Kentridge a Roma: lo sporco diventa arte

È stata inaugurata il 21 Aprile, giorno del Natale di Roma, la nuova monumentale opera site-specific dell’artista sudafricano William Kentridge: Triumphs and Laments, un fregio lungo circa 550 metri che corre lungo i muraglioni del fiume Tevere tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini e composto da 80 enormi figure che raggiungono l’altezza anche di 10 metri.

Kentridge a Roma: lo sporco diventa arte
William Kentridge, Triumphs and Laments
Roma, Lungotevere
Fonte: www.vita.it

La sua realizzazione, promossa dall’associazione Tevereterno e portata a compimento grazie a fondi privati, si è articolata in varie fasi. L’artista ha creato prima bozzetti di dimensioni differenti, veri e propri studi preparatori, poi bozzetti ad inchiostro disegnando le figure in scala definitiva da trasferire sul muro. Per effettuare questo trasferimento è stato usato un procedimento molto innovativo ed interessante, la tecnica dello stencil abbinata all’idropulitura della patina formatasi con il tempo sul travertino chiaro a causa dell’inquinamento atmosferico.

William Kentridge: profilo dell’artista

Nato a Johannesburg nel 1955, l’artista dopo la laurea in Scienze Politiche e Studi africani si è dedicato agli studi d’arte presso l’Art Foundation di Johannesburg, lavorando anche come disegnatore per produzioni cinematografiche e come insegnante d’incisione. La sua forte passione per il teatro lo ha spinto a trasferirsi nel 1981 a Parigi per studiare presso l’École Internationale de Théâtre Jacques Lecoq. Durante gli anni ’80 del Novecento ha anche lavorato come art director per alcune serie televisive ed inoltre ha cominciato a creare film di animazione a partire dai suoi disegni. Ha collaborato anche con alcune compagnie teatrali: dal 1975 al 1991 in qualità di membro della compagnia Junction Avenue, a Johannesburg e Soweto, e dal 1992 come attore, regista e disegnatore di paesaggi per The Handspring Puppet, compagnia che ha dato vita a spettacoli anticonvenzionali in cui non comparivano solo attori, ma si faceva uso di pupazzi e di animazione.
Il lavoro romano condensa tutte le inclinazioni artistiche di Kentridge, capace di utilizzare diversi materiali e di cimentarsi in vari campi, dal disegno alla scultura, dall’installazione all’animazione e ai film, dal collage alle stampe e ai libri.

Kentridge a Roma: lo sporco diventa arte
William Kentridge, Triumphs and laments,
Roma, Lungotevere
Fonte: www.vita.it

Il fregio rappresenta una lunghissima processione, sacra e profana insieme, che è la storia della città a partire dalle origini, tracciata attraverso figure mitologiche come la dea Minerva, Ercole, Romolo e Remo con la Lupa, ma anche attraverso grandi personalità storiche tra cui Garibaldi, Mussolini, Pasolini, Aldo Moro; è la storia dell’ascesa e della caduta, del trionfo e del lamento, a cui sono destinati singoli individui, città e intere civiltà che come qualsiasi organismo vivente nascono, crescono, alla fine muoiono. È la parabola della vita, dell’effimero, come effimera è la natura stessa del fregio, destinato a scomparire nell’arco di tre o quattro anni quando il tempo avrà fatto il suo lavoro e batteri e inquinamento contribuiranno a formare una nuova patina che coprirà quel palcoscenico figurato a cui l’artista ha a lungo lavorato. Tuttavia il fregio non è stato concepito come successione cronologica di eventi, ma costituisce piuttosto il tentativo di cogliere il senso, di indagare a fondo tali eventi e le contraddizioni insite nelle azioni umane: ecco perché la cupola di San Pietro è accostata alla costruzione del ghetto ebraico e al rogo di Giordano Bruno!
C’è da dire anche che non è la prima volta che Kentridge affronta il tema della storia di una città. Lo ha già fatto nel mosaico Naples Procession realizzato a Napoli per la stazione della metropolitana di Toledo, proponendo anche in questo caso (come si evince dal titolo) una processione guidata da San Gennaro, protettore della città, con figure legate alla storia della città e legate tra loro da un letterale file rouge che procedono grazie alla forza trascinante della musica.

Estremamente spettacolare e suggestiva è stata l’inaugurazione del fregio romano, un vero e proprio evento teatrale aperto al pubblico: due processioni, rappresentanti l’una i trionfi, l’altra le sconfitte, formate da più di cento persone, tra comparse e musicisti, con sfondo di ombre cinesi proiettate sul fregio e sottofondo di musiche del compositore Philip Miller, in un connubio di performance, arte figurativa e musicale.

Emanuela Ingenito