Mitologia greca

L’ira delle dee dell’Olimpo: #3 Athena/Minerva

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Athena è una dea nella cui figura si fondono contributi di civiltà molto diverse. Come dea guerriera ricorda divinità femminili indoeuropee come la Morrigan dei Celti, la Sif dei popoli nordici e la Durga degli Indoarii. Tuttavia, per altri aspetti, è derivata da figure divine tipicamente afroasiatiche: fra queste annoveriamo la fenicia Ba’alat Anatha (origine del nome di Pallade Athena), o la egiziana Neith. Queste somiglianze con queste dee orientali erano già evidenti per gli antichi Greci. I totem animali di Athena sono la ben nota civetta e il serpente. La prima collega la dea greca a un’antichissima dea neolitica associata agli uccelli rapaci e ai cicli di morte e rinascita. I serpenti invece sono collegati alla dea cretese di Cnosso.

 

Cause dell’ira

Tutti questi connotati fanno comprendere perché Athena nel mito sia lenta all’ira, ma anche perché quando la sua ira si scatena appare inesorabile e devastante. Le divinità indoeuropee che ad Athena si collegano sono protettrici e guerriere, presiedono alla fecondità e alla guerra. Le dee semitiche sono ancora più feroci: per esempio Anatha in preda all’ira gode del sangue dei nemici. Tutti questi tratti si ritrovano in tutti i miti in cui Athena è adirata, sia se provocata dalla hybris degli uomini, sia per effetto della sua attività di protettrice.

Ira per sacrilegi

Athena è custode della sacralità delle leggi umane e divine. Come dea vergine obbliga alla castità le sue sacerdotesse. Nel mito legato al ciclo delle imprese di Tideo, uno dei suoi prediletti, l’eroe viene incaricato dalla dea di punire con la morte Ismene, sua sacerdotessa, rea di aver violato il voto di castità.

Questa funzione di equilibratrice e protettrice delle leggi fa della dea il simbolo della razionalità e della misura. Ne consegue che l’ira di Athena derivante da atti barbarici degli uomini o dalla mancanza di rispetto nei suoi confronti è un caso ricorrente. Per esempio lo stesso Tideo, durante l’assedio di Tebe, suscitò con la sua crudeltà efferata lo sdegno mortale della dea. Tideo viene ferito a morte da Melanippo in duello, ma riesce ad abbatterlo. Non pago ne addenta il cranio e lo divora. Athena, discesa dall’Olimpo apposta per salvarlo e renderlo immortale, al vederne la bestialità lo abbandonò al suo destino.

I due Aiaci

In un altro caso, quello di Aiace Telamonio, la vendetta della dea si traduce nella pazzia dell’eroe. Aiace è uno degi eroi preferiti dalla dea durante la guerra di Troia. In battaglia si rivolse ad Athena con superbia, invitandola ad andare in un altro punto del campo di battaglia, perché lì c’era già lui a garantire sufficiente protezione. Quando Aiace Telamonio si vide posposto ad Odìsseo nel giudizio per l’attribuzione delle armi di Achille morto, meditò vendetta contro Odìsseo stesso e gli Atridi. Allora Athena lo fece impazzire inducendolo a massacrare greggi inermi che nella propria follia allucinatoria l’eroe aveva scambiato per i suoi nemici. Riavutosi dalla follia Aiace si uccise per vergogna.

L’altro Aiace, Oilide, si rese colpevole di sacrilegio e hybris contemporaneamente. Durante la presa di Ilio aveva inseguito Cassandra per violentarla. La fanciulla aveva abbracciato la statua della dea per invocarne la protezione. Aiace l’aveva stuprata addosso alla statua, contaminandola. La statua aveva preso vita torcendo il volto per lo sdegno. Più tardi l’eroe si era salvato dal mare grazie a Poseidone e nonostante l’ira di Athena. Tuttavia giunto in patria, aveva gridato dall’alto di una rupe sul mare di essersi salvato nonostante gli dèi. Poseidone allora, insieme ad Athena, gli inflisse una morte atroce. Fece crollare col tridente la rupe mentre Athena fulminava Aiace e lo faceva precipitare su scogli aguzzi da cui finì trafitto.

La hybris di Aracne

Un caso peculiare di hybris punita è quello di Aracne, una fanciulla che si vantava di saper tessere meglio di Athena. La dea, come protettrice delle arti (e come tale detta Ergane), la punì trasformandola in ragno.

Athena e i nostoi

Athena durante la guerra di Troia protegge gli Achei ed è ostile ai Troiani a causa del giudizio di Paride. Pertanto all’inizio la vediamo al fianco dei maggiori eroi achei, Achille, Odìsseo, Agamennone e Menelao, i due Aiaci. Tuttavia, come si è visto, questi ultimi si alienarono la simpatia della dea per la loro hybris. Non andò meglio ad altri eroi sopravvissuti alla guerra: anche se le sciagure degli Atridi, di Diomede e di Odìsseo non sono dovute direttamente all’ira della dea, la sua “incuria” verso questi suoi ex beniamini fa sì che la tradizione consideri questi ritorni impossibili come un effetto del suo castigo. Il caso di Odìsseo è a parte, perché è l’unico a conservare la sua benevolenza: una volta che fu giunto a Itaca, la dea lo affiancò schiacciando i pretendenti di Penelope.

Arianna Colurcio

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Arianna Colurcio

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