One Piece: la trama, i personaggi, il mondo del manga

One Piece è un manga di tipo battle shōnen, da moltissimi anni consistentemente in cima alle vendite. Si è distinto per la portata immensa della sua storia così come del mondo in cui è ambientata; elementi che, col forte sentimento e spirito d’avventura che permeano l’opera, rendono One Piece una sorta di Odissea moderna.

A 24 anni dalla sua pubblicazione, il manga ha ormai superato i novanta volumi, così come il traguardo dei mille capitoli. Ciononostante rimangono ancora molti intrecci da disfare e avversari da sconfiggere, per quanto si inizi infine a vedere un traguardo all’orizzonte. Frutto della penna di Eiichiro Oda, è pubblicato sulla rivista nipponica Weekly Shōnen Jump a partire dal 1997. L’edizione italiana è curata da Star Comics.

Il manga ha ricevuto un adattamento animato ad opera di Toei Animation, studio che già aveva prodotto colossi quali Dragon Ball e Sailor Moon. L’anime è stato portato in Italia nei canali Mediaset, seppur con uscite irregolari e lunghe pause che l’hanno tenuto irrimediabilmente indietro rispetto alla versione giapponese.

La trama di One Piece

La storia gira intorno allo One Piece, il mitico tesoro del re dei pirati Gold Roger. Questi ne svelò l’esistenza sul patibolo, spingendo molti a partire per mare; così facendo, con la sua morte ha dato il via a una nuova era della pirateria.

Tra i tanti ammaliati dalla sua leggenda vi è Monkey D. Luffy, soprannominato Cappello di Paglia per via del suo iconico copricapo. Luffy ha ingerito da bambino uno dei misteriosi frutti del diavolo, che conferiscono poteri particolari ma privano della capacità di nuotare; in questo caso, il protagonista ha ottenuto un corpo fatto di gomma.

Deciso a diventare il nuovo re dei pirati, intraprende il viaggio per mare alla ricerca dello One Piece, che si specula si trovi nell’isola finale della rotta maggiore, prima raggiunta solo dallo stesso Roger. Suo primo scopo è quello di trovare dei compagni e formare una ciurma, radunando progressivamente nuovi membri col proseguire della storia.

Logue Town, la città dell’inizio e della fine; Alabasta, il regno desertico sull’orlo di una guerra civile; Skypiea, l’isola nel cielo, e Shandora, la città d’oro, prima considerate mere leggende; Water Seven, la carnevalesca città sull’acqua; e tanti altri posti pittoreschi e ben dettagliati attendono i pirati di Cappello di Paglia. Ciascuno è accompagnato da archi narrativi importanti e ricchi di emozione che hanno catturato innumerevoli lettori, i quali si legano tra loro in un’unica macro-trama che comprende tutta l’opera.

Con innumerevoli avversari, isole, misteri, approfondimenti e personaggi di rilievo di fronte a loro, raggiungere la fantomatica isola finale si rivelerà un’epopea degna dei miti.

I personaggi

Monkey D. Luffy è il già citato protagonista, un giovane determinato, ingenuo e pieno d’energia. È un personaggio semplice e perlopiù statico, o comunque dalla crescita lenta; suoi punti di forza sono carisma, coraggio e forza di volontà. In momenti critici riesce inoltre a far trasparire maggior profondità ed empatia.

Nel corso della storia ha accolto nella sua ciurma un certo numero di elementi bizzarri, ma non per questo meno affidabili.

Al momento questi comprendono Roronoa Zoro, che sogna di diventare il miglior spadaccino del mondo; Nami, esperta navigatrice e guida essenziale nel solcare le acque pericolose del loro mondo; il cecchino Usopp, un codardo di natura, determinato a sconfiggere la sua stessa paura e diventare un pirata forte e coraggioso; Sanji, il galante cuoco di bordo; la renna umanoide Chopper, un medico geniale che sogna di curare ogni malattia; Nico Robin, un’archeologa dal passato oscuro e la chiave per scoprire la verità sulla storia perduta che il Governo Mondiale tiene celata; il cyborg Franky, loro carpentiere personale; lo scheletro Brook, il musicista; e il timoniere, l’uomo-pesce Jinbe.

