Jacques-Louis David: le opere, la biografia, il Neoclassicismo

Jacques-Louis David è stato uno degli artisti fondamentali del Neoclassicismo francese.

Uomo serio, risoluto, severo, aveva una cicatrice lungo il volto dovuta a colpo di spada. Questo causò non pochi traumi a al pittore che aveva difficoltà a parlare, cosa lo rese schivo e taciturno.

Jacques-Louis David Leonida alle Termopili

Cos’è il Neoclassicismo?

Il Neoclassicismo è un movimento che si è sviluppato maggiormente in Italia e Francia, per poi influenzare il resto d’Europa. Ha avuto inizio già dalla seconda metà del ‘700.

I suoi principali esponenti iniziarono a ricercare una nuova espressione per bilanciare gli eccessi del Roccocò.

L’impulso fu quello di ricondurre lo sguardo al passato, in particolare alla cultura greca e romana. Questo avvenne per ubbidire ai principi su cui si basava il pensiero storicista che si stava formulando in risposta ai mutamenti in corso nella società.

Erano gli anni in cui nasceva l’Illuminismo, un movimento che cercava di diffondere un modo di pensare ispirato alla razionalità e alla scienza.

In questo stesso periodo l’aristocrazia cominciò il suo lento declino, mentre la borghesia vide la sua ascesa. La cosa porterà a concepire il progetto di sostituire il regime monarchico con forme di governo popolari e democratiche. L’arte, non da meno, introdusse idee che rispecchiavano le innovazioni del momento.

La formazione di Jacques-Louis David

L’artista Francese nella sua fase di formazione si è trovato immerso nel periodo di transito fra due momenti storici dell’arte: Roccocò e Neoclassicismo.

Fin dall’inizio del suo apprendistato nel atelier del pittore Joseph-Marie Vien, Jacques-Louis David mostrò la sua spiccata tendenza verso la nuova corrente che andava sviluppandosi. Dal 1766 Vien lo fece studiare nell’Académie Royale. Qui David apprese composizione, anatomia e prospettiva.

Nel 1769 partecipò al Prix de Quartier ottenendo il terzo posto. Questo riconoscimento gli permise di partecipare al Prix de Rome. Questa borsa di studio gli avrebbe permesso un soggiorno in Italia per 4 anni a spese del governo francese.

Gran Prix de Rome

Jacques-Louis David partecipò per quattro volte al Gran Prix de Rome.
Le prime tre furono degli insuccessi. Ciò turbò profondamente il pittore, fino a fargli pensare al suicidio.

Queste esperienze negative urtarono David al punto da cominciare a nutrire un forte rancore verso l’istituzione accademica. Era sicuro dell’ingiustizia che gli stavano riservando. In seguito storici hanno sostenuto che furono questi gli anni in cui l’artista maturò quel risentimento che nel 1793 lo porterà a far accettare alla Convenzione il decreto di soppressione delle Accademie

Nel 1774, al suo quarto tentativo, Jacques-Louis David riuscì ad ottenere il Prix de Rome con l’opera Antioco e Stratonice. Come era nello stile del giovane artista, l’opera presentava spunti teatrali. Nella composizione, però, si mostrava più semplice e austera rispetto alla sua predisposizione, cosa che la rese conforme ai canoni dell’espressione drammatica prediletta dall’ Accademie.

Gli anni in Italia di Jacques-Louis David

Fino al 1780 il pittore francese rimase in Italia, senza produrre grandi opere. Nel contempo visse esperienze e suggestioni che gli furono fondamentali. I progressi iniziali erano molto lenti e difficili, ma il tratto del suo disegno si trasformava, diventava più incisivo, depurandosi della vaporosità tipica del rococò.

Questi furono gli anni in cui David abbandonò lo stile pomposo fino a quel momento studiato. Cominciò ad elaborare un proprio genere, più vicino a quello nascente ispirato all’antico. Sicuramente in questo doveva essere debitore alle emozioni che suscitavano in lui le opere di Caravaggio, Raffaello e Poussin.

Il ritorno in Francia

Jacques_louis David tornò in Francia, e venne accolto con gran favore. Due anni dopo, grazie alla dote della sua sposa Marguerite Charlotte Pécoul, aprì un atelier a Louvre dove accolse i primi allievi.

