Polpetteria, la scommessa di Michele Pirozzi a Pomigliano

Cos’è “La Polpetteria”?

Quando sei in grado di sovvertire ogni sorta di pregiudizio e fare delle perplessità altrui la tua forza, sei già sulla strada giusta. Ci sta riuscendo benissimo Michele Pirozzi con il suo locale dal concept innovativo, dedicato alle polpette in ogni loro possibile declinazione. Dove? Siamo a Pomigliano d’Arco, in via Felice Terracciano, ed il naming del locale in questione è l’evocativo “La Polpetteria”. Improntata su un cibo tipico della tradizione culinaria napoletana quale la polpetta, la creatura di Michele stupisce per la qualità delle materie prime utilizzate, per la cortesia del proprietario e della sempre simpaticissima madre, e per quel tocco hipster che spiazza l’avventore che vi si appropinqua per la prima volta. Ma andiamo con ordine.

Qui "La Polpetteria", Pomigliano d'Arco.
“La Polpetteria”, Pomigliano d’Arco

Polpette ed inventiva

La polpetta è un cibo estremamente semplice, oltre che “povero”. Ognuno di noi, a casa, può riprodurle: macinato, mollica di pane, parmigiano, uova, sale, pepe, prezzemolo ed aromi vari, un po’ d’olio e via a sfrigolare a fiamma bassa. Facile, chiunque potrebbe imparare a fare delle buone polpette. Ma dove finisce la banalità ed inizia l’ arte? Per rendere captive un prodotto simile ci vuole tanta inventiva: occorre innovare, sperimentare e dunque proporre al cliente un prodotto ragionato minuziosamente. Michele e la madre, in questo, sono dei veri e propri prodigi, e come si fa a dire il contrario. La madre vanta perfino un passato da pasticciera!

In quest’ottica nascono creazioni “rivoluzionarie” come le Sacher Polpette” o le Polpettamisù”, che certo tenteranno la gola dei più golosi. E se stupefacenti sono le polpette dolci, figurarsi quelle salate, che qui vengono cucinate davvero in tutte le salse: polpette di chianina (quella vera, acquistata da un macellaio di fiducia che rifornisce anche Squisito a S. Anastasia), di baccalà (islandese, poichè i merluzzi che durante la migrazione si dirigono in Islanda sviluppano una migliore muscolatura rispetto a quelli che si muovono verso le coste norvegesi), di tonno fresco, di capretto, di alici e provola … La lista sembra infinita, e lo è davvero.

Figurarsi che ci sono anche le polpette per chi sceglie la strada del vegetarianismo. Ed i contorni? Anche qui la lista è lunghissima, dalle patate fresche con la buccia alle papaccelle Presidio Slow Food, passando per evergreen come i friarielli e la parmigiana di melanzane. Gustosi, certo, ma personalmente adoro le cipolle di Alife (altro presidio) caramellate, presenti in varie creazioni. Sì, perchè alla “Polpetteria” i panini sono studiati fin nei minimi dettagli, e le combinazioni offerte non sono modificabili. E’ un difetto? Ovviamente no, ce n’è davvero per tutti i gusti. Non mancano, poi, proposte di rosticceria, come le “polpette di pasta”, vere e proprie frittatine che, se non fanno la felicità, poco ci manca.

Top di gamma della "Polpetteria". Panino Somma Vesuviana: polpette di baccalà, cipolle di Alife caramellate e crema di ceci.
“Polpetteria”: panino Somma Vesuviana: polpette di baccalà, cipolle di Alife caramellate e crema di ceci

Ed accanto alle polpette cosa bere?

Accanto al main course, “La Polpetteria” propone un grande assortimento di birre artigianali del birrificio Il Chiostro di Simone Della Porta, a prezzi peraltro onestissimi. Da amante e cultore del mondo brassicolo, non posso far altro che constatare la bontà di queste birre nocerine, vera eccellenza campana. E per coloro che, invece, amassero il vino? Beh, anche qui “La Polpetteria” stupisce, presentando prodotti di ottima fattura, come il Catalanesca delle Cantine Olivella, od ancora il loro Caprettone. Solo cose buone, insomma.

"La Polpetteria". Panino VICO EQUENSE con calice di Caprettone delle Cantine Olivella.
“La Polpetteria”. Panino VICO EQUENSE con calice di Caprettone delle Cantine Olivella

La mia esperienza alla “Polpetteria”

Quando vi misi piede la prima volta, ebbi subito la sensazione di trovarmi in un locale che avrebbe, di lì a poco, fatto fortuna. E’ passato qualche mese, Michele ha abbandonato la sua avviata carriera come tecnico del suono per inseguire questo sogno, e sono sicuro che per lui si rivelerà, alla lunga, la scelta giusta. I risultati già si vedono, eccome: nel fine settimana il locale è sempre affollatissimo.

D’altronde, la vita segue spesso sentieri imprevedibili, ed arrivi a destinazione solo se sei concentrato sui tuoi obiettivi. Il mio augurio, per questo coraggioso ragazzo e per la sua simpaticissima madre, è che il futuro continui a riservare loro belle soddisfazioni. Se le meritano. E se una sera vi trovate nei pressi di questo bel paese del vesuviano con lo stomaco che reclama a gran voce il suo nutrimento, non esitate a fare visita a Michele ed alla madre: vi accoglieranno a braccia aperte, con qualche bella polpetta fumante che aspetta solo di essere gustata.

Andrea Docimo