Già da queste scarne descrizioni si fa chiaro quanto sia peculiare e diversificata la ciurma di Cappello di Paglia. Questo va dai loro design alle loro abilità al loro carattere. Ciò è spesso causa di gag, malintesi e dibattiti; ma è proprio grazie a questa diversità, e al quanto spiccano le personalità dei singoli membri, che Oda è riuscito a creare un gruppo di protagonisti tanto carismatico e affiatato. Li ha resi più che semplici amici o compagni, ma una sorta di nuova famiglia; per quanto sia argomentabile che, a causa dell’eccessiva lunghezza della serie e del suo ormai incentrarsi principalmente sull’avanzare delle trame e sugli scontri del protagonista, questi rapporti siano diventati stantii. Lo stesso vale per le caratterizzazioni di svariati membri del gruppo.

Tra i pirati, i loro avversari più pericolosi sono indubbiamente i Quattro Imperatori. Questi sono pirati leggendari, alcuni dei quali in passato sono stati rivali dello stesso Gold Roger; con le loro flotte dominano vaste parti di oceano e innumerevoli isole. Anche da soli sono estremamente potenti e ostacoli apparentemente insormontabili per chiunque.

Gli imperatori sono stati inizialmente delineati come quei pirati capaci di opporsi a Barbabianca, “l’uomo più forte del mondo”. Da giovane era il più grande rivale del precedente re dei pirati e, seppur ormai vecchio e malato, mantiene ancora la sua imponenza.
Gli altri imperatori sono il già citato Shanks il Rosso, l’idolo e obbiettivo di Luffy, nonché colui che gli aveva donato il suo iconico cappello di paglia; la piratessa Big Mom, tanto folle quanto pericolosa; e Kaido delle Cento Bestie, un colosso definito come la più forte tra tutte le creature viventi.
Aggiunta più recente è Barbanera, forse la più grande nemesi di Luffy. Questi gli fa da perfetta contrapposizione, scalando quasi in parallelo le gerarchie con il proseguire della serie.

Tra i non pirati spicca il Governo Mondiale, un’organizzazione totalitaria che si fa vanto di rappresentare la giustizia e schiaccia chiunque gli si opponga. Il suo controllo è esercitato tramite la marina, gli agenti segreti dei Cypher Pol e i corsari della Flotta dei Sette.

Anche la marina conta tra i suoi membri – oltre al nonno di Luffy, il marine leggendario Monkey D. Garp – un’altra schiera di possibili nemesi e rivali, tra cui soprattutto l’ammiraglio Akainu, spietato nel suo perseguire la propria idea di giustizia assoluta.

Vi è inoltre una fazione votata unicamente all’opporsi attivamente allo strapotere del governo mondiale. Si tratta dell‘armata rivoluzionaria, guidata dall’enigmatico Dragon, divenuto per questo motivo l’uomo più ricercato al mondo.

Questa schiera di nomi importanti porta a generare hype e tensione per ogni azione che li riguardi. Ciò da molto più peso alle imprese e gli sforzi erculei di Luffy; inizialmente un moscerino rispetto alle leggende che solcano i mari da molto prima di lui, riesce lentamente a imporre il suo nome e uscire dalla loro ombra.

Oltre alle varie potenze, ci sono innumerevoli personaggi anche tra gli abitanti di quel mondo; Oda tende a dedicare molto spazio e approfondire anche chi è legato alle singole isole, dandogli più personalità. A dar vita all’intera opera è proprio il suo essere costellata da una tale quantità di personaggi ben definiti e caratterizzati, ciascuno con la propria storia da raccontare.

Il worldbuilding

Anche se detrattori dell’opera, sarebbe disonesto negare l’imponenza e la profondità del worldbuilding di One Piece. Non è solo un lavoro mastodontico, ma anche curato fin nei minimi dettagli.

