Per ecosistema si intende un insieme di fattori, abiotici e biotici, che compongono un dato ambiente. Fondamentale per un ecosistema è la sua popolazione, in termini di flora e fauna. In Italia, in particolar modo, sono presenti un insieme di ambienti anche molto differenti fra loro che compongono l’ecosistema italiano. Per quanto concerne la fauna, si osserva però un’introduzione, da parte dell’uomo, di alcuni specie esotiche che, entrando in competizione con le specie autoctone, stanno causando dei gravi danni alle popolazioni locali e all’ecosistema italiano. Tali “invasori” sono definiti pertanto specie alloctone, ovvero specie non originarie dell’ecosistema in cui si trovano.
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Le specie alloctone presenti in Italia abbracciano tutte le scale evolutive dell’evoluzione umana. Infatti si può parlare di specie alloctone tanto per i pesci e anfibi fino ad arrivare a uccelli e mammiferi. Analizziamo allora alcune
A causa di fughe di esemplari allevati in cattività e all’abbandono volontario di persone che non sopportavano le loro strilla acute, numerosi esemplari di pappagalli, in particolar modo il Parrochetto dal Collare (Psittacula krameri) e il Parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus), sono diffusi dal Nord al Sud Italia. Tali uccelli, abitanti sia le aree verdi dei centri abitati quanto le aperte campagne, si sono adattati alla vita ai nostri climi, riuscendo anche a riprodursi. In virtù della loro vincente abilità nel competere le altre specie italiane, sottraendo loro cibo e siti di nidificazione, stanno pian piano attuando un abbassamento demografico di alcune specie nostrane, in particolar modo di piccoli passeriformi e insettivori. Inoltre, dato il loro carattere spesso agguerrito e le loro armi di difesa come il loro robusto becco, non hanno nemmeno degli effettivi predatori “naturale” ad eccezione di qualche sporadico esempio di predazione a carico di giovani rapaci che, non conoscendo ancora la specie, si “esercitano” pur di sopravvivere sui pappagalli alloctoni in Italia.
Due specie alloctone di mammiferi stanno causando gravi danni sia all’ambiente sia alle specie autoctone italiane: la nutria (Myocastor coypus) e lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis).
La Nutria è un grosso roditore acquatico originario del Sud America e introdotto nel bacino del Po’ nel secondo dopoguerra per sfruttarne la pelliccia. In seguito a fughe e liberazioni di questi animali, si
Lo scoiattolo grigio invece è un terribile competitore del nostro scoiattolo rosso europeo. Di gran lunga più aggressivo, vorace e scaltro del suo cugino europeo dalla pelliccia rossa ne sta abbattendo pian piano la popolazione non solo nello Stivale, ma in tutto il continente europeo.
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Stefano Capodanno
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