Recensioni di spettacoli

Un Nabucco kolossal per un’Estate da Re

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Gli arredi festivi giù cadano infranti,
il popol di Giuda di lutto s’ammanti!
(Nabucco, Atto I, Scena I)

Così ha inizio Nabucco (o meglio Nabucodonosor) una delle opere più famose di Giuseppe Verdi che venerdì 8 luglio (con una replica prevista l’11 luglio) è andata in scena in una cornice del tutto insolita: il cortile della Reggia di Caserta. Questo evento rientra nel progetto “Un’Estate da Re. La Grande Musica alla Reggia di Caserta”, fortemente voluto dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a cura della Scabec (Società Campana Beni Culturali) e in collaborazione con il MIBACT e la Direzione della Reggia di Caserta. Inoltre la rappresentazione ha visto la partecipazione e il contributo di due grandi istituzioni della musica classica: il Teatro di San Carlo con la sua orchestra, il corpo di ballo e il coro, e il Teatro Verdi di Salerno che ha messo a disposizione i suoi orchestrali e i coristi.

La direzione della terza opera verdiana è stata affidata al Maestro Daniel Oren che più volte, durante la conferenza stampa di presentazione del programma del 30 giugno, si è detto entusiasta della collaborazione con il grande baritono Leo Nucci.

La rappresentazione dell’8 luglio ha pienamente raggiunto lo scopo principale del progetto “Un’Estate da Re”, ossia raggiungere, anche grazie a biglietti low cost (i prezzi, infatti, andavano dai 10 ai 20€), il grande pubblico e avvicinare i più giovani ad iniziative culturali di tale portata. Quest’ultimi non hanno esitato ad affollare non solo il cortile della Reggia vanvitelliana, ma anche l’antistante piazza Carlo III dove moltissimi spettatori hanno assistito stesi sul prato allo spettacolo sul maxischermo.

Nabucco nell’allestimento di Stefano Trespidi

Le prove di Nabucco

Un Nabucco per tutti, dunque, e di tutti: 150, infatti, sono stati i giovani campani selezionati come comparse del nuovo allestimento curato da Stefano Trespidi. La regia ha optato per uno spettacolo che, attraverso un saggio uso di effetti speciali (si pensi, ad esempio, alla corona di Nabucco che prende fuoco e alla caduta in pezzi dell’idolo babilonese), rendesse l’opera di Verdi particolarmente godibile agli occhi di tutti, affascinando gli abituè e sorprendendo i neofiti del melodramma. Inoltre, le scene di Alessandro Camera con il tempio ebraico, lunghe scalinate, i troni d’oro, e i maestosi candelabri hanno avvicinato Nabucco ad un vero e proprio kolossal hollywoodiano.

Momento clou della serata è stato il bis di Va’ pensiero. Il Maestro Oren, dopo aver disposto i coristi in platea, ha invitato il pubblico a cantare il celebre coro: un’occasione di grande condivisione ed unione.

Nonostante i tre lunghi intervalli e i numerosi cambi di scena, il Nabucco “di Caserta” ha ottenuto un grandissimo successo di pubblico, con numerosi applausi dedicati alla star della lirica Leo Nucci che, come sempre, non delude mai: con la sua voce, infatti, riesce a dare carattere e vigore ad un personaggio complesso e mutevole come quello di Nabucco.

Sorprendente è stata Susanna Branchini che interpreta Abigaille: non solo una principessa guerriera, delusa nel suo orgoglio di donna rifiutata dall’uomo amato (Ismaele, interpretato dal giovane Vincenzo Costanzo, ama la sorellastra Fenena, che ha la voce dell’esperta Sonia Ganassi), ma anche una figlia disperata che cerca il perdono della sua famiglia.

Con questo Nabucco si è voluto realizzare non solo una rappresentazione dai grandi effetti, ma anche corale. È proprio questo l’elemento che colpisce di più: tutte le scene vedono la presenza di un coro numeroso che indossa gli splendidi costumi realizzati da Giusi Giustino, direttore della sartoria del Massimo napoletano.

Pia C. Lombardi

Nabucco – Teatro di San Carlo (sito ufficiale)

 

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Pia Lombardi

Laureata in germanistica, dalle scuole medie nutre una grande passione per tutto ciò che è tedesco, dalla lingua alla letteratura (un po' di meno per la cucina). A chiunque conosca, consiglia di leggere gli autori da Goethe in poi (in particolare Heinrich von Kleist). I suoi articoli per "laCooltura" vogliono sensibilizzare i lettori alla causa tedesca e avvicinarli ad autori spesso sconosciuti.

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