli anglicismi. Convenzionalmente, quando si parla di coreano propriamente detto, ci riferiamo a quello del Sud in quanto più evoluto ed accessibile.

Amalia Urzillo

Fonti:
– Kim-Renaud Young-Key, The Korean Alphabet, University of Hawaii Press,1997
– Maurizio Riotto, Storia della Corea, Bompiani, 2018