Mario Pilati: la riscoperta di un compositore dimenticato

Il “caso Pilati”

Mario PilatiLa figura del compositore Mario Pilati (Napoli, 1903-1938) ha assunto nel corso degli ultimi venticinque anni una rilevanza sempre maggiore. Questo grazie soprattutto allo strenuo lavoro di una delle figlie del maestro, Laura,¹ che ha dato il primo impulso per una riscoperta e rivalutazione della musica del padre.

Personaggio quanto mai sfortunato, fu vittima non solo di un male incurabile che lo condusse ad una prematura scomparsa a soli trentacinque anni ma anche delle avverse circostanze storiche.

Complici tra l’altro anche la seconda guerra mondiale e il relativo dopoguerra con tutte le sue tragiche conseguenze di rimozione (o negazione, voluta o meno) per tutto quanto era stato prodotto in quel periodo – Mario Pilati è tornato a vivere nella memoria storica della cultura musicale soltanto a partire dai primi anni ’90.

Nella fattispecie si può parlare di un vero e proprio “caso Pilati” che è nato nella forma di un necessario quanto inaspettato recupero di un protagonista della musica italiana del primo Novecento.

Un manoscritto perduto…

Mario Pilati
Mario Pilati con Antonietta Margiotta

Dopo la morte del maestro, cui ha fatto seguito pochi anni dopo anche la scomparsa dell’amata consorte Antonietta Margiotta che curava la diffusione della sua musica, la figura di Mario Pilati è andata gradualmente incontro ad un oblio durato quasi mezzo secolo. Ma proprio come talvolta accade nelle giornate più comuni, un telefono che squilla può essere foriero di novità nella routine quotidiana.

Nel 1993 infatti una telefonata del pianista Roberto Cognazzo a Laura Pilati fu la spinta iniziale per la figlia nell’accingersi a pazienti studi sulle carte paterne che, nel corso degli anni, ne avrebbero infine permesso il recupero dal limbo in cui era immerso.
Cognazzo era alla ricerca, insieme al flautista Mario Carbotta, della partitura della Sonata per flauto e pianoforte di Pilati di cui aveva trovato menzione nei dizionari musicologici: risultava che nel 1927, grazie alla composizione della suddetta sonata, il maestro napoletano avesse ricevuto un prestigioso premio, intitolato alla mecenate americana Elizabeth Sprague Coolidge che lo aveva istituito negli anni ’20 del Novecento.

Mario Pilati
Il giudizio finale della commissione che assegnò nel 1927 il Premio Coolidge a Mario Pilati

Il premio, consistente in un assegno di 1000$, veniva conferito a cadenza annuale, tramite concorso, alla migliore composizione di un autore europeo che sarebbe poi stato indicato come esempio ai giovani musicisti americani. Da qui, dunque, l’interesse di Roberto Cognazzo e Mario Carbotta che erano intenzionati a presentare la composizione di Mario Pilati in prima registrazione assoluta per un progetto discografico dedicato ad autori italiani per l’etichetta Nuova Era.

Tuttavia la partitura della sonata per flauto Premio Coolidge 1927 risultava introvabile! Il manoscritto dell’opera fu infatti donato dall’autore con dedica a Mrs. Coolidge ed è tuttora custodito nella sezione “Rari ed autografi” della Library of Congress di Washington, fino ad alcuni anni fa inaccessibile al pubblico.²

…e ritrovato!

Mario Pilati

Della partitura originale esisteva soltanto una copia eliografica, custodita nella Biblioteca del Conservatorio di Musica di Napoli “San Pietro a Majella” e da lì prelevata alla fine degli anni ’50 per un concerto commemorativo. Da quel momento in poi se ne erano perse le tracce…

Una fortunata coincidenza, nonostante tutto, ha infine permesso a Laura Pilati, alla ricerca della partitura smarrita, di rientrare in possesso del prezioso manoscritto. Nel 1994 fu dunque realizzato il disco per l’etichetta Nuova Era (il primo contenente musica di Mario Pilati) e nel 1995 ritornava nuovamente in luce dopo un buio prolungatosi per quasi settant’anni la stessa Sonata per flauto e pianoforte, grazie alla pubblicazione a stampa a cura dell’Accademia Italiana del Flauto.

La “Pilati-Renaissance”

Mario Pilati
Ritratto fotografico di Mario Pilati

Nata dunque per caso all’inizio degli anni ’90, la “Pilati-Renaissance”, come è stata definita dal pianista e musicologo Andrea Bambace [Mario Pilati. Quel grande maestro di Gavazzeni, in “Alto Adige”, 28 dicembre 2001], è tuttora condotta a spada tratta dall’amore filiale della signora Laura.

Il lavoro svolto nel corso degli anni da questa donna infaticabile, un incessante profluvio di lettere e telefonate atte a sollecitare l’attenzione di editori e organizzatori di concerti nei confronti dell’opera paterna, ha portato ad un vivo interessamento da parte di interpreti e studiosi alla figura di questo notevole compositore che, secondo lo stesso Bambace, «solo la morte è riuscita a fermare da un’ascesa irrefrenabile che l’avrebbe senza dubbio portato ad essere uno dei più celebrati protagonisti della storia della musica del Novecento».³

Nel corso degli ultimi quindici anni l’organizzazione di convegni, la pubblicazione di saggi e registrazioni discografiche nonchè le tesi di laurea dedicate a questo raffinato musicista, cui in vita erano stati tributati premi, riconoscimenti e che godeva della stima dei maggiori compositori del periodo compreso tra le due guerre (due nomi su tutti: Alfredo Casella e Ildebrando Pizzetti), hanno infine permesso di assegnargli un posto ben definito nella storia, consentendo al pubblico di addetti ai lavori e appassionati di riconoscere oggi, nel nome di Mario Pilati, l’autore meritevole di una riscoperta – seppur tardiva – che ancora oggi continua.

Gianluca Blasio

Note, bibliografia e sitografia

1. Laura Pilati (Napoli, 11 febbraio 1933) è la seconda delle tre figlie di Mario Pilati. Cara amica di chi scrive, rappresenta la massima autorità vivente in materia e lavora tutt’oggi alla riscoperta dell’opera del padre.

2. Le composizioni premiate erano richieste dalla signora Coolidge per qualche anno in esclusiva per favorirne la promozione nei pubblici concerti da lei organizzati negli Stati Uniti.

3. ANDREA BAMBACE, Il meritato rilancio di Mario Pilati passa da San Candido, in “Alto Adige”, 23 agosto 2004. [http://www.mariopilati.net/old/Journaux.html]

Per ulteriori approfondimenti si veda il volume Mario Pilati e la musica del Novecento a Napoli tra le due guerre, a cura di Renato Di Benedetto, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2007. Si confronti inoltre il sito internet curato da Laura Pilati e Laureto Rodoni:

http://www.mariopilati.net/index.html

Mia registrazione in studio del minuetto per pianoforte di Pilati (1920):

Per la festa di Piedigrotta, che ispirò Pilati nell’elaborazione di un’opera lirica rimasta purtroppo incompiuta, si veda: http://www.lacooltura.com/2015/03/la-festa-di-piedigrotta/