Terrae Motus alla Reggia di Caserta

Quando alla distruzione risponde la creazione, ecco Terrae Motus.

La Reggia di Caserta è una tappa quasi obbligatoria per conoscere la storia napoletana del Settecento e per godere di una delle più grandi bellezze mai progettate dall’essere umano. Durante la visita delle sale di questa meraviglia, ideata da Luigi Vanvitelli, è possibile imbattersi  nella collezione di arte contemporanea Terrae Motus .

Il 23 novembre 1980 fu il giorno in cui un terremoto devastante colpì la Campania, in particolar modo l’Irpina e la Basilicata. La sua forza dirompente condusse alla morte oltre 2500 persone e i superstiti persero tutto.

Terrae Motus: la genesi.

La risposta culturale provenne da Lucio Amelio (Napoli,1931/1994), protagonista dell’arte internazionale tra gli anni Sessanta e Novanta, che diffuse nel mondo la cultura italiana e napoletana. A partire dalla fondazione della sua galleria nel 1965, e dall’ inaugurazione di quella a  Piazza dei Martiri nel 1969, Lucio Amelio ebbe la capacità di creare collaborazioni con personalità di spicco come Mario Merz, Jannis Kounellis e Keith Haring e di incoraggiare nuove ricerche come quelle di Mimmo Paladino.

Quando oramai era all’apice della sua attività,  Amelio, colpito dalla tragedia che aveva sconvolto la sua terra, decise di rispondere alla distruzione del terremoto con la creatività: si rivolse ai grandi del tempo, per mettere insieme una collezione che avrebbe testimoniato quell’ evento. La forza devastatrice della natura venne interpretata dai differenti artisti coinvolti in maniera personale.

La collezione Terrae Motus vede la partecipazione di: Andy Warhol, Keith Haring, Josef Beuys, Michelangelo Pistoletto, Nino Longobardi, Anselm Kiefer, Robert Mappelthorpe, Mimmo Paladino, Gianni Pisani e Mario Schifano. Questi sono solo alcuni dei nomi degli artisti che furono coinvolti per la costituzione di una collezione caratterizzata da oltre settanta opere.

A.WARHOL, Fate presto, Caserta, Palazzo Reale, Collezione Terrae Motus.
A.Warhol, Fate presto, Caserta, Palazzo Reale, Collezione Terrae Motus.

L’opera Fate presto di Andy Warhol è un trittico moderno, realizzato all’interno della sua Factory di New York. L’inizio del suo  rapporto con Napoli risale al 1976, quando, sempre grazie all’influente personalità di  Lucio Amelio, l’artista incontra Josef Beuys e dà vita alla nota mostra Beuys by Warhol. L’artista continuerà a guardare Napoli, rimanendo affascinato dal Vesuvio, a cui dedicherà una fortunata serie, che toccherà l’apice della Pop art. (8 Vesuvius, 1985, Museo di Capodimonte, Napoli).

M.PISTOLETTO, Annunciazione Terrae Motus, Caserta Palazzo Reale, collezione Terrae Motus
M.Pistoletto, Annunciazione Terrae Motus, Caserta Palazzo Reale, collezione Terrae Motus

Annunciazione Terrae Motus, due quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto,  è un’opera che attesta la capacità dell’artista di ricercare l’interazione dello spettatore. Le sagome sono due personaggi, abbigliati in maniera differente proprio per attestare come il terremoto, nella sua imprevedibilità, può colpire la popolazione indifesa. Ogni visitatore che osserva l’opera può identificarsi in essa. L’elemento dello specchio è una costante nella produzione dell’artista, che la utilizza per inglobare la vita che si svolge al di fuori di esso all’interno dell’opera d’arte.

L.Fabro, Italia Porta, 1986, lamiera sagomata verniciata, Caserta Palazzo Reale, collezione Terrae Motus
L. Fabro, Italia Porta, 1986, lamiera sagomata verniciata, Caserta Palazzo Reale, collezione Terrae Motus

Italia Porta è un’opera che s’inserisce in un’indagine sull’astrazione grafica dell’immagine dell’Italia e di come essa sia familiare ad ogni suo cittadino. Si tratta di due ‘Italie’ capovolte, che, apparentemente separate, sono legate da un lembo nella parte terminale dello stivale. L’idea di Luciano Fabro è quella di un’Italia divisa, ma tenuta insieme dalle sue radici, che sono sempre forti. La tragedia ha colpito solo una parte del paese, ma la storia e la tradizione lo terrà sempre unito.

La disposizione di Terrae Motus subisce delle continue ‘scosse’, causate dal continuo spostamento nelle diverse sale, e anche una rotazione delle stesse opere, a causa della mancanza di spazio. La collezione è stata esposta in alcune mostre temporanee da Portici a Boston fino quando non venne destinata alla Reggia di Caserta, secondo le disposizioni testamentarie di Lucio Amelio. La destinazione in questa importante istituzione consente un confronto diretto tra la l’arte ‘storica’ e quella contemporanea, che senza alcun contenitore espositivo si adatta e si ‘contrasta’ con l’ambiente settecentesco in cui è inserita.

Con questa collezione Lucio Amelio dimostra che una collezione è efficace  quando è esposta nel luogo in cui è avvenuta la catastrofe naturale che ha ispirato il tema degli artisti presenti.

Una collezione contemporanea così dinamica e che raccoglie le ricerche più innovative è ancora una realtà poco nota. Ciò dimostra che un importante contenitore non basta. Eppure queste opere d’avanguardia sono li per un continuo confronto con la storia, con il visitatore e per dimostrare che esse sanno denunciare gli avvenimenti più tragici con un’efficacia comunicativa unica.

Collezione Terrae Motus: http://reggiaofcaserta.altervista.org/it/reggia/terrae-motus/

Catalogo:  Terrae Motus. La collezione Amelio alla Reggia di Caserta,  a cura di Livia Velani, Ester Coen e Angela Tecce, Skira Editore.

Guide d’Italia, Napoli e dintorni, Touring Club Italiano, Corriere della sera, Touring Editore, Milano 2008.

Angela Maselli