Rinascimento

L’Ultima Cena di Gesù di Leonardo da Vinci

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L’Ultima Cena è uno degli episodi delle storie di Gesù tra i più rappresentati in assoluto in pittura, quasi al pari della Crocifissione e della Sacra Famiglia.


L’Ultima Cena, come raccontano i quattro Vangeli, segna l’istituzione della Santa Pasqua e soprattutto dell’Eucarestia. L’esempio più famoso in pittura è senza dubbio l’affresco l’Ultima Cena di Leonardo, commissionata da Ludovico il Moro, duca di Milano, per la Chiesa di Santa Maria Delle Grazie.

L’ Ultima Cena: la tecnica di Leonardo da Vinci

Il noto pittore di Vinci ha creato quello che è definito come uno dei più grandi capolavori del Rinascimento, anche se le condizioni ambientali ne ostacolano la conservazione e l’integrazione.

D’altronde, lo stesso Leonardo non era un amante della tecnica dell’affresco per la rapidità di esecuzione cui costringeva la tecnica. A rendere il colore più luminoso è stato l’uso della biacca nella preparazione, mescolata ad una tempera grassa che diede all’insieme unità cromatica.

Tramite quest’opera Leonardo cercò da un lato di dare ordine alla scena tramite studiate congetture geometriche; dall’altro approfondì la psicologia dei personaggi, cercando di renderne sgomento e stupore all’annuncio di Gesù sull’imminente tradimento di uno di loro.

Infatti, nel suo trattato sulla Pittura, Leonardo scriveva che:

Lo bono pittore ha da dipingere due cose principali, cioè l’homo e il concetto della mente sua. Il primo è facile, il secondo difficile perché s’ha a figurare con gesti e movimenti delle membra

Cioè che il bravo pittore deve saper rappresentare anche le emozioni dei personaggi.

Con ogni probabilità, la scena è specificamente ripresa dal Vangelo di Giovanni. Ciò si intuisce dalla mancanza del calice, poiché in questo Vangelo, durante l’Ultima Cena non si fa alcun accenno alla consacrazione del vino.

La geometria del dipinto

L’ambiente del cenacolo è concepito come una scatola prospettica. Il senso di profondità della stanza è dato dalla quadratura del pavimento, dalle finestre e dalla posizione della tavola.

Nell’Ultima Cena, Gesù è il centro esatto della scena, in cui convergono le linee di fuga dell’architettura ma anche dei gesti degli apostoli, le cui pose sono studiate con precisione e accortezza, e la stessa figura di Cristo, che con la posizione delle braccia assume forma piramidale, sembra aver pronunciato la famosa frase, ed il momento è molto drammatico. Gli apostoli sono divisi in quattro gruppi, riuniti a formare dei triangoli equilateri, eccezion fatta per il trio dove c’è Giuda. Quest’ultimo infatti che dà origine invece ad un triangolo scaleno, in quanto Giuda si ritrae, colpevole. Più concitate le reazioni degli apostoli più vicini a Gesù, compreso Giuda, più plateali quelle degli apostoli seduti alle estremità della tavola.

Quel che differenzia la rappresentazione dell’Ultima Cena di Leonardo da tutte le altre è la figura di Giuda, che non è rappresentato in disparte o mentre si allontana, bensì come parte integrante del gruppo di apostoli, questo perché Leonardo segue la concezione domenicana secondo la quale l’uomo può disporre di sé grazie al libero arbitri. Contrariamente, Giovanni è lontano da Gesù, mentre in altre scene di cenacoli gli era molto vicino.

Nell’Ultima Cena viene tradotta su muro in pittura la sua teoria dei moti dell’animo; tramite le reazioni, ogni apostolo lascia intendere il suo carattere; la posa assunta lascia intendere il carattere dubbioso di Tommaso, mentre Pietro reagisce con rabbia.

Malgrado ci sia un time limit restrittivo per le visite, dovuto alle delicate condizioni di conservazione, l’Ultima Cena resta una delle opere più visitate, al pari della Gioconda dello stesso pittore.

Rossella Cavallo

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Rossella Cavallo

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