Tepee, nella cultura dei nativi nordamericani

Il tepee è la tipica tenda che i nativi delle praterie dell’America del Nord utilizzavano come dimora e costituisce uno dei più importanti simboli per i nativi nordamericani.

Essa era un’abitazione mobile e trasportabile, smontabile, rimontabile e nel contempo confortevole. Oltre ad avere una funzionalità pratica, ha assunto un ruolo simbolico-identitario per queste popolazioni. Tutt’oggi, seppure per motivi e modalità differenti, si usa ancora e non solo in America ma in tutto il mondo, ad esempio per campeggiare.

I significati, gli usi e le leggende che ha assunto questa tenda saranno al centro di questo articolo.

Il tepee dei nativi nordamericani

Il termine “tepee” deriva dalla lingua degli indigeni Lakota. Nello specifico la parola “te” significava “abitare”, mentre “pee” indicava “usata per”, quindi il tutto è traducibile con “usata per abitare”. Un altro nome per indicare il tepee è “tipi” che deriva sempre dalla lingua degli indigeni Lakota e che significa “abitare”.

Essa era l’abitazione caratteristica dei nativi nordamericani nomadi delle praterie dell’America settentrionale. Queste popolazioni, infatti, necessitavano di spostarsi in quanto seguivano le mandrie di animali che si muovevano e che erano la loro fonte di sostentamento. Di conseguenza, avevano bisogno di un’abitazione facilmente smontabile, trasportabile e rimontabile come il tepee.

Essa era una tenda conica ed alta, fino a sei metri. Per sorreggersi ogni tepee aveva un’intelaiatura che si ricopriva con pelli di bisonte conciate oppure con corteccia che si cuciva insieme. Queste coperture di solito presentavano delle decorazioni e quindi delle pitture.

Generalmente all’intelaiatura si ancoravano dei pali di legno obliqui intorno ad un asse centrale in modo da formare un cono. I pali si legavano tra loro con delle corde e si fissavano ad un estremo con dei picchetti a breve distanza dalla sommità.

Ogni tenda, in alto, presentava un foro che serviva per l’uscita del fumo del fuoco che si accendeva all’interno della tenda stessa e che si disponeva al centro del tepee. L’apertura della tenda era a taglio verticale e si chiudeva con un lembo di pelle sollevabile.

All’interno della tenda c’erano giacigli per dormire che erano divisi tra loro da tramezzi che servivano anche come poggia-schiena. Negli spazi liberi si riponevano oggetti o riserve alimentari. Per terra, intorno al fuoco centrale, si sedevano e si riunivano le persone per conversare e intrattenersi.

Le caratteristiche del tepee dei nativi nordamericani

La maggior parte della materia prima che formava il tepee proveniva dal bisonte. I tendini di questo animale si usavano come filo per cucire e le ossa di bisonte per costruire attrezzi, tra cui gli aghi. Le cuciture si effettuavano in maniera che i tepee restassero piegabili e quindi facilmente trasportabili quando le tribù decidevano di spostarsi.

Le pelli di bisonte costituivano la copertura della tenda. Queste, prima del loro utilizzo, subivano un trattamento di affumicazione che le rendeva impermeabili. Poi si dipingevano e si cucivano insieme. Talvolta però, in alternativa, per il rivestimento del tepee si poteva utilizzare anche la corteccia d’albero.

Tepee
Didascalia immagine: Tepee in corteccia di betulla. Fonte www.pixabay.com.

Questa costruzione seguiva modelli tradizionali antichissimi che si tramandavano in ogni tribù da una generazione all’altra. Anche quando i coloni relegarono i nativi nordamericani nelle riserve tali precetti continuarono.

Queste abitazioni erano resistenti, rendevano l’ambiente gradevole e confortevole per gli occupanti. Il rivestimento impermeabile proteggeva dalle intemperie. L’ambiente risultava tiepido nei periodi freddi e fresco nei periodi caldi. Il fuoco che si disponeva al centro del tepee consentiva di scaldare l’ambiente e di cucinare.

Il foro sulla sommità e la versatilità della falda avevano una duplice funzione. Quando il fuoco era acceso consentiva di liberare il fumo verso l’esterno. Inoltre permetteva di far circolare l’aria al suo interno, ventilando l’ambiente e rendendolo fresco nei periodi caldi.

Il trasporto del tepee per i nativi nordamericani

Quando i nativi nordamericani decidevano di spostarsi richiudevano le loro tende. Le coperture si avvolgevano e si poggiavano sui pali e il tutto si riponeva su dei travois. Questi ultimi erano una sorta di slitte che avevano una lunghezza di circa sei metri e che degli animali trainavano. Inizialmente i nativi utilizzarono i cani in seguito, dopo che gli europei introdussero nel continente i cavalli, impiegarono gli equini.

I travois seguivano gli uomini in tutti i loro viaggi ed oltre a trasportare i tepee servivano a portare anche i materiali per la caccia.

I rituali del tepee dei nativi nordamericani

In genere quando i tepee si montavano si innalzavano in modo da opporre il lato posteriore, più inclinato, in direzione dei venti occidentali. L’ingresso invece si collocava sempre verso Oriente. Gli accampamenti si disponevano a ferro di cavallo, con il nord sempre sul lato destro.