L’obiettivo di questo periodo era riuscire ad essere ammesso come membro dell’Accademia. La cosa gli riuscì nel 1783 grazie all’opera Il compianto di Andromaca sul corpo di Ettore.

Fu in questo momento che gli venne affidato l’incarico di realizzare una grande opera storica. La Commissione Reale, però, stabilì delle dimensioni precise, che David avrebbe dovuto rispettare.

L’artista decise di scegliere come tema un episodio della tragedia di Corneille, una scena che però era assente nella pièce: Il giuramento degli Orazi.

Jacques-Louis David Il Giuramento degli Orazi

Il giuramento degli Orazi

Il giuramento degli Orazi è considerato il manifesto del Neoclassicismo francese.

David considerava il recupero della cultura antica decisivo per formulare nuovi modelli di virtù, giustizia e bellezza. Questo era necessario soprattutto in Francia che, alla fine del settecento, stava attraversando un periodo di profonda crisi.

David terminò Il Giuramento degli Orazi a Roma nel 1784. Inoltre fu nella capitale italiana che il pittore lo espose per la prima volta, senza rispetto per la commissione ricevuta. Tutta questa totale noncuranza nei confronti delle istruzioni ufficiali, gli varrà la fama di artista indipendente e ribelle

La scena rappresentata racconta dei tre leggendari fratelli dell’antica Roma, gli Orazi, scelti per affrontare in duello i Curiazi, campioni della città avversaria di Alba.

Jacques-Louis David divise la scena geometricamente in tre parti. I gruppi di personaggi vennero incorniciati all’interno degli archi che si trovano nello sfondo della struttura, austera e sobria. I due momenti teatrali essenziali che vengono rappresentati vedono da un lato la determinazione dei fratelli. Essi stringono le armi tra le mani del padre, pronti a dare la vita pur di portare la vittoria a Roma. L’altra parte mostra la disperazione delle giovani donne, sorelle e mogli di entrambe le famiglie.

Jacques-Louis David e la Massoneria

Per quanto l’Accademie non rimase soddisfatta del dipinto, il Giuramento degli Orazi riscontrò una grande approvazione.

Ciò portò Jacques-Louis David a essere considerato il pittore più importante del momento. La maestosità e dignità delle sue opere, nonché la sua serietà morale, erano in totale sintonia con lo spirito del tempo.

Benché David non abbia mai espressamente ammesso che il quadro evocasse il sentimento rivoluzionario, la Rivoluzione si impadronì dell’opera. In essa si riconosceva l’esaltazione della fede repubblicana. Fu anche ipotizzato che il quadro rappresentasse rituali tipici delle associazioni massoniche.

Molti storici, infatti, hanno sostenuto che Jacques-Louis David appartenesse alla Massoneria. Questa teoria si è rafforzata nel 1989 quando furono ritrovati alcuni documenti che lo riconducevano alla loggia Modération

Al di là di queste congetture Il giuramento degli Orazi consacrò l’artista, e lo elevò a promotore della moderna scuola di pittura, che prese il nome di Vero Stile.

La metamorfosi politica

Fin dal 1786 Jacques-Louis David dimostrò di simpatizzare per la Rivoluzione per poi entrarvi a far parte in maniera attiva.
Partecipò alle riunioni dei gruppi rivoluzionari, appoggiò Robespierre, aderì al partito dei Giacobini. Come deputato nella Convenzione votò la morte del re.

Dopo la Rivoluzione ricevette numerosi incarichi ufficiali tra cui riforma dell’insegnamento e le istituzioni artistiche. Si occupò di musei e teatri, e delle nuove festività rivoluzionarie. Il culto dei santi fu sostituito da quello dei concetti filosofici, come la Dea Ragione o l’Essere Supremo.

In queste occasioni David era incaricato di organizzare grandi cerimonie-spettacolo, e di disegnare scenografie e costumi. Quello che però rimaneva il suo ruolo più importante era rappresentare episodi e personaggi della Rivoluzione.

Jacques-Louis David tra Arte e Rivoluzione

David affrontò i sui dipinti con uno stile diretto: i suoi personaggi possedevano una presenza e una austerità tale da renderli pari a eroi malgrado fossero uomini e donne a lui contemporanei.

Risalente a questo periodo sono degli studi di un’opera mai compiuta, il Giuramento della pallacorda. L’idea di Jacques-Louis David era di dipingere una tela imponente di circa 10 metri. Il momento celebrato sarebbe stato tra i più simbolici del rovesciamento del vecchio regime monarchico. Il dipinto prevedeva di rappresentare i 630 deputati dell’Assemblea costituente mentre ascoltavano il giuramento del loro presidente.

