Suburra – La serie, un’analisi

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Negli ultimi anni le gangster series hanno fatto sempre più breccia in Italia e Suburra – La serie ne costituisce l’ennesima conferma. L’opera è un prequel dell’omonimo film, uscito nelle sale nel 2015, a sua volta ispirato al romanzo omonimo scritto a quattro mani da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini. Alla regia della serie Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi.

La prima stagione, suddivisa in dieci puntate, racconta le gesta di tre giovani ragazzi provenienti da differenti contesti sociali che si uniscono per necessità ed ambizione formando un gruppo criminale. Il cast presenta un vasto assortimento di nomi noti, tra cui Claudia Gerini e Filippo Nigro, affiancati da talentuosi attori emergenti.

Suburra – La serie è ambientata nel contesto di “mafia capitale” e mira a porre in evidenza le sfarzose e molteplici contraddizioni di Roma, città sempre meno sacra e sempre più profana. Grande importanza è, infatti, accordata a temi delicati quali le infiltrazioni mafiose in Vaticano, la corruzione politica, l’omosessualità, la prostituzione, le faide familiari e i matrimoni forzati.

Ciascun personaggio risulta ben caratterizzato ed inserito nel contesto risultando complementare agli altri. Il ritmo del racconto è a tratti blando e a tratti frenetico, mentre i dialoghi alternano la lingua italiana a lingua rumena e dialetto romano. Suburra risulta inoltre essere la prima serie italiana targata Netflix, società che ne cura anche la promozione e la distribuzione.

Suburra…criminale?

Come spesso accade gli statunitensi sono stati i primi a individuare nelle serie televisive il potenziale necessario per dar vita ad un modo nuovo di creare cinema. In Europa hanno preso nota per poi adeguarsi all’ultima tendenza, e l’Italia non ha mancato di recitare la propria parte. Suburra – La serie è stata preceduta da capolavori quali Romanzo criminale e Gomorra. In Francia il successo porta invece il nome de I Borgia mentre la Germania ha avuto Deuthscland ’83 come cavallo di battaglia.

Suburra – La serie presenta numerose analogie con il suo “fratello maggiore” Romanzo Criminale, a partire dal contesto malavitoso nel quale è ambientata. Entrambe si svolgono, infatti, nelle zone periferiche della capitale, anche se in epoche diverse, ed hanno per protagonisti tre ragazzi. Ciascuno di loro ha specifici tratti distintivi, sia caratteriali che estetici. Uno tra questi è affiancato da una compagna prostituta, un altro appare più elegante e meno propenso a sporcarsi le mani, un altro ancora presenta innate doti di leadership. Antagonisti i criminali di vecchio stampo che ostacolano prepotentemente la scalata ai vertici dei tre giovani delinquenti.

La suburra, zona popolare sudicia e male abitata

<< Alla libidine atroce ogni strada era suburra >>

Questa la menzione scritta da Gabriele D’Annunzio all’interno del libro primo delle Laudi. Il titolo Suburra – La serie lascia ben intuire il pesante clima di decadenza che si andrà a ripercuotere nella narrazione degli eventi. Il termine “suburrarisale infatti alla Roma antica dove era sinonimo di quartiere malfamato ripieno di bettole e bordelli. In epoca latina essa coincideva geograficamente con l’attuale quartiere Monti, nelle vicinanze dei Fori Imperiali. Pur trattandosi di un luogo dedito al peccato ed alla perdizione, la suburra veniva pacificamente tollerata da ricchi e potenti, i quali spesso vi si recavano per soddisfare i propri lussuriosi istinti. Lo stesso imperatore Nerone non disdegnava recarsi nella suburra travestito da poveraccio per sondare gli umori del popolo. Gli stessi detrattori la consideravano un male necessario, tanto al popolo quanto all’imperatore.

Davide Gallo

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Davide Gallo

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