La Germania di Goethe

Wilhelm Meister: nascita del romanzo di formazione

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Oltre alla riflessione sul teatro e sul rapporto tra singolo e arte, l’opera di Goethe Wilhelm Meister rappresenta il primo esempio di Bildungsroman, ossia romanzo di formazione. Attraverso una serie di esperienze che irrimediabilmente hanno a che fare con la grande passione del protagonista, cioè il teatro, Wilhelm realizzerà quella che è la sua edificazione personale.

Ma quest’ultima non è possibile in totale solitudine. È necessaria infatti la collaborazione con altre figure, tra le quali ritroviamo Jarno, il personaggio al seguito del conte. Senza saperlo, Wilhelm incontra nel personaggio di Jarno uno dei suoi maestri. Scopriamo insieme il perché.

La “società della Torre”

Schizzo per il Wilhelm Meister di Kirchner

Jarno appartiene alla misteriosa “società della Torre”, organizzazione che ha come obiettivo il cambiamento sociale e politico. Per raggiungere questo fine la “società della Torre” fa dei suoi adepti dei “maestri” (Meister) dell’arte di vivere attraverso un’educazione scrupolosa.

Ecco che si chiarisce uno dei molti riferimenti simbolici con cui Goethe ha permeato le sue figure. Il cognome di Wilhelm, Meister, allude al fatto che egli è destinato a diventare un vero e proprio “maestro di vita”.

Questo processo evolutivo avviene grazie al teatro, che diventa il palcoscenico su cui può oramai cominciare il vero gioco della vita e dell’apprendimento. L’apprendista che inizia il suo cammino verso il grado di maestro non viene né invitato a fare le cose giuste né preservato dalle scelte sbagliate. Gli errori fanno parte della vita, e solo la coscienza razionale e l’esperienza garantiscono l’apprendimento dell’arte di vivere.

Il Meister: da testo sul teatro…

Wilhelm, dopo aver portato a buon fine la messa in scena per il conte, viene invitato da Jarno a seguirlo. Tuttavia, all’ultimo momento, dà retta all’amore per il teatro, si congeda da Jarno e parte insieme alla sua compagnia. Passando da un’avventura all’altra, Wilhelm riesce alla fine a convincere Serlo, il direttore di un grande teatro, a scritturare la compagnia.

In quel momento, però, lo raggiunge la notizia della morte del padre insieme ad una lettera del cognato Werner che lo invita a tornare al più presto per prendere in mano la ditta di famiglia. Wilhelm rifiuta la missiva e firma il contratto con Serlo.

Dopo aver però incontrato la sorella di Serlo, Aurelia, che è un’attrice nata, Wilhelm si convince di non avere un vero talento per il teatro. Dopo complicate deviazioni, Wilhelm si reca da Lotario, l’amante di Aurelia, per portargli la notizia della sua morte avvenuta nel frattempo.

… a romanzo di formazione

Nella tenuta di Lotario si trova la misteriosa “società della Torre”. Quindi Wilhelm, dopo una lunga odissea, è arrivato a destinazione. Viene accolto dai maestri e riceve la Lettera pedagogica, il certificato dell’apprendistato assolto, in cui sta scritto in un linguaggio cifrato e simbolico ciò che ha sbagliato e ciò che deve fare.

L’attrice Mariane, amante di Wilhelm

In realtà, il processo di maturazione di Wilhelm si compie solo quando apprende che Felix, il bambino che aveva preso sotto la sua tutela dopo la morte di Aurelia, in realtà è suo figlio, frutto della relazione con Mariane, il suo primo grande amore, che aveva affidato il bimbo alla compagnia teatrale di Serlo.

La prima prova da “Meister” di Wilhelm: la scelta di una donna

Ora Wilhelm è responsabile di un’altra persona e deve diventare il maestro di suo figlio. Si mette alla ricerca di una buona madre e per un’ultima volta corre il pericolo di sbagliare strada, ma la “società della Torre” lo mette in guardia. Non è Teresa, donna dal carattere indipendente, la madre giusta per Felix né la consorte ideale per Wilhelm. Infatti, la ragionevolezza troppo spiccata della donna finirebbe per inaridire l’animo sensibile di Wilhelm.

Finalmente Wilhelm trova in Natalie l’“anima bella” in senso schilleriano, una donna che unisca grazia e saper vivere. Wilhelm, divenuto ormai membro della “società della Torre”, sposa Natalie e riprende la sua professione borghese, impegnandosi per il bene della società.

La continuazione del Wilhelm Meister

Nel 1807, più di dieci anni dopo la pubblicazione del Meister, Goethe cominciò a lavorare alla continuazione del romanzo di formazione, che avrebbe dovuto trattare della vita di Wilhelm nella qualità di maestro. Tuttavia, dopo la morte di Schiller, venne a mancare quella compattezza che caratterizza il Goethe del classicismo di Weimar.

Nella seconda parte del Meister, Gli anni di pellegrinaggio di Wilhelm Meister o I rinunzianti (1829), la dissoluzione della forma narrativa tradizionale del romanzo, iniziata già nelle Affinità elettive, si accentua in modo tale che non si può più parlare di un romanzo.

Il collegamento con la prima parte del Meister viene garantito solo dal fatto che prosegue la narrazione delle vicende dei personaggi comparsi già allora, ma la trama si dissolve completamente con frammenti di novelle, note di diario, appunti, aforismi e massime. Non si tratta più di un romanzo da leggere, ma in cui si deve leggere.

Il messaggio di Goethe

C’è ovviamente un messaggio in questo romanzo di formazione. La verità che Wilhelm aveva dovuto faticosamente imparare è questa: a volte ciò che non si cerca affatto cade come un regalo dal cielo, mentre non si riesce a ottenere ciò a cui si aspira tenacemente.

Con il romanzo di formazione Meister, Goethe da una parte aveva innalzato finalmente a livello classico un genere considerato fino ad allora inferiore, dall’altra aveva creato un modello con cui si sarebbe misurata tutta la letteratura del XIX secolo.

Pia C. Lombardi

Bibliografia

J.W. von Goethe, Wilhelm Meister. Gli anni dell’apprendistato, Gli Adelphi, 2006.

Note

L’immagine in evidenza ritrae Wilhelm con la giovane Mignon.

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Pia Lombardi

Laureata in germanistica, dalle scuole medie nutre una grande passione per tutto ciò che è tedesco, dalla lingua alla letteratura (un po' di meno per la cucina). A chiunque conosca, consiglia di leggere gli autori da Goethe in poi (in particolare Heinrich von Kleist). I suoi articoli per "laCooltura" vogliono sensibilizzare i lettori alla causa tedesca e avvicinarli ad autori spesso sconosciuti.

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