Fahrenheit 451 corrisponde alla temperatura a cui la carta brucia. Nel romanzo, però, i roghi di libri non sono l’unico strumento di manipolazione usato.
Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate… [1]
Montag fa il pompiere. Nel suo mondo quelli come lui non devono spegnere gli incendi, ma appiccarli: le case sono tutte ignifughe e ciò che brucia è soltanto la carta, precisamente alla temperatura di 451 F.
Cos’è Fahrenheit 451?
Il paradigma è tipicamente distopico, in quanto ci viene mostrata una società che sia “la peggiore possibile“. Come già Huxley con “Il mondo nuovo“, Bradbury ci presenta dei personaggi assolutamente soddisfatti del regime in cui vivono, secondo i quali i provvedimenti del governo sono volti al benessere collettivo e alla felicità del singolo. Proprio questo atteggiamento crea stridore con i dati effettivi e, col suo particolare effetto straniante, ci permette di riconoscere, nella società di Fahrenheit 451, i difetti del mondo vero.
Il televisore è “reale”, è immediato, ha dimensioni. Vi dice lui quello che dovete pensare, e ve lo dice con voce di tuono. Deve avere ragione, vi dite: sembra talmente che l’abbia! [2]
Di pompieri e salamandre
Clarisse, una ragazza totalmente fuori dal comune e probabilmente “eretica”, intavola con lui una conversazione -e molte altre, nei giorni successivi- che gli aprono gli occhi riguardo alla società in cui vive. È vero che un tempo i pompieri spegnevano gli incendi?, vuole sapere Clarisse. Ma no, che sciocchezza. Montag ha mai letto uno dei libri che dovrà bruciare? Certo che no, è contro la legge.
Rispondere alla domanda perché il governo non vuole che la popolazione legga è molto semplice per Beatty, il superiore di Montag: i libri rendono gli uomini infelici, li confondono e li rendono pieni di dubbi. Questa sua affermazione scatena la nostra personale ed istintiva risposta: una popolazione ignorante è molto più facile da tenere sotto controllo. Riconoscete forse qualche dramma dell’attualità?
Nel corso della storia Montag cambia gradualmente opinione e le sue avventure lo portano ad opporsi alla moglie. Mildred è una donna depressa, ha tentato più volte il suicido e, per distrarsi dai suoi malumori, trascorre la giornata davanti a un televisore che invade tre pareti su quattro del salone di casa e si addormenta con “minuscole conchiglie” radiotrasmettenti infilate nelle orecchie, non molto diverse dagli auricolari di oggi. Non la si può certamente definire felice.
Roghi di libri e cultura di massa
Il romanzo, da cui il regista francese Truffaut ha tratto anche un film, è rimasto impresso nell’immaginario collettivo per la potenza distruttiva evocata fin dal titolo: il rogo di libri. Ricordiamo a tal proposito una celebre citazione di John Milton, che non fu solo autore del Paradiso Perduto ma anche strenuo difensore della libertà di stampa:
È quasi uguale uccidere un uomo che uccidere un buon libro. Chi uccide un uomo uccide una creatura ragionevole, immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione stessa. [3]
A differenza del governo nazista, però, quello di Fahrenheit 451 ha dalla sua parte degli strumenti tecnologici molto più avanzati -stiamo parlando dei mass media– che permettono un controllo più efficace rispetto alla “modesta” radio usata negli anni ’30.
La devastante combinazione di distruzione del sapere tradizionale, rappresentato dai libri, e diffusione dei mezzi di comunicazione di massa fa del romanzo di Bradbury un testo attualissimo. È una società del malessere quella di Fahrenheit 451 e nessuno di noi, seppure a distanza di un sessantennio, avrà difficoltà a riconoscervi gli effetti degradanti di una tecnologia a cui non sappiamo dire di no, che spesso non siamo in grado di controllare e che ci aliena dal mondo e da noi stessi.
Maria Fiorella Suozzo
Fonti
Fahrenheit 451, R. Bradbury, Mondadori
citazioni:
[1], [2] Fahrenheit 451, Ray Bradbury
[3] Aeropagitica, John Milton
immagini: google images