Il riccio e la sua simbologia per l’umanità

Il riccio è un mammifero appartenente alla sottospecie della famiglia degli Erinaceidi e non va confuso con il porcospino o l’istrice. Esistono molte specie di ricci che presentano delle differenze e vivono in Europa, Asia e Africa. In Nuova Zelanda, luogo dove si sono ben insediati, sono stati introdotti dall’uomo, dai coloni inglesi, intorno al 1860. Popolano le praterie, i boschi, i deserti, le savane e le zone di coltivazione.

In genere questi animali presentano il muso appuntito, orecchie coperte dal pelo, baffi, piccoli occhi neri, dorso e fianchi ricoperti da aculei lunghi 2-3 cm disposti in maniera uniforme. Questi ultimi sono peli rigidi resi tali dalla presenza di cheratina. La parte inferiore di questo animale ed il muso invece sono ricoperti da peli. Gli aculei ed il pelo hanno colorazione varia a seconda della specie e tendenzialmente cambiano colore dall’inverno all’estate.

In caso di pericolo questo animale si appallottola spingendo gli aculei verso l’esterno. Inoltre in caso di caduta gli aculei gli servono ad attutire il colpo. Questi animali possono raggiungere approssimativamente fino a 30 cm di lunghezza e pesare circa 1 Kg. Hanno un aspetto tondeggiante, quattro zampe corte con cinque dita allungate provviste di unghie robuste ed una piccola coda corta, sottile, cilindrica e scarsamente pelosa.

Il riccio e le sue caratteristiche

Questi animali si nutrono di insetti, di piccoli mammiferi come roditori, di animaletti che popolano il sottobosco, di uova di uccelli, ma anche di uccelli di piccola taglia, vari rettili e vari vegetali. La maggior parte delle specie è in grado di arrampicarsi e va in letargo, tra l’autunno e la primavera..

Durante la fase del letargo utilizza le proprie riserve di grasso, cumulate mangiando abbondantemente nelle stagioni precedenti, per riscaldarsi e si nutre delle provviste di cibo che si è procurato. Può succedere però che in una stagione invernale tiepida qualche riccio vada in cerca di cibo prima di tornare nel sonno stagionale.

In genere questo animale vive da solo rifugiandosi in cavità. Costruisce il suo nido utilizzando foglie, paglia e fieno. Talvolta scava due gallerie nella sua tana. È un animale curioso che fiuta ogni oggetto che incontra, infatti il suo acuto olfatto e il tatto compensano la sua mediocre vista. Di solito esce all’aperto solo di notte, probabilmente per tentare di sfuggire ai predatori. Si muove lentamente e con un’andatura goffa. Quando sente un rumore si arresta subito e se percepisce il pericolo si appallottola su sé stesso. Durante il giorno si riposa nella sua tana.

È un animale solitario non ama incontrarsi con i suoi simili, anzi cerca di evitarli per non scontrarsi. Infatti, non a caso, esiste il modo di dire “Chiudersi a/come un  riccio” in riferimento ad una persona con un atteggiamento reticente, schivo, chiuso e sulla difensiva nei confronti degli altri, con un comportamento somigliante appunto a quello di questo animale.

Riccio
Riccio appallottolato su sé stesso.

Sono animali innocui e possono affezionarsi agli umani. La legislazione italiana però ne vieta l’allevamento domestico, la caccia e la cattura perché è un animale ritenuto protetto.

Riccio – istrice: differenze e comunanze

L’istrice nota anche come porcospino è un roditore della famiglia degli Istricidi ma spesso viene confusa con il riccio, anche se le differenze tra i due animali sono evidenti. Di seguito verranno sinteticamente esposte le principali diversità e comunanze tra questi due animali.

Riccio-istrice a confronto.

I porcospini sono molto più grandi e pesanti, presentano anch’essi aculei ricoperti di cheratina che danno loro un aspetto rigido.

Le spine delle istrici sono molto più lunghe e sono disposte in maniera non uniforme sulla testa, sul collo e sul dorso. I porcospini presentano la testa larga, il muso corto, la regione nasale rigonfia ricoperta da lunghe vibrisse, gli occhi piccoli e scuri, le orecchie corte, le zampe corte e larghe con cinque dita con artigli alle estremità, la coda corta è ricoperta da aculei più corti e fragili rispetto al resto del corpo.

Quando i porcospini si muovono lentamente e producono un suono che funge da avvertimento per eventuali predatori. Generalmente sono animali notturni e di giorno si riposano nella loro tana. In caso di pericolo si appallottolano su sé stessi, sollevano gli aculei ed agitano quelli della coda producendo un tintinnio. Se attaccate le istrici possono staccare i loro aculei appuntiti lasciandoli infilzati nella pelle dell’aggressore provocando in quest’ultimo anche gravi ferite. Infatti le istrici possono risultare pericolose.

I porcospini si nutrono di frutta, bulbi, cortecce, rami e ossa di animali. Da questi ultimi traggono il calcio, i minerali e li utilizzano per affilare i loro denti ma non si nutrono di carne di altri animali. Vivono in America, Europa, Asia e Africa. Popolano le praterie, i boschi, i deserti, le savane e le zone di coltivazione.

Spesso vivono in gruppo. Si rifugiano in grotte, tane abbandonate da altri animali e cavità e non scavano i propri ripari.

Il riccio nella simbologia asiatica

In Asia centrale pare che venga associato all’abbondanza del raccolto, alla fertilità ed all’elemento terrestre perché striscia sul suolo. Inoltre viene visto come un animale energico e solare forse a causa della sua somiglianza con il Sole quando si trova in posizione rannicchiata.