Oda si è impegnato nell’approfondire scrupolosamente ogni cosa: dalla geografia, procurando mappe ben delineate, al clima, dando spiegazioni credibili ai fenomeni più assurdi; dalla storia alla scena politica, sia delle singole isole che per quanto riguarda le forze che si spartiscono il mondo intero; fino alle culture individuali dei vari popoli, ciascuno dei quali presenta diversi stili di vita e particolarità.

Vi è inoltre una miriade di riferimenti, sia ad altre opere che al mondo reale; Oda non attinge solo dal folklore piratesco, ma dall’interezza della storia e delle leggende del nostro mondo. Basta studiare i nomi di certi personaggi per ricavarne molti riferimenti e collegamenti anche importanti, dimostrando l’incredibile lavoro di ricerca di Oda.

In particolare, ciò che rende più interessante questo mondo è il come il lettore lo scopra man mano insieme ai protagonisti; ciò fa sentire di essere lì con la ciurma, prendendo parte alla loro avventura. A trarne giovamento sono anche i vari misteri accumulatisi sin dall’inizio della storia, visto come Oda lascia man mano sempre più indizi, anche inaspettatamente; riesce ad avanzare la macro-trama “in retroscena” durante singoli archi narrativi, collegando al tutto anche quelle saghe che parevano più separate. Questo lavoro arriva al punto che Oda riesce a costruire e dar peso a personaggi che, di fatto, non sono ancora mai apparsi; basti pensare all’imperatore Kaido, una presenza costante in One Piece da centinaia di capitoli pur avendone passato la maggior parte da mera silhouette.

L’effetto ultimo è quello di un mondo che sembra poter esistere anche a sé, senza bisogno di Luffy o persino del lettore. Le varie isole sono così approfondite e spesso ben anticipate che non si ha la sensazione esistano solo in virtù dei protagonisti; se in altre storie i luoghi visitati dai personaggi esistono solo in loro funzione, svanendo come vengono lasciati, in One Piece sono invece posti concreti, quasi tangibili.

Due delle più grandi rappresentazioni di questo fenomeno sono l’estrema popolarità dei flashback e delle mini-avventure. One Piece è divenuto famoso per la lunghezza dei flashback, approfondendo il passato delle date isole e dei suoi abitanti, anche se poco legati alla ciurma; sono delle vere e proprie micro-storie all’interno della saga, perfettamente chiuse e cariche di emozioni anche molto forti. È un lavoro tanto frequente e meticoloso che, alla loro conclusione, fanno sembrare i protagonisti quasi degli “intrusi”.

Le mini-avventure sono invece singole pagine poste agli inizi dei capitoli e mostrano quel che succede nel resto del mondo, o cosa sta facendo un certo personaggio; altro esempio di come nulla venga abbandonato in One Piece, visto come spesso si ricollegano anche alla storia principale.

Un lavoro di questa portata è stato possibile solo grazie all’immensa passione di Oda per il suo prodotto. Lo continua al costo del sonno e della salute; e nonostante sia già impegnatissimo col suo lavoro, si sforza di tenere viva la rubrica SBS, ove risponde alle domande fatte dai fan.

Questa passione ha portato alla nascita di una community enorme e fedele, estremamente legata sia all’opera che all’autore e incredibilmente viva, con numerose discussioni, teorie e approfondimenti scatenati da ogni singolo capitolo.

Lo spirito di One Piece

I temi centrali di One Piece sono quelli che ci si potrebbe aspettare da un battle shōnen tradizionale. L’importanza dei sogni e dei propri compagni; la crescita personale da ragazzo ingenuo a uomo; l’avventura, la libertà, l’opporsi ai tiranni; e qualsiasi tema sociale si voglia inserire in uno specifico arco narrativo.