Il progetto ebbe l’appoggio dei Giacobini, ma, malgrado il lancio di una sottoscrizione, non vennero raccolti i fondi necessari.
Altra importante opera è il dipinto per la commemorazione dell’uomo politico, nonché suo amico, Jean-Paul Marat.

David incaricato di onorare il politico Jean-Paul Marat

Nel 1793 venne annunciato l’assassinio del tribuno Marat. Di conseguenza Jacques-Louis David fu immediatamente incaricato di dipingere un quadro che portasse onore e memoria del politico.

L’artista era rimasto molto scosso da questo avvenimento, cosa che lo indusse a realizzare un’opera molto sobria, cruda, e realista.

La Morte di Marat

La tela dipinta da David presenta una luce che richiama quella tipicamente caravaggesca, come anche il fondo scuro che occupa quasi metà del quadro. La rimanente parte è impegnata dalla vasca di legno da cui emerge il corpo esangue abbandonato alla morte.

Il capo è avvolto da un panno che ricorda l’infula di un antico sacerdote. La testa è reclinata verso sinistra è appoggiata su di un piano. Essa segue l’andamento del braccio, come a evocare le antiche opere classiche della Pietà di Michelangelo o la Sepoltura del Caravaggio.

L’espressione non è sofferente, piuttosto Marat appare in uno stato di incoscienza. Sembrerebbe un’ultima forma di rispetto donatagli da David, che decise di ricordarlo nella veste di un eroe che fino all’ultimo mantiene la sua dignità.

La caduta di Robespierre

In questo frangente David ebbe la nomina presidente del club giacobino e, il mese seguente, segretario della Convenzione.

Fu uno dei protagonisti della politica del Terrore, membro del Comitato di sicurezza generale e presidente della sezione interrogatori. Non si preoccupò di autorizzare gli arresti e le esecuzioni di vecchi amici o clienti.

Robespierre decadde nel 1974 e anche David fu arrestato, nonchè interrogato. Cercò di rinnegare il suo passato robespierrista, senza ottenere alcun favore.

L’intercessione dei suoi allievi e soprattutto di sua moglie, riuscì proscioglierlo da ogni accusa.

Le Sabine

Tra il 1795 e il 1798 Jacques-Louis David concentrò le sue energie nella realizzazione del dipinto Le Sabine.

In questa tela l’artista decise di rappresentare le rivalità fratricide delle fazioni rivoluzionarie e le virtù della riconciliazione e della concordia. Una donna in bianco spicca al centro della scena con un gesto teatrale. Rappresenta una delle sabine che si oppone al combattimento.

L’artista con quest’opera decise di avvicinarsi ancora di più alla purezza dello stile greco. Questo è il motivo della nudità degli eroi. Essa viene interrotta solo dagli scudi e dagli elmi, un gesto ritenuto troppo audace per la sensibilità dell’epoca.

I dissidi tra Jacues-Louis David e gli allievi

L’esempio di elevazione verso la pura forma ed eleganza ottenuto con Le Sabine divenne un fondamento base dello stile Neoclassico.

Una parte dei suoi allievi portarono agli estremi questi principi e formarono un gruppo, i Barbus. Essi auspicavano a un ritorno radicale al modello greco e arrivarono a un dissidio con il loro maestro. Lo rimproveravano di non adoperare un carattere abbastanza arcaico nella rappresentazione.

Questi scontri costrinsero David ad allontanare gli allievi. Ne aggiunse altri al loro posto tra cui Jean Auguste Dominique Ingres, che ben presto brillò per la sua bravura.

Jacques-Louis David e Napoleone I

Fu questo il periodo in cui Jacques-Louis David inizia ad ammirare la personalità di Napoleone attraverso le sue imprese. Dopo poco, ci fu un incontro fortuito tra i due. La loro conoscenza avvenne in seguito alla stipula del trattato di Campoformio, e già da allora l’artista iniziò a definirlo “eroe”.

Il primo ritratto ufficiale di David del nuovo padrone della Francia risale al 1800. I lre di Spagna Carlo IV commissionò il dipinto per onorare i buoni rapporti stabiliti tra i due paesi.

