Letteratura e società: i romanzi di Jasper Fforde

Cosa accadrebbe se si potesse entrare dentro un libro – e se i personaggi dei romanzi potessero arrivare alla nostra realtà? È ciò che si è domandato Jasper Fforde, scrittore britannico contemporaneo, autore della saga dedicata a Thursday Next, “detective letteraria”. Prima di parlare dei libri di Fforde, però, è necessaria una premessa: leggerli è come tuffarsi in un’intera tradizione letteraria – quella inglese – che rivive in nomi, fatti, situazioni e citazioni.

Esistono infatti opere, ad esempio quelle di Shakespeare, che a distanza di centinaia di anni continuano a costituire una fonte preziosa per scrittori e non solo: sapevate che la serie TV “Sons of Anarchy” potrebbe essere definita, a grandi linee, un Amleto in motocicletta? E che Frank e Claire Underwood, protagonisti di “House of Cards“, ricordano e citano i sanguinari coniugi Macbeth?

Fforde
Fforde e i suoi romanzi.

Partendo da questa prospettiva intertestuale, Jasper Fforde crea un universo narrativo in cui non solo i personaggi sono in grado di entrare nei testi letterari, interagendo con essi e modificandoli, ma anche dove non vi sono differenze tra cultura “alta” e cultura popolare, per cui è normale entrare a prendere un caffè in un bar chiamato “Cheshire Cat” e discutere di quale sia la vera identità di Shakespeare con persone appena conosciute.

Il caso Jane Eyre

Il primo romanzo della serie a cui si accennava è “Il caso Jane Eyre“, pubblicato in Italia dalla casa editrice Marcos y Marcos. Il titolo inglese, comunque, è più intrigante: “The Eyre Affair“, infatti, lascia aperto il dubbio sul genere del libro, perché affair può significare sia “caso”, cioè indagine, sia relazione amorosa. Certo non si tratta di una storia romantica, ma in un certo senso comprende anche questa sfumatura: la protagonista vive una relazione complicata, che la quarta di copertina dell’edizione inglese sintetizza come meet Thursday Next, literary detective without equal, fear or boyfriend. In ogni caso, la Jane Eyre di Charlotte Brontë non se la passava meglio, e se aggiungiamo che, nel mondo di Thursday, il romanzo ha una conclusione differente – Jane non tornerà mai da Rochester, perché deciderà di trasferirsi in India con suo cugino come missionaria! – completiamo il quadro.

Thursday Next è una “detective letteraria” incaricata di occuparsi di una caso molto delicato: la scomparsa di Jane Eyre dalle pagine del romanzo a cui appartiene.

Ci sono cose più importanti delle leggi e dei regolamenti. Le mode e i governi vanno e vengono, ma Jane Eyre è per sempre. Darei qualunque cosa pur di portare in salvo quel romanzo. [1]

Fforde Jane

Fforde Eyre italianoUn po’ come se un giorno, improvvisamente, al TG annunciassero che Dante è scomparso dalla sua Commedia, oppure che i Promessi Sposi non si sposano più, perché a un certo punto del romanzo Lucia è stata rapita da un personaggio misterioso, materializzatosi sulla carta nel castello dell’Innominato oppure nel convento di Gertrude.

L’intento di Jasper Fforde, al di là delle trame dei singoli romanzi, è di farci riflettere sullo stato della letteratura nella società, obiettivo non dissimile da quello di Italo Calvino nelle sue Lezioni Americane. In quale realtà potrebbe esistere la figura di un detective letterario? La letteratura dovrebbe essere unanimemente considerata un bene prezioso, talmente prezioso da necessitare di un corpo di agenti speciali pronti a difenderla da qualsiasi abuso, sia esso il furto di un manoscritto originale, la falsificazione di un testo o i deliri ermeneutici della critica accademica.

Il “fandom” letterario di Fforde

Lo scopo di questi romanzi sembra quindi essere la riflessione sull’utilità stessa della lettura e della letteratura. Secondo Umberto Eco, la letteratura crea identità e comunità [2]. A ben vedere, la società descritta da Fforde ricalca proprio questa definizione: in giro per Londra si trovano i “Will-Speak“, busti parlanti che declamano monologhi di Shakespeare come fossero distributori automatici, e se qualche sconosciuto bussa alla tua porta, non è un testimone di Geova, bensì un sostenitore della teoria secondo la quale le sue opere sarebbero state scritte da Francis Bacon oppure da Christopher Marlowe. Dopo aver scoperto che Jane Eyre si interrompe a meno di metà romanzo e tutte le altre pagine restano bianche (Jane è narratrice in prima persona, la storia non può andare avanti senza che la sua “voce” la racconti), scoppia una vera e propria insurrezione popolare: Jane Eyre è un pezzo vivente della memoria collettiva popolare oltre che un testo sacro del canone [3].

Una società simile ha tutte le caratteristiche di un gigantesco fandom letterario. L’espediente di far entrare e uscire i personaggi dai libri non è fine a se stesso: Fforde non vuole solo raccontare una storia avvincente in cui la detective story è incentrata sull’improbabile caso del furto di un personaggio. L’idea è che, al di là dell’elemento fantastico, le persone instaurino un rapporto più stretto con la letteratura, che questa non sia solo una materia di studio, ma parte integrante della vita individuale e collettiva.

Nella sua lezione sull’Esattezza, Calvino ha paragonato la letteratura ad un cristallo:

l’opera letteraria è una di queste minime porzioni in cui l’universo si cristallizza in una forma, in cui acquista un senso, non fisso, non definitivo, non irrigidito in un’immobilità mortale, ma vivente come un organismo.

Maria Fiorella Suozzo

Fonti

[1] Il caso Jane Eyre, Jasper Fforde

[2] Su alcune funzioni della letteratura, Umberto Eco

[3] Un “caso” di indagine letteraria. La Jane Eyre di Jasper Fforde, Lucia Esposito

sito dell’autore: http://www.jasperfforde.com/index2.html