Tepee
Rappresentazione di un consiglio di guerra Sioux in un loro accampamento con i tepee, dipinto dell’etnologo George Catlin del 1849. Fonte Wikipedia.

L’uso delle tende si articolava seguendo alcuni rituali. Ad esempio quando la porta del tepee era aperta era indice di benvenuto per chi volesse entrare all’interno. Gli uomini accedevano passando da destra, le donne invece da sinistra. All’interno della tenda i giovani maschi potevano parlare soltanto quando erano invitati a farlo. Nessuno, giovane o anziano che fosse, poteva interporsi tra il fuoco, che si disponeva al centro dell’abitazione ed un’altra persona.

Le pareti esterne della tenda si decoravano con dei disegni. Queste pitture rappresentavano principalmente gli emblemi che indicavano la tribù di appartenenza. All’entrata della tenda si disponeva l’acchiappasogni come protezione per i suoi abitanti, in particolare come scudo contro la sfortuna, i disagi ed i brutti sogni dei dormienti nel tepee.

Inoltre sulle pareti esterne della tenda c’erano anche pitture dal valore simbolico, a preferenza del proprietario del tepee. Queste esprimevano il suo modo di vedere. In ogni caso avevano lo scopo di proteggere chi viveva nella tenda dalle malattie e dalle intemperie.

La forma del cerchio per i nativi nordamericani

Non era un caso che la forma della struttura del tepee fosse a cono, con base circolare. Anche molti villaggi si disponevano con questa forma. Infatti per i nativi americani la figura del cerchio ricopriva un ruolo simbolico importante.

Per la cultura occidentale non è molto semplice comprendere cosa rappresentasse questa forma per i nativi nordamericani. Forse lo si può in parte capire se si immagina il cerchio come uno specchio nel quale ogni cosa si riflette. In quello spazio ognuno comunica attraverso la propria conoscenza, la propria sensibilità e la propria armonia con il mondo degli spiriti. In qualche modo costituisce un’allegoria della coscienza: unica voce vera della propria anima.

La ruota, ad esempio, ha una forma circolare e per i nativi nordamericani era un simbolo importante. Essa rappresentava il movimento dell’infinito, nel quale era racchiuso il senso dell’esistenza e simboleggiava lo specchio dell’universo. La ruota consentiva contemporaneamente il rapporto tra il micro ed il macrocosmo, tale idea è comune a molte religioni naturali tra cui quella dei nativi nordamericani.

In particolare, la cosiddetta “Ruota della medicina” rappresentava il riflesso simbolico dell’universo, all’interno del quale trovare le risposte a molte delle domande umane. Il legame con la medicina è attivo soprattutto nella funzione “riflettente” del cerchio.

Quest’ultimo infatti nella cultura dei nativi nordamericani simboleggiava lo specchio dell’universo e quindi lo spazio nel quale cercare di vedere quali armonie tra uomo e spirito si infrangevano. Era da tali infrazioni che si originavano le malattie ed altri fenomeni che portavano sofferenze alle persone.

Attraverso questo groviglio di relazioni che legavano anima e corpo, l’Uomo era in contatto con il mondo degli spiriti. Da esso si riusciva a risalire alle radici della sofferenza umana e forse a ristabilire l’armonia.

L’essenza simbolica del cerchio nella cultura degli indigeni nordamericani

Le seguenti parole dell’indigeno nordamericano Sioux Cervo Zoppo racchiudono l’essenza del pensiero di questi popoli nativi.

“Per noi (il cerchio) rappresenta la comunione degli uomini, che insieme siedono intorno al fuoco, amici e parenti in armonia, mentre la pipa (il calumet) passa di mano in mano. Anche l’accampamento, in cui ogni tepee aveva un determinato posto, era a forma circolare. Lo stesso tepee era così e gli uomini vi sedevano in cerchio e tutte le famiglie di un villaggio formavano un cerchio all’interno di un altro più grande, parte del grande anello dei sette fuochi d’accampamento dei Sioux, che formavano un popolo”.

Mito dei nativi nordamericani Lakota

Un tempo gli uomini vivevano sotto terra e non sulla terra. Iktomi nella mitologia dei Lakota era uno spirito imbroglione e beffardo dall’aspetto fisionomico di un ragno che poteva assumere qualsiasi forma, anche quella umana. Era sempre pronto a stravolgere il mondo che creò il Grande Spirito, Wakan Tanka.

In particolare una volta Iktomi si stufò di burlarsi degli animali perché si divertiva delle loro disgrazie ma questi non dimostravano mai vergogna. Dunque decise di tentare con gli esseri umani.

Così Iktomi chiese a Anog-Ite, Donna con Due Facce, quale fosse il suo più grande desiderio. Questa rispose che desiderava vivere con la sua gente sulla terra. Pensava che se gli uomini avessero imparato a costruirsi i tepee in cui abitare ed a gustare la carne cotta avrebbero potuto muoversi sul territorio in cerca di cibo e con dimore confortevoli.