In Estremo Oriente il riccio è simbolo di ricchezza proprio grazie alla sua associazione con l’avarizia. In questa accezione infatti la sua avarizia lo fa risparmiare e di conseguenza ciò lo rende ricco.

Inoltre questo animale, essendo una creatura notturna, rappresenta l’intuizione, la capacità psichica, i sogni notturni e le visioni il che è connesso con l’ombra, l’oscurità e il mistero della notte.

Il riccio nella simbologia della cultura europea

Nell’antichità, ma la datazione è imprecisa, i suoi aculei erano usati per rendere ruvidi i panni. La carne invece perché ritenuta provvista di virtù terapeutiche era utilizzata come farmaco ad esempio contro le calvizie forse perché gli aculei hanno l’aspetto di capelli fortissimi. Inoltre si pensava che una pelle di riccio appesa alle viti fosse in grado di allontanare la grandine.

Riccio
Riccio.

Per i babilonesi il riccio era l’emblema della dea madre Ishtar (dea dell’amore, della fertilità, dell’erotismo e della guerra).

Per gli antichi Greci ed i Romani era simbolo di intelligenza. Ad esempio Plinio  il Vecchio (23-79 d. C.) tesseva le lodi di questo animale per la saggezza che rappresentava e per la sua fama di prudente accumulatore di scorte alimentari.

Il bestiario medievale celebra l’acume del riccio che, se in pericolo, si appallottola sfoggiando i suoi aculei. Inoltre mostra la sua intelligenza nella costruzione della tana, che ha spesso due accessi. Quando soffia il vento del Nord l’entrata posta a Nord viene bloccata e l’animale attende fino a che il vento del Sud non ha dissolto la fredda nebbia.

Nella cultura celtica questo animale rappresentava la fertilità e la fecondità perché il suo ventre striscia sul suolo, sulla Madre Terra e quindi presentava una connessione con la terra e tutto ciò che era fertile.

Il riccio nella simbologia cristiana

Nel Physiologus opera del II-III secolo d. C. contenente descrizioni di animali, piante e pietre presentati in chiave allegorica attraverso citazioni delle Sacre Scritture, questo animale ha un’accezione positiva.

Infatti a proposito di questo animale si legge: “Si arrampica sulla vite. Per scuotere le piante e far cadere gli acini dell’uva […]. Poi si rotola sugli acini e, infilzatili gli aculei, li porta nella tana ai suoi cuccioli. Divieni così anche tu, o fratello, partecipe della vigna spirituale […] San Basilio dice: imita il riccio, uomo! Perché anche se è un animale impuro, ha un modo di agire affettuoso e gentile verso i bambini […]. Valuta con cura i tralci della vera vite, e cioè le parole di nostro Signore Gesù Cristo, e avvicinale ai fanciulli affinché, allevati nel giusto spirito, onorino il Padre che è nei cieli”.

Il più delle volte, però, la simbologia cristiana vede negativamente il riccio. Infatti lo associa all’avidità, all’ingordigia, all’ira e lo paragona a Satana che ruba le anime agli uomini. Questo perché è un animale notturno come il pipistrello e poi si nutre di lombrichi, larve e roditori e per questo era ritenuto nemico delle forze del bene. Si pensava che si rotolasse sui frutti caduti a terra li infilzasse con i suoi aculei e li portasse nella sua tana dove alcuni li mangiava con gola altri invece li cumulava con avidità. L’associazione con il simbolo dell’iracondia si ha perché nel momento della lotta è solito alzare minacciosamente gli aculei.

Su questa scia alcune leggende sostenevano che le streghe hanno capacità di trasformarsi in ricci ed in questa veste succhiano tutto il latte delle mucche.

In conclusione nella simbologia cristiana il più delle volte questo animale era visto come un simbolo negativo e più raramente come emblema positivo.

Il riccio nella simbologia moderna

In generale il riccio è sempre stato visto come un animale che sembra in assetto di guerra perché armato di aculei. In questa accezione solitamente le varie culture lo interpretavano come un simbolo positivo, una sorta di “guerriero di pace”.

Nel libro barocco sugli emblemi di Hohberg del 1675 si legge: “Quando l’autunno carica gli alberi di frutti, il riccio diligentemente li raccoglie nella sua tana: quando la benedizione di Dio ci ha fatto tanti doni: guarda che siano tenuti saggiamente in serbo”.

Riccio
Riccio.

In breve, attualmente questo animale equivale per lo più ad un simbolo positivo. Rappresenta la fiducia nella vita, l’auto-difesa -in genere non attacca mai ma si difende solo se attaccato arrotolandosi su sé stesso-, il sapersi prendere cura di sé, l’innocenza (questi stessi significati simbolici sono spesso associati anche al porcospino).

Giulia Cesarini Argiroffo

Bibliografia:

Biedermann, Hans (1991), Enciclopedia dei Simboli, Milano, Garzanti.

Sitografia:

http://newton.corriere.it/PrimoPiano/News/2005/01_Gennaio/10/erinaceus.shtml

https://www.animalpedia.it/informazioni-sui-ricci-di-terra-caratteristiche-e-tipi-670.html

https://www.cinquecosebelle.it/cinque-cose-che-non-sapete-sul-riccio-africano/

https://derattizzazioni.milano.it/ricci/

https://www.inseparabile.com/il_riccio.htm

https://www.animalpedia.it/differenza-tra-riccio-e-porcospino-637.htmlh