Cloud Nine: analisi del primo album di Kygo

Kygo è una vera e propria stella nascente della musica elettronica, e adesso con Cloud Nine pubblica il suo primo album, esordio di tutto rispetto e ricco di canzoni che ci hanno fatto e ci faranno ballare e talvolta rilassare quando eravamo troppo stressati o stanchi.

Cloud Nine

La tropical-house è un genere più o meno noto della musica da club, in particolare della dance, che nel giro di poco tempo si è diffusa un po’ ovunque trasformandosi ora in musica da ambiente ora in musica da ascoltare in cuffie quando vorremo stare altrove e cerchiamo una piccola parentesi di relax. Come è facile intuire questo sottogenere della house-music vuole ricordare le atmosfere rilassanti e tropicali, portarci sulle spiagge dei Caraibi e farci adagiare sui tramonti ai ritmi dance più soft e minimal, è insomma un genere particolarmente estivo e da spiaggia. Aldilà dei vari mix e remix i maggiori dj e producer tropical sono Thomas Jack, Matoma, Lost Frequencies e Kygo, proprio quest’ultimo ha esordito con il suo primo album il 13 maggio suscitando molte reazioni positive.

Cloud Nine

Cloud Nine è il primo vero full-work di Kygo, difatti in questo cd troviamo tutte le hit che in questo mesi ci hanno accompagnato, a cominciare da Firestone che è stato un vero e proprio successo radiofonico e che ha permesso al producer scandinavo di farsi conoscere in breve tempo. Le sonorità particolarmente radio-friendly miste alla tropical-house più viva e moderna hanno favorito quest’esplosione e diffusione a macchia d’olio della canzone e hanno permesso a Kygo di farsi conoscere non solo come dj e producer ma anche e soprattutto come compositore, si perché Kyrre Gørvell-Dahll (vero nome di Kygo) è un talentuoso pianista che sin dalla tenera età di 6 anni non ha mai di prendere lezioni di piano e studiare composizione, ciò l’ha portato a crescere negli anni e durante il periodo universitario ha scelto la carriera di musicista abbandonando almeno per il momento gli studi. Una scelta che alla luce dei risultati non può che premiarlo, Cloud Nine è il perfetto esempio di come la musica house possa  mescolarsi con successo a strumenti meno usuali per questo genere quali il pianoforte, lo xilofono e fiati come il sassofono e il flauto.

Happy Birthday

Le canzoni presente in Cloud Nine sono 15, quasi la metà dei brani sono già usciti come singoli in questi mesi riscuotendo un enorme successo: Stole The Show e Firestone in primis ma anche Nothing Left, I’m In Love, Stay e Fragile. Fra le canzoni inedite impossibile non citare Happy Birthday, pezzo composto in collaborazione con John Legend e dedicato alla nascita della figlia di quest’ultimo, un pezzo che nelle parole sa richiamare a pieno il momento di celebrazione paterna e che kygo sa riprendere molto bene costruendo un brano dove il piano e i synth spadroneggiano ma che non sono mai di troppo, e che anzi accompagnano dolcemente l’incedere del pezzo.

https://vimeo.com/167652449

Raging

Particolare è invece Raging dove la parte del protagonista è giocata dalla chitarra che con un arpeggio più tipicamente folk ci narra di un amore piuttosto turbolento. La collaborazione in questo caso è avvenuta con i Kodaline, gruppo alternative-rock/neofolk dalla venature alla Lumineers che poco sembrano avere in comune con la tropical-house di Kygo ma Raging è la prova che i due mondi possono andare d’accordo con buoni risultati.

Kygo è solo al suo primo album ma ha già dimostrato di avere una capacità compositiva davvero vasta e versatile. Sicuramente in futuro sfornerà altri successi, intanto potete ascoltare Cloud Nine QUI.

Vincenzo Marino