Si distingue grazie alla capacità sopra la media di Oda, che riesce a imprimere questi temi di maggior peso narrativo. Le storie delle varie isole e di chi le abita sono intessute con tale cura da rendere ciascuna monumentale e d’impatto; in particolare, nei già citati flashback, costruisce delle vere e proprie tragedie, pregne di tutta l’emozione e il sentimento di chi ne era protagonista, non esitando ad andare più verso il realismo. Con il lettore immerso a tal punto negli eventi e le sofferenze di un popolo, o di un eroe caduto, anche la tirannia degli antagonisti si fa molto più vera; per questo, quando Luffy si erge infine contro di loro, non è più soltanto un semplice eroe shōnen che si oppone all’ennesimo cattivo, ma diventa il ricettacolo di tutte le speranze e i sacrifici di chi l’ha preceduto.

In un certo senso, Luffy diventa un simbolo anche per gli stessi lettori. Non è difficile creare un eroe shounen tradizionale; molto di più lo è riuscire a fornirgli la giusta carica emotiva. Per quanto sia un personaggio semplice, risalta per il suo muoversi in un mondo così tangibile e zeppo di sottotesti reali e sociali; per questo funziona il suo mettere in gioco la vita per difendere i sogni e la libertà, non importa se si trova di fronte pirati molto più forti di lui, il governo mondiale o una presunta divinità. Ciò arriva al punto che le sconfitte di alcuni degli antagonisti più d’impatto hanno lo stesso effetto catartico di quella che, in un altro manga, sarebbe la conclusione dell’intera opera.

Questo lato di Luffy si collega a un’altra tematica centrale del manga: i compagni. Questo perché non si limita a intervenire e salvare la situazione interamente da solo; non è un liberatore. Lui stesso, infondo, non vuole essere un eroe, e se interviene è solo una conseguenza del suo agire seguendo unicamente la propria volontà, che lo spinge a odiare chi invece impedisce agli altri di essere libero. Il suo voler diventare re dei pirati è infondo perché ritiene che ciò lo renderebbe la persona più libera di tutti i mari.

Questo suo comportamento spinge anche gli altri a ergersi a loro volta, combattendo al suo fianco perché credono in lui. Piuttosto che limitarsi a salvare le persone riesce, spesso indirettamente, a fare in modo che si rimettano in piedi sulle proprie gambe e si ricordino cosa vuol dire seguire i propri sogni.

Ciò vale soprattutto per i membri della ciurma, ciascuno dei quali l’ha seguito proprio perché ha visto qualcosa in lui che gli ha dato coraggio e gli ha permesso di fronteggiare le proprie debolezze.

Allo stesso modo Luffy, per sua ammissione, da solo non combinerebbe mai nulla. È lo sforzo collettivo a far sì che prevalga in ogni arco narrativo; non solo quello dei membri della ciurma ma anche degli alleati temporanei con cui riesce a legare in ogni viaggio. Ricollegandosi al punto precedente, è proprio questo a renderlo un protagonista efficace, aldilà della sua ottusità che potrebbe anche renderlo irritante: non è solo. Dietro di lui vi è il peso di innumerevoli storie, sogni e passioni, sia di chi l’ha preceduto che di chi l’accompagna.

La volontà ereditata è difatti un altro tema centrale di One Piece, l’idea che i sogni delle persone non possano morire. Anche nel fallimento, i sentimenti provati non saranno mai vani, ma anzi apriranno la strada alle nuove generazioni.

Fondamentalmente, One Piece è riducibile a una storia d’avventura; ma con tutto il contesto costruito intorno, diventa molto di più. L’entusiasmo più fanciullesco che lo caratterizza si oppone attivamente alle parti più oscure e crudeli, rappresentanti il mondo reale.

Oda non esita a inserire le tematiche più disparate nella sua opera, trattando ampiamente di razzismo, guerra, delle conseguenze a cui porta il seguire ciecamente i dogmi, governi totalitari, tirannia, oppressione mascherata da giustizia, guerre civili, fino anche agli sconvolgimenti climatici. Ergendosi coraggiosamente contro ciascuno di questi mali, i personaggi di One Piece permettono di tornare a sognare, ispirando il lettore; il tutto senza mai rinunciare al suo lato più fantasioso e pittoresco, ma anzi fondendo alla perfezione i due mondi.

Andrea Loriga