Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust

Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu) è l’opera più importante di Marcel Proust, scritta tra il 1909 e il 1922. Fu pubblicata in sette volumi tra il 1913 e il 1927 e in essa è racchiusa tutta l’evoluzione del pensiero dello scrittore. L’opera spicca per importanza dei temi trattati, tra cui il tempo, la memoria, l’ambizione letteraria e filosofica. È considerato dal Guinness dei Primati il romanzo più lungo del mondo, con circa 9.609.000 caratteri, scritti in 3724 pagine.

In lettura…

La lettura integrale di Alla ricerca del tempo perduto è stata, per chi scrive, un’avventura e una scommessa durata tre mesi. Intraprendere un’impresa di questo genere impone, com’è stato, soggezione e rispetto, quell’obbedienza alla parola scritta che ogni lettore coscienzioso promette al suo interlocutore d’inchiostro. Con coscienza, mai obbedienza fu più piacevolmente riposta.

Struttura di Alla ricerca del tempo perduto di Proust

alla ricerca del tempo perdutoLa struttura della Récherche è circolare, narra la vita di Proust in un lunghissimo flashback dovuto all’apparire improvviso, nell’autore, di ricordi della sua infanzia – per esempio il famosissimo episodio delle madeleine:

“E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta? […] E’ chiaro che la verità che cerco non è in essa, ma in me.” (Dalla parte di Swann, pp. 10-11)

Le tremila pagine del romanzo descrivono il tentativo del Narratore di combattere contro la sua fragilità, fisica e psicologica. La scoperta dello scorrere inesorabile del tempo lo porta alla decisione di scrivere un libro sulla sua vita: questa è l’opera che noi oggi leggiamo.

Divisione in libri di Alla ricerca del tempo perduto

La divisione in sette libri e i titoli ad essi apposti sono stati sicuramente voluti da Proust, tranne incertezze per gli ultimi tre volumi usciti postumi. Tuttavia il senso di continuità e di unità sostanziale dell’opera non viene mai meno, e la narrazione procede con incredibile fluidità e fruibilità.

Storia editoriale di Alla ricerca del tempo perduto

La storia editoriale di Alla ricerca del tempo perduto è lunga e tortuosa. Proust sottopose l’opera a diversi editori nel 1912, ricevendo per lo più rifiuti. Solo l’anno seguente l’opera poté essere pubblicata, a pagamento, senza che l’editore la capisse e, anzi, senza neanche averne letto le bozze.

Il primo volume della Ricerca apparve il 14 novembre 1913. La pubblicazione dei volumi seguenti venne interrotta dallo scoppio della prima guerra mondiale. Il lavoro febbrile di Proust sulla propria opera è ininterrotto e continuo: ad ogni bozza di stampa inviata da parte dell’editore, l’autore aggiunge nuove parti sui margini e su foglietti che incolla alle pagine (i famosi paperoles). Nel periodo della guerra e del primo dopoguerra, quello che doveva essere l’ultimo volume dell’opera si espanse fino ad arrivare a comprenderne tre, che vennero pubblicati solo postumi.

Il percorso

Marcel ProustL’approdo alla necessità di scrivere un libro sulla vita è il punto di arrivo di un percorso graduale per mano del Narratore-Autore, un percorso che ha l’arte e la letteratura come origine, mezzo e scopo. All’interno di questa riflessione profonda di tutti gli aspetti dell’uomo, da quelli più materiali ai più trascendenti, fa da sfondo la società parigina. Questa è dipinta nei suoi toni più caratteristici. I personaggi che vi compaiono sono impressi indelebilmente e hanno vita propria all’interno della narrazione. Le loro avventure costituiscono il punto di contatto del Narratore con il mondo, portandolo – portandoci – alla scoperta delle ipocrisie dell’aristocrazia, dell’arrivismo borghese, fino ad arrivare alla decadenza della Prima Guerra Mondiale.

Allo stesso tempo il percorso di crescita del Narratore lo porta a sperimentare – e noi a riviverlo con lui – le croci e le delizie dell’esistenza. L’amore in tutte le sue forme e la gelosia, il sesso come sublimazione del sentimento o semplicemente come desiderio, la morte. Di tutto questo ne scandaglia le fondamenta. Insomma, in questa ”opera-cattedrale”, com’è stata definita, in quest’”opera-mondo” c’è praticamente tutto.

Il finale-rivelazione di Alla ricerca del tempo perduto

Lasciamo al lettore la scoperta del finale, una vera e propria rivelazione, punto di svolta nella storia di Proust, momento di inizio e fine della Ricerca. Perché è proprio dalla consapevolezza del Tempo perduto che il Tempo è ritrovato, e, in filigrana, che il segreto della vita, in fondo, è la Vita stessa.

Arianna Colurcio

Bibliografia

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto, Mondadori, 2012.