Yalom e gli 11 fattori terapeutici: l’imitazione

Imitare, dal latino imitari  a sua volta collegato al greco mimesi, indica prendere come modello una persona e seguire il suo esempio.

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Imitazione. Fotogramma della canzone “Siamo gatti” ripresa dal film “La gabbianella e il gatto”

Prima di parlare del settimo fattore della terapia di gruppo secondo Yalom, è possibile far riferimento ad una storia molto conosciuta soprattutto tra i bambini. Il film La gabbianella e il Gatto narra la storia di due animali, come suggerisce il titolo, che apparentemente sembrano non avere molto in comune: nel momento in cui un gabbiano depone il suo uovo mentre sta per morire, chiede al gatto Zorba di accudire il piccolo gabbiano che nascerà. La storia, al  di là delle avventure e disavventure del gruppo, è molto importante per la comprensione del settimo fattore, quello dell’imitazione.

La gabbianella, appena nata, per effetto dell’imprinting, riconosce nel gatto la sua mamma e, nel resto del gruppo, la sua famiglia tanto da arrivare a sentirsi un gatto come loro e ad imitarli nei comportamenti. La stessa dinamica è spiegata da Yalom e ritenuta fondamentale nella psicoterapia di gruppo.

Il settimo fattore: l’imitazione

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Apprendimento per imitazione

All’interno del gruppo terapeutico, trovandosi in contatto con altre persone – pazienti o terapeuta -, è possibile identificare queste ultime come modelli e esempi da prendere in considerazione: si parla, in questo caso, di comportamento imitativo il quale consiste nell’imitazione, partendo dall’osservazione, di atteggiamenti altrui al fine di modificare il proprio e trarne così beneficio per la propria guarigione. Questo fattore, secondo Yalom e altri studiosi, è tipico della psicoterapia di gruppo e si può sviluppare, quindi, unicamente, in questo contesto. C’è da chiarire che anche se non si fa esperienza di un gruppo prettamente terapeutico è possibile sperimentare questo fattore: basti pensare ad un gruppo classe nel quale l’imitazione, spesso anche inconsapevole, dei comportamenti altrui nel rendimento scolastico è molto diffusa per migliorare il proprio.

Il comportamento imitativo nelle scienze umane

Il concetto di imitazione non è una novità introdotta da Yalom, bensì una tematica affrontata da diversi punti di vista, dalla filosofia alla psicologia, dalle scienze dell’educazione all’etologia.

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Esempio di gioco simbolico

In psicologia sociale, l’imitazione si traduce con l’espressione “imparare dagli altri”– la quale riprende l’idea di Yalom dell’imitare come prerogativa di chi vive in gruppo. Gli esperimenti sull’apprendimento condotti dai più grnadi psicologi riproducono situazioni spesso molto lontane dalla vita quotidiana, nella quale le persone sono sole. Tuttavia c’è da rendersi conto che tutte le esperienze che facciamo non possono non realizzarsi con la presenza di altre persone.

Secondo lo  psicologo dell’età evolutiva, Jean Piaget, la capacità di imitare si sviluppa fin da bambini: negli stadi operatorio concreto e astratto, il bambino riesce a riprodurre i gesti e i movimenti di altre persone (spesso le figure autorevoli come i genitori o gli educatori); in un secondo momento egli è in grado di imitare anche in assenza del modello (imitazione differita). Quest’ultimo concetto è fondamentale nella spiegazione del gioco compiuto dai bambini intorno ai 18 mesi: Piaget parla di gioco simbolico, il quale consiste nel “far finta di…” e non è altro che l’imitazione di scene della vita familiare o scolastica. È opportuno ricordare che non sempre l’imitazione è collegata ad una forma di apprendimento positivo. Si può pensare all’effetto che hanno sui bambini i programmi televisivi o i videogiochi violenti, i quali possono essere presi anch’essi come modelli e imitati nella vita quotidiana.

Il sociologo e criminologo francese, Gabriel Tarde, ha analizzato il fenomeno imitativo da un punto di vista strettamente sociale attraverso l’opera Le leggi dell’imitazione. Egli sostenne che il motore della società, della cultura e del progresso è proprio l’imitazione insieme all’invenzione: quest’ultime sono illimitate ma solo imitandole alcune di esse riescono ad affermarsi e a passare nella storia.

Riprendendo la storia della gabbianella e il gatto presentata in precedenza, è pur vero che l’imitazione suggerita non è del tutto positiva, poichè estranea alla vera natura del gabbiano, ma come è vero che è tutto frutto della fantasia dell’autore e ricca di significati metaforici. Imitare non è semplicemente sinonimo di plagio ma è, utilizzando le parole di Charles Caleb Colton, «la più sincera delle adulazioni»: indica la scelta di un modello e la possibilità di apprendere da esso.

Alessandra Del Prete

Fonti

Per maggiori informazioni: Scienze Umane. Corso Integrato di Antropologia, Sociologia,Psicologia. Elisabetta Clemente, Rossella Danieli. Pearson Italia,2012, Milano.

Psicologia. Mente,Apprendimento,Relazioni,Educazione. Perason Italia, 2010, Milano.

Il processo in psicoterapia di gruppo: costruzione e validazione di una scala per la misurazione dei fattori terapeutici

Fonti immagini : Google