Iktomi chiese aiuto ai lupi – promettendo loro di rinunciare alle sue burle contro di loro – in maniera che lo assecondassero nei suoi propositi. Allora, come d’accordo, i lupi si recarono da Anog-Ite che diede loro cibo, indumenti, tepee con il compito da consegnarli agli uomini per allietarli.

Iktomi disse ad uno dei lupi di portare questa carne gustosa e quei bei vestiti ad un uomo e ad una donna di sua scelta. Il lupo, come da ordini, andò all’ingresso di una caverna che si apriva verso il mondo.

Lì notò un giovane coraggioso che insieme alla moglie stava piuttosto in disparte rispetto al resto del gruppo. Così scelse loro a cui consegnare ciò che doveva. Il lupo diede loro questi regali e disse che sulla terra c’era una gran quantità di quelle cose belle e buone. Per tutta risposta il giovane uomo dal nome Tokahe, il Primo, felice di questi doni, promise al lupo che avrebbe cercato di convincere gli altri a seguirlo sulla terra.

Tokahe assaporò con i compagni quei cibi saporiti e mostrò loro quei bei indumenti, raccontando loro la provenienza. Poi propose al gruppo di seguirlo sulla terra. Un anziano saggio però suggerì che per sicurezza fossero soltanto tre gli uomini ad accompagnare Tokahe. Così si decise che i quattro uomini seguissero il lupo sulla terra.

Il lupo li condusse in un luogo concordato con Iktomi. Quindi giunsero presso un lago dove i falsi coniugi Iktomi ed Anog-Ite dichiararono di risiedere con il loro tepee. I quattro uomini si meravigliarono davanti alla bellezza di Anog-Ite, per i giochi che Iktomi mostrò loro e per l’abbondante selvaggina che videro. Iktomi disse ai quattro ospiti che lui e sua moglie erano molto anziani ma che nutrendosi di cibo della terra rimanevano giovani e belli.

I quattro uomini tornarono dalla loro gente e raccontarono le meraviglie che avevano visto ed insistettero affinché tutti andassero sulla terra. Un’anziana scettica però li mise in guardia perché poteva essere tutto solo un inganno. Così soltanto sei famiglie decisero di lasciare il mondo sotterraneo per quello della terra.

Quando arrivarono sulla superficie della terra però gli uomini si smarrirono e cominciarono ad avere fame e sete. Anog-Ite, Donna con Due Facce, cercò di confortarli. Questi però notarono che Donna con Due Facce non era più bella come quando l’avevano vista la prima volta. Al contrario videro il lato orribile del suo volto e si sconvolsero. A quel punto Iktomi riprese le sue vere sembianze di burlone e si prese gioco di loro. Due esseri malvagi che, però, da quando vivevano in esilio ai confini del mondo impararono il valore della compassione decisero di aiutare Tokahe e gli altri che lo seguivano. Essi erano Waziya, il Vecchio, e Wakanaka, la Strega.

Questi portarono loro da mangiare e da bere e poi li guidarono presso la Terra dei Pini, ovvero al mondo delle Anime. Lì spiegarono e mostrarono loro come cacciare gli animali e creare degli indumenti. Infine insegnarono loro come costruire le proprie abitazioni ovvero i tepee.

Così Tokahe, il Primo, e gli altri umani che lo seguirono furono i primi abitatori della terra, i cui discendenti erano i Lakota

Il tepee oggi

Oggigiorno il tepee che usano gli indigeni nordamericani lo si utilizza solo per celebrare occasioni o feste tradizionali. In questi casi infatti si suole allestire un accampamento come facevano gli antenati. In questa maniera si trasmettono alle generazioni più giovani le tradizioni. Inoltre attualmente le coperture dei tepee non sono più di pelli di bisonte o di corteccia ma di tela.

Tepee
Esempio di tepee moderno. Fonte www.piqsels.com.

Questa tipologia di tende però nel corso dei secoli si diffuse in tutto il mondo. Attualmente molte persone che vanno in campeggio le adoperano. Talvolta si utilizzano anche in occasione di eventi come workshop, festival, incontri, concerti e feste. Questo perché lo spazio che creano è confortevole, ventilato e poco inquinante. All’interno di queste tende spesso si accende anche il fuoco come facevano gli antichi nativi nordamericani.

Il tepee moderno oltre che variare nelle dimensioni può essere di vari materiali, di solito un mix di cotone ed acrilico. A seconda delle dimensioni si impiegano un numero adeguato di pali di legno per creare l’intelaiatura.

Talvolta nel tepee moderno è presente, se si vuole farne utilizzo, anche una tela interna allo scopo di proteggere dal freddo gli occupanti. Se poi queste tende devono rimanere a lungo in uno stesso posto spesso si crea al suo interno un vero pavimento per rendere ancora più confortevole l’ambiente.

Giulia Cesarini Argiroffo

Bibliografia

Centini, M. (2000), Simboli. Indiani americani, Como, Red Edizioni.

Sitografia

  • www.treccani.it
  • www.sapere.it
  • www.wikipedia.org
  • www.ilmondodiaura.altervista.org
  • www.gioiellidelbosco.com