Tartarughe marine Caretta caretta: dove depongono le uova?

Quando e come avviene la deposizione delle uova delle tartarughe marine Caretta caretta? Sebbene nell’ immaginario collettivo Giugno, Luglio e Agosto siano considerati da tutti i mesi perfetti per affollare lidi e sorseggiare aperitivi in costume, un evento spettacolare, meno noto e che necessita invece di assoluta tranquillità si verifica ogni anno sulle nostre spiagge: la nidificazione delle tartarughe Caretta caretta.

chi sono queste affascinanti creature?

La tartaruga Caretta caretta è la più comune del mediterraneo tra le tartarughe marine (dunque appartenente alla classe dei rettili). Ciò nonostante, è divenuto difficilissimo avvistarne una, a causa dello stato di rischio di tale specie, fortemente minacciata.

Le tartarughe marine sono animali molto antichi tuttavia, grazie alla loro vantaggiosa conformazione strutturale, hanno subito pochi cambiamenti morfologici nel corso dell’ evoluzione, come testimoniano fossili di milioni di anni fa.

Queste simpatiche abitanti marine infatti, nonostante possano sembrare indifese, sono invece dotate di una robusta corazza ossea protettiva, la parte superiore di tale corazza prende il nome di carapace.  Il carapace è diviso in placche ossee ed è solitamente di colore brunastro. La parte inferiore della corazza invece, corrispondente alla zona ventrale, prende il nome di piastrone e ha colore giallastro.

esemplare appartenente alla specie di tartarughe marine Caretta caretta

Anche se alla nascita le tartarughe sono lunghe solo pochi centimetri, circa cinque, non bisogna farsi trarre in inganno. Un esemplare adulto di Caretta caretta può variare in lunghezza dagli 80 ai 140 cm e pesare fino a 160 kg.

La maturità sessuale nelle tartarughe marine Caretta caretta

Le tartarughe raggiungono la maturità sessuale intorno ai 13 anni, età in cui i maschi si differenziano dalle femmine. Essi infatti sviluppano una lunga coda necessaria per la riproduzione, accompagnata da un ulteriore sviluppo degli arti anteriori che presentano unghie a forma d’uncino. Tali unghie vengono utilizzate dal maschio per aggrapparsi al carapace della femmina e restare così ancorato al suo dorso durante la copula.

Nonostante gli accoppiamenti avvengano in acqua è necessario ricordare che, come molti rettili, le tartarughe marine sono ovipare, esse dunque depongono le uova (dopo un periodo di gestazione di circa 2-3 settimane). Per farlo, abbandonano l’ambiente acquatico dirigendosi sulla terra ferma, dando luogo così al fenomeno della nidificazione.

L’imprinting e la migrazione delle tartarughe marine

La scelta della spiaggia per la deposizione delle proprie uova non è casuale nelle tartarughe marine, incluse quelle Caretta caretta, che ritornano per la nidificazione nella spiaggia dove loro stesse sono nate. Tale fenomeno prende il nome di natal homing.

Le piccole tartarughine infatti, quando nascono, mettono in atto una sorta di imprinting (processo di apprendimento immediato). Grazie a questo processo, le neonate tartarughe acquisiscono informazioni preziose sullo specifico campo magnetico della loro spiaggia d’origine. Queste informazioni fondamentali, che conservano per tutta la vita, gli consentiranno poi di fare ritorno al luogo dove sono nate, per deporre le proprie uova.

È strabiliante pensare che moltissime Caretta caretta ogni anno attraversano mari e oceani, intraprendendo lunghissime migrazioni. Pur trovandosi dall’altra parte del globo infatti, esse riescono, sfruttando il campo magnetico terrestre, a ritrovare la propria spiaggia natale.

Tale meccanismo fa si che vi siano dei veri e propri siti di deposizione, ogni anno sedi di nascita per centinaia di tartarughe marine. Per tale ragione, molti di questi luoghi, col senno di poi, sono divenuti riserve naturali protette.

Deposizione e schiusa delle uova: le tracce

Una volta ritrovata la propria spiaggia natale, ha finalmente luogo il processo di deposizione. Le tartarughe si allontanano di diversi metri dalla riva, per proteggere le uova da possibili onde alte o mareggiate, in cerca di un luogo tranquillo e incontaminato. Una volta trovato, vi scavano una profonda buca, dove deporranno le proprie uova che possono variare numericamente da 40 fino a 190, aventi forma e grandezza simili a quelle di una pallina da ping pong.

Dopo aver accuratamente ricoperto la buca di sabbia per proteggere le uova, la tartaruga ritorna in mare. Nel farlo però, lascia dietro di sé nella sabbia una riconoscibilissima scia prodotta dal peso del suo corpo. quest’ultima presenta ai margini delle curve regolari, dovute al movimento delle pinne con cui la tartaruga si trascina verso il mare. Tale linea ondulata, lasciata dalle Caretta caretta nella sabbia, è la traccia più evidente del loro passaggio.

scia lasciata da tartarughe marine durante la deposizione

Dopo un periodo circa di 50-70 giorni di incubazione avrà finalmente luogo la schiusa delle uova e la simpaticissima e buffa corsa verso il mare delle appena nate tartarughe che dovranno sfuggire a probabili attacchi di gabbiani ed altri predatori in agguato nei paraggi.

La determinazione del sesso nelle tartarughe marine

Differentemente dalla maggior parte delle specie animali per le tartarughe marine Caretta caretta, così come per le altre tartarughe e i coccodrilli, il sesso dei nascituri non è determinato dal momento della fertilizzazione. Esso infatti dipende dalla temperatura durante il periodo di incubazione delle uova.

Se la temperatura sarà inferiore ai 27.7° le tartarughine saranno tutte di sesso maschile. Se la temperatura sarà superiore ai 31° saranno tutte di sesso femminile. In caso di temperatura intermedia tra questi due estremi la schiusa presenterà sia tartarughe di sesso femminile che maschile.

Una volta schiuse e sopravvissute alla prima corsa verso il mare alle piccole tartarughe marine non resterà che esplorare quest’ultimo, senza però mai dimenticare dove sono nate e come farvi ritorno.

Carla Aversano

Bibliografia

Antonio Lopez – Tracce di animali – Giunti Editore – 2012

Webgrafia

https://www.seaturtle-world.com/sea-turtle-anatomy/

https://oceanservice.noaa.gov/facts/temperature-dependent.html