David realizzò così Il Primo Console supera le Alpi al Gran San Bernardo. Il dipinto era un celebrativo ritratto equestre. Mostra un Bonaparte trionfante avvolto in un mantello dorato su un bianco cavallo rampante. Per questioni propagandistiche, David rielaborò il quadro realizzandone altre tre versioni.

Jacques-Louis David primo pittore di Francia

Nel 1800 l’artista venne indirettamente coinvolto nella Cospirazione dei pugnali. Jacques-Lois David riuscì a mantenere in ogni caso il favore di Bonaparte che, nel frattempo, era diventato l’imperatore Napoleone I.
In seguito, David ricevette la nomina di cavaliere della Legion d’onore, oltre che primo pittore.

Dopo tale onorificenza, gli vennero commissionati quattro importanti quadri di cerimonia: L’incoronazione di Napoleone I, La distribuzione delle aquile, L’intronizzazione e L’arrivo all’Hôtel de Ville.

Napoleone I e la rottua con la tradizione

Per l’imponente quadro che mostrava l’incoronazione dell’Imperatore, David impiegò ben tre anni di lavoro.

La scena immortalata si svolse nel dicembre del 1804. Napoleone era intenzionato a distinguersi dai precedenti monarchi e a rompere con le tradizioni. Di conseguenza scelse di autoincoronarsi e come luogo prescelse la Cattedrale di Notre Dame. Il papa Pio VII seduto sulla destra rimase impotente di fronte al gesto di Bonaparte.

Jacques-Louis David fu chiamato per rendere eterno questo gesto, con l’elegante stile austero che lo contraddistingueva.

L’incoronazione di Napoleone I

Tutta la scena presenta una seria dignità classica, priva di eccessi e decori. Come nel Giuramento degli Orazi, le geometrie della struttura scandiscono la scena: sulla sinistra si trova la famiglia Bonaparte, sulla destra i dignitari e al centro i sovrani.

Napoleone ha il capo circondato dall’alloro, il simbolo greco della pace e della vittoria. Il suo atteggiamento è pari a quello di un sacerdote mentre solleva la corona dell’Impero.

Durante la lavorazione, però, il pittore scelse di trasformare la scena principale. Preferì dare la sensazione che l’incoronazione fosse soprattutto quella di Giuseppina per mano di Napoleone. Anche l’Imperatore, davanti alla tela ordinò alcune modifiche, cosa che successe anche in seguito per altre commissioni.

E’ evidente, quindi che Jacques-Louis David con la sua opera portò un contributo fondamentale alla diffusione dell’immagine eroica di Bonaparte in Francia come in Europa.

La rottura con la monarchia

Con il tempo i rapporti con la monarchia andarono raffreddandosi soprattutto a causa degli alti compensi che richiedeva l’artista.
Dal 1810 Jacques-Louis David cominciò a non ricevere né pagamenti, né tantomeno commissioni da parte dei monarchi. Di conseguenza il pittore decise di rivolgersi solo a privati.

Jacques-Louis David e l’esilio a Bruxelles

Nel 1815 Napoleone fu sconfitto a Waterloo. Jacques-Louis David aveva la convinzione che gli sarebbe stata riservata poca clemenza dal nuovo potere. Decise, quindi, di allontanarsi dalla Francia.

Si stabilì a Bruxelles dove iniziò a realizzare diversi ritratti a esiliati e notabili belgi.
Continuò la sua produzione di dipinti a soggetto mitologico e ritrasse le figlie di Giuseppe Bonaparte.

A 75 anni eseguì il suo ultimo dipinto mitologico, Marte disarmato da Venere e le Grazie.

La sua salute era ormai precaria. Peggiorò in seguito a un incidente in cui venne investito da una carrozza. Nel 1825 David fu colpito da paralisi alle mani e un mese dopo morì.

Il governo francese rifiutò la sua salma, solo il cuore tornò a Parigi, per riposare accanto alla moglie Charlotte.

Michela Sellitto

Bibliografia:

  • La rivoluzione in mostra, di Jacques-Louis David  ed. Castelvecchi, 2017
  • David e Caravaggio. La crudeltà della natura, il profumo dell’ideale, di Fernando Mazzocca edito da Skira, 2020
  • David. Il teatro del crimine, di Michel Thévoz edito da Abscondita, 2003
  • David e l’arte della Rivoluzione francese, di Rossi Pinelli Orietta edito da Giunti Editore, 1989