La preta re lo Piesco: il Castello del Pesco di Frigento

La preta re lo Piesco è una località suggestiva, presente nella bella e verde Irpinia, a circa 7 km dal centro di Frigento (Av). Vi sono qui i resti di una costruzione medievale che sorge su un’imponente roccia dal fascino seducente e dall’ aspetto atavico, parte integrante di una proprietà privata che è stata per diversi anni scenario e scenografia caratteristica di svariati eventi musicali come “ TerrArte “.

Ci troviamo nei pressi del fiume Ufita e della sinuosa collina su cui, da tempo, sono state installate pale eoliche ed è qui che sorge questo “villaggio sepolto”. Si tratta di Sant’Angelo al Pesco, un insediamento longobardo che confluisce tra i tratturi del versante tirrenico ed adriatico, attraverso la valle Ufita.

La preta re lo Piesco
Castello di Sant’Angelo a Pesco ( Frigento-Av )

La preta re lo Piesco nasce come abbazia-fortezza e se ne ha testimonianza, per la prima volta, in un documento del 1070, dove si fa riferimento ad una donazione fatta al monastero beneventano di Santa Sofia.

Il Toponimo “Sant’Angelo” si ricollega al culto longobardo dell’Arcangelo, tipico del sud Italia; il termine “Pesco”, invece, deriverebbe dall’ osco “peesslùm-pestulùm”, “podio-podium” (poggio); dal latino “pesculus-pesculum” (pietra sporgente, roccia) e da qui il dialetto “peskone, pischone”;  oppure dal greco “ pessòs” (masso, macigno). “Pesco”, quindi, farebbe riferimento alla grande roccia sulla quale ancora oggi si sostiene la chiesa longobarda detta e conosciuta come La preta re lo Piesco. Tipici della zona meridionale, questi grossi spuntoni di roccia hanno dato il nome anche a diverse località vicine, come Pesco Sannita (Bn) e Pescopagano (Pz).

La preta re lo Piesco… nel tempo e nelle fonti

La preta re lo Piesco
Roccia calcarea del fortilizio

La preta re lo Piesco  era un piccolo castello eretto come torre di controllo, per tenere sotto osservazione i confini.

Le fonti che fanno riferimento al luogo  non sono tantissime.

Nicola Gambino attesta che il Ducato di Benevento, iniziando dall’ Ufita, saliva per il vallone “Macchia di Panno”, nel comune di Guardia dei Lombardi e con l’annessa Roccia del Pesco, saliva per poi scendere a Rocca S.Felice e proseguire fino a Fredane. I Normanni edificarono qui i loro castelli: Trevico, Ariano Irpino e questo del Pesco.

In documenti Borbonici si ritrova una citazione inerente al maniero. Nel 1075, Roberto il Guiscardo dona a Benevento il castello di Sant’ Angelo al Pesco e si tratta, molto probabilmente, del rudere oggi conosciuto come la preta re lo Piesco.

La preta re lo Piesco e credenze

La preta re lo Piesco
La preta re lo Piesco – Frigento (Av)

Varie e fantasiose sono le leggende che gravitano intorno al sito in questione.

Alcuni pensano che sia un luogo popolato da diavoli e forze strane; c’è addirittura chi parla di fantasmi e spettri che attraverserebbero le pareti della roccia calcarea. I più razionali attribuiscono i fugaci rumori e movimenti ad animali selvatici ed impauriti presenti sul territorio e nella vegetazione. Altri parlano di tesori qui nascosti dai Briganti che occuparono l’area tra il 1850 e il 1870. C’è, poi, la versione più leggendaria che considera la preta re lo Piesco un’opera incompiuta di un frate che voleva costruirvi un eremo solitario ma, svegliato dal canto squillante di un gallo, fuggì via, sostenendo che il luogo fosse già occupato.

I Frigentini collegano al castello i loro santi protettori: San Marciano e San Michele.

Con i Longobardi la preta diventa cappella dedicata all’ Arcangelo ed oggi è un sito di attrazione storico e tipico, luogo dove si sono tenute diverse manifestazioni folkloristiche, scenario unico in cui Natura, Storia, Arte e Cultura Popolare si fondono.

Qui, un po’ di anni fa, si tenne il concerto del grande Angelo Branduardi, il quale si esibì con l’artista locale Luca Pugliese che, a sua volta, cita questo posto in una canzone intitolata proprio  “ A la preta de lo piesco”, tratta dall’ album “Endemico” (2003) dei Fluido Ligneo, ispirata alla Terra Madre Irpinia.

La preta re lo Piesco ed il brigantaggio

La preta re lo Piesco
Il Pesco: covo dei briganti tra il 1850-1870

A la preta re lo Piesco è legata anche la figura del brigante di Frigento: Marciano Sapia, detto Sacchetta, sul quale tanti sono i racconti narrati dal popolo; conosciuto come  “Il Brigante del Pesco”, dal momento che il rifugio della sua banda si concentrò in questo posto.

La tradizione popolare lo riconosce come il capo dell’area più amato dai suoi uomini in tutta la storia del brigantaggio.

Questo posto fu per lui un punto di riferimento importantissimo, il luogo dove organizzare le sue imprese. Il bandito, all’ ombra de la preta re lo Piesco, si incontrava con i poveri del posto per dare loro beni di prima necessità sottratti ai benestanti della zona.

Successivamente, Sacchetta decise di trasferirsi nelle Puglie, lontano da “ O’ piemontese c’avimma caccià”.

Durante la fuga, la banda di briganti da lui capeggiata fu scovata dalla Guardia Nazionale di Monteleone, nei pressi di Candela e, fu la fine di una leggenda … la leggenda del Brigante re lu Piesco che rivive ancora nella Storia locale.

Pasqualina Giusto

Sitografia:  http://www.conilcarro.it/?p=98

http://www.terrarte.org/index.php?content=location&id=1

http://www.comune.carife.av.it/index.php?action=index&p=255