Fragile è la notte di Angelo Petrella: la recensione

Fragile è la notte, settimo romanzo di Angelo Petrella, costituisce il ritorno dell’autore al genere noir dopo l’escursione nel mondo dei thriller spionistici rappresentata da Operazione Levante offrendo un’ulteriore prova della sua versatilità.

Protagonista del libro, pubblicato da Marsilio Editori,  è l’ispettore Denis Carbone, uomo dal passato tormentato e votato all’autodistruzione che si muove sullo sfondo di una Napoli divisa tra uno splendore di facciata e torbidi segreti. Punto di partenza delle vicende narrate è il ritrovamento del corpo della ricca e affascinante Ester Fornario ai piedi della sua sfarzosa villa di Posillipo. Le indagini sulla morte della donna condurranno infatti Denis verso pericolose verità che in molti vorrebbero continuare a nascondere.

Denis Carbone, un protagonista urticante

Il realismo costituisce la principale cifra stilistica di Fragile è la notte, un realismo che non ammette sconti o censure. Il protagonista del romanzo, Denis Carbone, non sarà quindi il solito detective burbero ma fondamentalmente di buon cuore tipico della narrativa noir, bensì una sua versione realistica e priva di romanticismo. Denis si presenta come un personaggio urticante, con cui appare difficile ogni forma di identificazione, un uomo corrotto e sguaiato che affoga i propri rimpianti nell’alcol e nell’autocommiserazione.

fragile è la notte
Angelo Petrella

La vita di Denis è infatti andata in pezzi quando, dieci anni prima delle vicende narrate, ha preso parte ad un giro di scommesse e ricatti assieme ad altri colleghi della Questura venendo però scoperto dal capo della Squadra Mobile, Tagliamonte. Questi, anziché mandarlo in carcere, l’ha quindi relegato nel periferico commissariato di Posillipo dove Denis vive in una sorta di purgatorio fatto di giornate tutte uguali in cui non accade mai nulla di rilevante e la vita scivola via lentamente. Un purgatorio da cui l’indagine sulla morte della Fornario potrebbe finalmente trascinarlo fuori.

Ma il fallimento lavorativo non è l’unico a tormentare Denis, ossessionato dalla figura di Laura, la sola donna che abbia mai amato e che continua a spiare di nascosto. Le sue azioni, al limite dello stalking, e il modo in cui la sofferenza non gli impedisca di cercare sollievo in fugaci rapporti occasionali contribuiscono a dare spessore al personaggio rendendolo umano e fallibile.

Cinico, dalla battuta sempre pronta, perennemente sospeso a metà strada tra autodistruzione e volontà di riscatto, Denis possiede poi l’intuizione tipica dei grandi ispettori, quella che lo rende uno dei migliori nel suo campo nonostante i propri difetti e a dispetto dell’indole irascibile e perennemente ribelle.

Per quanto sia difficile, almeno nelle fasi iniziali del romanzo, empatizzare con Denis, è innegabile che la sua figura eserciti una sorta di fascino magnetico sul lettore mostrandogli persone e avvenimenti così come appaiono ai suoi occhi. In molti passaggi infatti le descrizioni riflettono il punto di vista di Denis, risultando per questo ancora più reali e irriverenti. Anche la Napoli di Fragile è la notte quindi è, in gran parte, la Napoli di Denis. Una città di cui egli è in grado di cogliere, grazie alla sua intuizione, l’essenza putrescente celata sotto le apparenti bellezze.

La Napoli malata di Fragile è la notte

La Napoli di Fragile è la notte è una città malata attraverso cui Petrella conduce per mano il lettore mostrandone difetti e storture individuati dal suo sguardo attento e implacabile e descritti attraverso quello di Denis.

Fragile è la notte
La copertina di Fragile è la notte

Le descrizioni del capoluogo partenopeo abbondano e sono sovente accompagnate da forti, benché implicite, componenti di critica sociale. Esse mirano però soprattutto ad evidenziare il contrasto tra apparenza e realtà visibile specialmente nel quartiere di Posillipo, all’interno del quale si svolgono gran parte delle vicende narrate. Dietro l’opulenza delle ville dei ricchi si nasconde infatti un mondo fatto di eccessi, violenze e ricatti, un mondo malato da cui l’unica via d’uscita pare essere la morte.

Interessanti sono anche le descrizioni basate su metafore animalesche che contribuiscono sia a caratterizzare in maniera ferale determinati personaggi che a trasmettere un senso di diffuso malessere. Le mosche che infestano il cadavere della Fornaro sono ad esempio paragonate a ben più cupi avvoltoi contribuendo a trasmettere la sensazione di disagio provata da Denis e dagli altri membri delle forze dell’ordine al loro arrivo sul posto.

La decadenza e la malinconia che la città emana vengono poi sottolineate dalle note delle canzoni jazz che il protagonista è solito ascoltare nei propri spostamenti, diligentemente evidenziate dall’autore per fornire un’efficace colonna sonora che favorisca l’immersione del lettore all’interno della narrazione.

Il ritmo del romanzo invece si fa sempre più incalzante man mano che la narrazione procede, rivelando un intreccio destinato a complicarsi più volte con l’approssimarsi dello scioglimento finale. Scioglimento che lascia però ugualmente (e volutamente) alcuni interrogativi aperti, preludendo ad un ulteriore sviluppo delle vicende e dei personaggi, i quali, pur non avendo lo stesso carisma di Denis, appaiono realistici e ben caratterizzati. Fragile è la notte è dunque un romanzo che riesce ad essere al tempo stesso veloce e riflessivo, complesso e contraddittorio, esattamente come la variegata realtà di cui costituisce la narrazione.

Alessandro Ruffo